Il commissario Bordelli (2002)

"Mi chiamo Bordelli e sono un commissario..."

Titolo: Il commissario Bordelli

Anno di pubblicazione: 2002

Edizione: SuperPocket Best Thriller n.112

Pag.: 205

Prezzo: Euro 5.50

Finito il: 24/05/2007

Vantaggi: Un buon giallo scritto bene e in modo semplice con una traccia di malinconia che me l'ha fatto apprezzare di piu'

Svantaggi: Nessuno

"Mi chiamo Bordelli e sono un commissario. Ho fatto la guerra e poi sono entrato in polizia, forse per continuare a essere in prima linea contro l'ingiustizia. Lavoro quasi sempre da solo, e non gradisco interferenze da parte dei miei superiori..."

Cosi' inizia il riassunto della trama nell'edizione SuperPocket Best Thriller n.112 uscito a 5.50 euro da circa un mesetto.

Mi e' sembrato il modo migliore per iniziare anche questa recensione.

Siamo a Firenze nel 1963. Bordelli (il nome non lo so e non credo sia nemmeno rivelato nel libro... ma, come diceva qualcuno, se sbaglio mi correggerete) ha 53 anni ed e' un impenitente scapolo. E' un personaggio interessante, con un'aura di malinconia che lo contraddistingue e uno spiccato e particolare senso della giustizia. Ha fatto la guerra e nel libro sono narrate alcune delle avventure vissute in quel sanguinario periodo (avventure vere in quanto prese direttamente dai racconti del nonno dell'autore Vichi), ma nulla di veramente cruento. Sono episodi strani, anche tragicomici, inseriti come ricordi riaffioranti da un passato che Bordelli non puo' e non vuole dimenticare e che ritorna nei momenti piu' impensati.

Nell'estate del '63 Bordelli e' chiamato sulla scena di un delitto. Il cadavere di una vecchia signora molto benestante viene trovato sul letto della sua grande villa, apparentemente a causa di un mortale attacco d'asma. Ma c'e' un particolare a rendere non credibile tale ipotesi.

Quindi tocca a Bordelli fare luce sul caso e assicurare il colpevole alla giustizia.

A voi scoprire il resto.

In appena 205 pagine Marco Vichi ci presenta il commissario Bordelli.

E' il primo libro in cui compare questo personaggio, ma Vichi non si preoccupa di presentarlo subito rischiando di annoiare il lettore con pagine e pagine puramente descrittive. Sembra anzi che Bordelli debba gia' essere noto al lettore, ma e' solo apparenza perche' con il proseguo del racconto si scoprono tanti aspetti di quest'uomo dalla vita solitaria, senza un amore, senza una moglie o una fidanzata.

A prima vista mi ha ricordato un po' Montalbano per il suo modo di fare, ma credo si tratti di due personalita' abbastanza diverse tra loro, se non altro a causa del diverso periodo temporale in cui vivono.

Bordelli ha un senso della giustizia strano per un poliziotto: i poliziotti dovrebbero teoricamente arrestare tutti quelli che infrangono la legge. E' il regolamento. Tocca poi ai tribunali giudicare e condannare o assolvere. Ma per Bordelli ci sono due categorie di criminali: quelli che sono realmente cattivi dentro e che commettono i crimini per fare del male agli altri. E poi ci sono i disgraziati:

"Commissario mi guardi, le sembro un criminale? Non ho nemmeno un temperino addosso. Entro nelle ville dei milionari, gente ricca che tiene come soprammobile i miei pasti di un anno. Allora vado e prendo un paio di quegli stupidi oggetti per tirare avanti, e se mi beccano mi danno cinque anni. Mi dica lei se questa e' vita."

cosi' si descrive uno di questi, un ladruncolo un po' imbranato perche', appena uscito di prigione, viene sorpreso dallo stesso Bordelli in casa di una sua amica e subito lasciato andare. E' una politica che i superiori di Bordelli non approvano, ma che alla fin fine devono accettare, perche' non possono fare a meno di un commissario capace come lui. In parte giustificano questo suo comportamento con il periodo in cui vivono: l'Italia risente ancora degli strascichi della seconda guerra mondiale finita quasi vent'anni prima e la societa' e' piena di personaggi malandati che rubano o truffano per non morire di fame ma con un codice d'onore che ai giorni nostri purtroppo e' andato perduto.

Bordelli li lascia andare. Se puo' da' loro una mano a trovare un posto di lavoro onesto dove possano sfruttare le loro capacita' e attitudini. Altrimenti li aiuta in altri modi. Lui vuole mettere dentro i veri criminali.

Ed e' in quest'estate del '63 che impariamo a conoscere la sua storia.

Penso che ci sia un periodo perfetto per leggere un determinato libro e che spesso e' lo stesso libro a scegliere il lettore. Questo e' uno dei tanti casi che mi sono capitati a suffragio di questa tesi. E' un libretto con una copertina che non attira in modo particolare l'attenzione, eppure mi ha catturato subito. Non ho mai letto nulla di Marco Vichi, quindi e' stata una scelta guidata dall'istinto, che ancora una volta mi ha premiato con un'ottima lettura. Per di piu' e' stato facile immergermi nella storia perche' il libro e' ambientato a luglio, con un sole e un calore che non lasciano scampo, un po' come succedeva alla fine di maggio: leggevo il sudore che correva sulla schiena di Bordelli e sentivo lo stesso sudore impregnarmi la camicia sul treno. La cosa strana e' che appena ho finito di leggere questo libro, sono arrivati i temporali e la temperatura si e' un po' abbassata. Coincidenza? Puo' darsi. Peccato non averlo letto prima!

Per quanto riguarda Marco Vichi, e' nato nel 1957 a Firenze e ha scritto molto tra racconti e testi teatrali. Ha pubblicato molti libri per l'editore Guarda e dal 2002 ha dato vita al commissario Bordelli, che spero di continuare a incontrare nelle mie prossime letture.

Concludendo, non mi resta che consigliarvi questo libro, adatto a tutti i fan del genere giallo un po' soft. E' piu' un romanzo che un giallo, con un personaggio d'eccezione che a me e' piaciuto molto, insieme anche ai tanti amici e colleghi che qui non ho descritto per lasciare a voi il piacere di scoprirli. Sono sicuro che vi piaceranno.

Buona lettura a tutti!