Sette notti di sangue (1999)

La regola delle 3 p

Titolo italiano: Sette notti di sangue

Titolo originale: The Firemaker

Anno di pubblicazione: 1999

Edizione: PiEmme - Maestri del Thriller n.24

Pag.: 429

Prezzo: Euro 5.90

Finito il: 09/05/2006

Vantaggi: Romanzo giallo ben costruito e ben ambientato nel confronto culturale tra Stati Uniti e Cina

Svantaggi: Nessuno

"Pazienza, pazienza e ancora pazienza".

E' questa la regola delle 3 p che Bob Wade spiega a Margaret Campbell durante il loro primo incontro a Pechino.

La dottoressa Campbell, patologa di Chicago, deve tenere un corso di Anatomopatologia legale della durata di sei settimane ad una classe di studenti dell'Accademia di Polizia di Pechino.

Bob Wade e' il suo collegamento e riferimento, un professore americano che lavora in Cina da alcuni anni ed e' ormai inserito nella mentalita' e nella cultura di questo antico paese (per quanto uno straniero possa, o gli sia consentito, esserlo).

Margaret invece e' una novellina sull'oriente: arriva completamente impreparata a cio' che la aspetta. Non ha letto nulla del materiale informativo che le era stato fornito prima di partire, contenente una traccia degli usi e dei costumi del Paese in cui dovra' risiedere per un po' di tempo.

Margaret e' una donna che ha superato la trentina, bionda, occhi azzurri: una mosca bianca nel mare di cinesi che la circonda. E ovviamente e' americana fin nel midollo.

Arrivando senza alcuna preparazione per il mondo che la aspetta, rivela tutta l'arroganza e la sufficienza dell'Occidente nei confronti della Cina, un paese che ha una cultura millenaria alle spalle. Il suo unico scopo e' fuggire da un tragico passato recente che l'ha segnata nel profondo e immergersi in questo lavoro lontano da casa le sembra (ingenuamente) l'unico modo per cercare di ricomporre i cocci della sua vita.

Contemporaneamente al suo arrivo, nella capitale cinese avvengono tre morti sospette: un uomo bruciato vivo, un accoltellamento e un altro a cui e' stato spezzato il collo. Unico indizio comune: un mozzicone di sigaretta Marlboro.

Che collegamento c'e' tra le tre morti? E' la domanda a cui deve dare una risposta il nuovo vicecaposezione Li Yan, che viene promosso ed entra in carica lo stesso giorno dell'arrivo di Margaret. Per una strana coincidenza, e' il primo cinese con cui la dottoressa ha uno scontro.

In un gioco di scambio di cortesie e favori molto consolidato in Cina, viene richiesta una consulenza alla dottoressa Campbell, esperta in vittime d'incendio. Cosi' si scopre che l'uomo bruciato non si e' suicidato come si pensava inizialmente, ma e' stato ucciso.

Li Yan e Margaret sono quindi costretti a mettere da parte i loro attriti personali e a collaborare per risolvere un caso davvero intricato.

L'autore del romanzo e' Peter May, scrittore e giornalista, autore di numerosi sceneggiati televisivi di successo. Grazie agli anni trascorsi in Cina, riesce ad ambientare perfettamente questa storia, a quanto pare la prima di una lunga serie.

"Sette notti di sangue" risulta essere un ottimo romanzo giallo: intricato e ottimamente costruito. Ma supera se stesso grazie al confronto/scontro tra due mentalita' opposte: quella americana di Margaret e quella cinese di Li Yan.

E' un buon modo per conoscere la Cina moderna, dopo l'uscita dalla Rivoluzione Culturale che ne ha segnato indelebilmente il recente passato e il suo ingresso nell'era del capitalismo. Ottimo, ad esempio, il personaggio di Mei Yuan, un'amica di Li Yan, che aveva tutti i requisiti per diventare professoressa universitaria e costretta invece prima a lavorare come contadina durante la Rivoluzione per la sua "rieducazione" ed ora come venditrice di "tan bing" (una specie di crepe) cotti su una piastra all'angolo di una strada. Il contrasto tra questo lavoro e il libro che legge mentre lo svolge (le Meditationes di Cartesio) e' significativo.

I metodi usati per le indagini sono differenti: mentre in Occidente sono la fretta e la velocita' a dirigerle, in Cina c'e' la pazienza a far da padrona. Un esempio significativo e' quello portato da Li Yan quando parla di un caso che in passato ha richiesto due anni per essere risolto. Ma per Li Yan il tempo non ha importanza: cio' che conta e' il risultato.

E con questo chiudo.

Il libro mi e' piaciuto soprattutto perche' parla di un paese affascinante come la Cina. Ed e' agli amanti dell'Oriente che lo consiglio, ma anche a quelli che amano i gialli in genere.

Una piccola critica deve pero' essere mossa ai curatori della serie "I Maestri del Thriller" edita da PiEmme: "Sette notti di sangue" e' il n.24 di questa serie. Il 18 invece e' "Il quarto sacrificio", sempre di Peter May. L'unico problema e' che "Sette notti di sangue" (scritto nel 1999) dovrebbe precedere "Il quarto sacrificio" che e' stato scritto nel 2000 (non serve alcuna ricerca in internet, basta controllare la data del copyright riportata nel libro stesso, vicino al titolo originale). Per fortuna me ne sono accorto in tempo, perche' il secondo contiene molti riferimenti al primo. Ed e' sempre meglio leggere le serie nell'esatto ordine. Mi domando chi sia quel genio che ha fatto la scelta delle pubblicazioni.

Buona lettura a tutti!