Pioggia (xx.xx.2005)

La pioggia picchiava come un batterista impazzito sul tettuccio dell'auto.

I vetri appannatisi lentamente imprigionavano gli occupanti in un mondo isolato, ristretto e caldo. Ma il caldo era piacevole in quella serata di fine settembre, coi termometri che all'esterno segnavano appena quindici gradi sopra lo zero.

Il silenzio quasi magico era interrotto solo dalla musica a bassissimo volume che proveniva dall'autoradio. Persino il suono delle auto che sfrecciavano sulla strada bagnata a pochi metri di distanza veniva attutito e scompariva, come appartenente ad un'altra realta'.

Gli unici altri suoni nell'auto erano i sospiri eccitati degli occupanti.

Il ragazzo aveva acceso anche il riscaldamento per permettere alla ragazza di spogliarsi. E lei non si era fatta pregare. Ora, con i sedili reclinati, i due stavano arrivando al culmine del rapporto. Erano nudi, i vestiti buttati sul sedile posteriore alla rinfusa.

Il suono della pioggia continuava, creando un ritmo che si fondeva alla perfezione con tutto il resto fino a creare un suono unico. E questo eccitava ancor di piu' la ragazza. Era stato proprio questo suono a convincerla. Il suo compagno era bello, perfino simpatico, ma era quel suono che alla fine l'aveva fatta decidere.

Proprio quel suono l'aveva spinta a chiedere al ragazzo di accostare nel primo posto solitario lungo la strada interrompendolo mentre parlava e lui non aveva protestato. Anzi, un sorriso di trionfo aveva fatto una fuggevole apparizione sul suo volto per poi scomparire nelle ombre della notte.

Lei pero' se n'era accorta, ma non aveva detto niente: in quel momento non aveva importanza.

Lei ora stava per arrivare al suo secondo orgasmo, cosa che credeva impossibile. Ma stava succedendo. E tutto grazie a quel suono.

Lui si ritiro' soddisfatto qualche minuto dopo. Rimasero in silenzio per un po', gustando le sensazioni che passavano ed esplodevano nei loro corpi sudati.

- E' stato fantastico - disse lui poco dopo e cosi' ruppe l'incantesimo in cui lei era imprigionata.

Un senso quasi di sconfitta invase l'animo della ragazza, subito sostituito da una rabbia crescente.

Lego' i lunghi capelli biondi in una coda di cavallo e si sporse verso la borsa buttata disordinatamente insieme ai vestiti sul sedile posteriore.

- Per te come e' stato? - le chiese il ragazzo.

Aveva gli occhi chiusi, ma il tono della ragazza quando rispose glieli fece subito riaprire.

- Bello - aveva detto, ma c'era qualcosa che non andava nel tono usato per quell'unica parola. C'era una nota di serieta', quasi di sensuale cattiveria.

La ragazza era inebriata da queste sensazioni.

Si avvicino' di nuovo a lui e gli si mise sopra. Il volante ingombrava un po', ma lei non ci fece caso.

L'interno dell'auto era quasi completamente buio, ma il ragazzo vide comunque il guizzo di una lama calare sul suo petto indifeso. Il suo cuore fu squarciato ancora prima che lui potesse rendersi conto di quello che stava succedendo ed accennare ad una minima difesa.

Il coltello scese rapido per tre volte su di lui, ma il ragazzo era gia' morto fin dal primo affondo.

Il sangue, sgorgando copioso dalle ferite, fini' sul corpo della ragazza, che non fece niente per sottrarvisi.

Si chino' sul viso del morto e bacio' quelle labbra ormai senza vita, quasi un saluto o un tentativo di chiedere perdono per il suo gesto passionale. Poi scese sulle ferite e lecco' parte del sangue. Quando si rialzo', sorrideva deliziata dal sapore salato del potere e della vita che le impregnava la bocca.

Con un solo gesto, apri' lo sportello e scese dall'auto.

La strada era nascosta dagli alberi che la circondavano.

Lascio' che la pioggia lavasse il suo corpo, come fosse una doccia gigantesca.

Era bellissimo sentire l'acqua scorrere su di lei, tra i capelli, sulle spalle, sui seni. E tra le gambe. E cio' le procuro' una fitta notevole di piacere.

Non sentiva la bassa temperatura esterna. Non sentiva niente, a parte il benessere del potere derivante dal suo gesto improvviso. L'euforia la riempiva completamente, facendole quasi scoppiare il cuore.

Passo' le mani sulle macchie di sangue piu' ostinate e le lavo' via. Poi rimase ferma ancora qualche minuto. Quindi risali' sull'auto attraverso lo sportello posteriore e si rivesti'. Recupero' tutta la sua roba e indosso' l'impermeabile.

Era certa, anche se non sapeva perche', che la pioggia sarebbe scesa per tutta la notte. Quindi apri' il tettuccio scorrevole e l'acqua inizio' ad entrare nell'auto.

Chiuse le porte, rimase a fissare per qualche secondo cio' che aveva fatto. L'abitacolo sarebbe stato sotto la pioggia per qualche ora e tutte le tracce del suo passaggio sarebbero state lavate via. Sarebbe rimasto solo quel corpo, ormai un inutile involucro. Guardarlo non le fece provare alcun rimorso: si sentiva semplicemente libera. E felice. Solo questo importava.

Tutto sembrava in ordine. Cosi' se ne ando'.

Il suo orologio segnava appena le undici e venti: la notte era ancora giovane e molte altre cose potevano succedere.

Si allontano' di qualche centinaio di metri e raggiunse la strada.

Aspetto' e l'attesa non fu lunga.

In lontananza vide due fari avvicinarsi. Alzo' il pollice e si mise bene in vista facendo accostare l'auto. Era una cabriolet. Lei sorrise e sali'. C'era solo il conducente.

- Cosa ci fai in giro a quest'ora e con questo tempo da lupi? - le chiese.

Anche lui sorrideva. L'aveva scambiata per una prostituta e questo lei lo sapeva.

- Il mio ragazzo mi ha piantata in asso. Sai, abbiamo litigato e cosi' mi ha scaricata - disse, usando la prima scusa che le venne in mente.

- Che stronzo - rispose lui e riparti' - Io sto andando a casa, ma, se mi dici dove abiti, ti ci porto volentieri.

- Puoi lasciarmi nella prima citta' che incrociamo. Poi mi arrangio.

- Come vuoi. Ci vorranno una ventina di minuti. Sai, io sono un elettricista e mi occupo di....

Ma lei non lo stava piu' a sentire. Ascoltava solo il suono della pioggia che batteva sul tettuccio.

Quel suono la eccitava. La rapiva verso un mondo magico, lontano dalla realta' di ogni giorno.

- Perché non ti fermi in un posto un po' appartato? - gli chiese interrompendolo.

Lui non disse altro e sorrise. Gli stava capitando qualcosa che aveva letto solo nei racconti dei giornali porno che ogni tanto comprava: una bella sconosciuta caricata per strada che voleva fare sesso senza pretendere niente in cambio. I suoi amici non gli avrebbero mai creduto, ma stava succedendo.

Vide una stradina sterrata poco piú avanti e svolto'. Ne segui' il percorso per un po', immergendosi nel folto degli alberi e poi fermo' l'auto.

Lei inizio' a spogliarsi mentre la pioggia continuava a battere sul tettuccio dell'auto.

Quel suono era inebriante. Quel suono era tutto. Quel suono era straordinario.

Quel suono era magico.