La Compagnia dei Celestini (1992)

"Saluta la Signora!"

Titolo: La Compagnia dei Celestini

Anno di pubblicazione: 1992

Edizione: Feltrinelli - Universale Economica n.1279

Pag.: 286

Prezzo: Lire 12000

Finito il: 28/12/2009

Vantaggi: Romanzo fantastico, ironico e divertente, ma anche triste e pieno di riflessioni.

Svantaggi: Troppa carne al fuoco.

Dopo aver letto due raccolte di racconti di Stefano Benni, la mia cara amica "spacciatrice" di libri di Benni mi ha portato un romanzo lungo.

Si intitola "La Compagnia dei Celestini", e' stato pubblicato nel 1992 ed io l'ho letto nell'edizione Universale Economica Feltrinelli (n.1279).

L'edizione nelle mie mani ha ancora il prezzo in lire (12000) e la copertina un po' rovinata dalle riletture della mia amica.

In questo romanzo ho trovato il Benni delle raccolte che ho letto in passato.

Ma prima di andare avanti, vediamo di cosa parla il libro.

Un accenno di trama

"Siamo nell'anno 1990 e rotti."

E' cosi' che inizia il primo capitolo, dopo un prologo di critica artistica sull'operato di un fantomatico scultore dell'Ottocento, Amos Pelicorti detto il Mirmidone, e della sua eccentrica famiglia di artisti che ci accompagnera' lungo tutta la storia.

Siamo nello stato di Gladonia, nella ricca citta' di Banessa.

In particolare siamo nel quartiere dei Palazzi Vecchi.

Ancor piu' in particolare, siamo nell'orfanotrofio dei Celestini gestito dai Padri Zopiloti.

E qui incontriamo Memorino, Lucifero e Ali', tre orfani che sognano di scappare.

L'occasione si presenta in concomitanza con il segretissimo Campionato Mondiale di Pallastrada, organizzato dal Grande Bastardo.

La Pallastrada e' una specie di calcio giocato per le strade e in ambienti ben lontani da uno stadio normale.

Anche le regole sono assai diverse e prevedono, tra le altre cose, squadre di cinque giocatori.

I nostri eroi dovranno quindi cercare altri due giocatori prima di potersi iscrivere.

Sulle tracce dei bambini si mettono Don Biffero, priore dell'orfanotrofio, e Don Bracco dal fiuto infallibile.

Ma sulle tracce dei bambini si mettono anche un giornalista, Fimicoli, e il suo fotografo Rosalino, alla continua ricerca di uno scoop.

Su tutto aleggia l'oscura profezia di una santa...

A voi scoprire il resto della storia.

Le mie considerazioni

Come dicevo sopra, ho ritrovato in questo romanzo fantastico le stesse caratteristiche letterarie dei racconti gia' letti di Stefano Benni.

Benni usa l'ironia e la fantasia per trasporre la nostra realta' in un mondo inesistente. E dietro i suoi personaggi inventati ritroviamo, un po' esasperati, quelli del nostro mondo politico e sociale.

Ci sono essenzialmente due critiche che posso muovere allo scrittore dopo aver letto questo libro.

La prima riguarda la storia. O, meglio, la sua densita'.

Secondo me c'e' troppa carne al fuoco. O, come dice Sean Connery nel film "Scoprendo Forrester", Benni dovrebbe allungare un po' la minestra perche' non risulti troppo densa. La storia dei bambini e' quasi annegata nel mare di aneddoti relativi al mondo in cui vivono e che starebbero bene come racconti a parte. Certo, sono divertenti, tragicomici, e servono a descrivere l'ambiente in cui si svolge la vicenda, ma credo ne bastassero meno. O forse bastava farli meno particolareggiati per non correre il rischio di perdersi l'attenzione del lettore.

La seconda critica riguarda la descrizione negativa data a quasi tutti gli adulti presenti nella storia, soprattutto gli ecclesiastici (tutti), i giornalisti (tutti), i politici (tutti) e gli altri personaggi che si presentano andando avanti nella lettura (quasi tutti).

Devo confessare che quello che mi ha dato piu' fastidio e' l'astio evidente nei confronti della Chiesa.

Don Biffero e' una caricatura che ricorre spesso nell'immaginario collettivo, un ecclesiastico che predica in un senso e pratica in un altro. Non dico che non esistano tipi del genere, ma ne esistono molti di piu' che fanno (o cercano di fare) il loro "lavoro" al meglio e non meritano di essere rappresentati in questo modo.

Per non parlare poi della caratterizzazione politica (ad esempio, le dittature non sono solo di destra, come si potrebbe pensare leggendo gli scritti di Benni).

A parte queste due piccole critiche, su cui posso facilmente sorvolare, la storia mi e' piaciuta e ho sorriso spesso davanti a certe scene esagerate e grottesche che riproducono il nostro mondo, come ad esempio i fanburger che ricordano i McDonalds oppure il personaggio di Mussolardi, l'uomo piu' ricco e fetente di Gladonia, la cui derivazione e' ovvia.

Benni ha un modo di scrivere vivace e pieno di brio, e sa come trasmettere queste sensazioni al lettore e farsi cosi' scusare delle sue "mancanze".

Concludo consigliando questo romanzo a tutti. Sono quasi certo che vi fara' divertire, ma anche riflettere. E chissa' che alla fine non vi scappi una piccola lacrima di commozione!

Buona lettura a tutti!