Natura morta (2003)

La Maledizione di Medicine Creek

Titolo italiano: Natura morta

Titolo originale: Still Life with Crows

Anno di pubblicazione: 2003

Edizione: Best Thriller SuperPocket

Pag.: 412

Prezzo: Euro 4.90

Finito il: 23/08/2005

Vantaggi: Un giallo avvincente con tinte soprannaturali di una coppia di scrittori ormai collaudata.

Svantaggi: Nessuno. Forse un po' prevedibile in certi punti.

Medicine Creek e' una sonnolenta cittadina della Cry County, nello stato del Kansas.

E' tranquilla, isolata in un mare sconfinato di granturco che la circondata su tutti i lati.

Il mais, che una volta veniva usato per fare mangime, adesso e' destinato alla produzione di carburante (non chiedetemi come, non sono un chimico e nel libro purtroppo non viene spiegato). A parte pochi indefessi contadini superstiti, i campi di mais appartengono ad una multinazionale, che li lascia crescere e prosperare per poi arrivare un giorno con macchine enormi a raccogliere i dorati frutti.

L'altra attivita' di Medicine Creek e' una fabbrica dove vengono smembrati ogni giorno migliaia di tacchini per il commercio della carne: viene descritto benissimo il metodo usato, e non c'e' da stupirsi se la maggior parte della gente che vi lavora (la maggior parte degli abitanti di Medicine Creek) ha smesso di mangiare tacchino ed e' diventata quasi vegetariana.

C'e' una speranza di benessere nell'aria, che potrebbe portare un po' di ricchezza: si parla di un esperimento universitario su un mais geneticamente modificato, ma deve ancora essere deciso dove verra' fatto.

Siamo in piena estate, le piante di mais si ergono alte, superando i due metri d'altezza e soffocando nella loro morsa le poche case del centro di Medicine Creek, sorte all'incrocio di due strade che collegano il nord al sud e l'est all'ovest, diritte come lancie.

L'aria e' rovente per il sole che picchia senza pieta' sulla terra riarsa, i pochi condizionatori funzionano a pieno regime e le auto si trasformano in forni. Ma la gente, seppur lamentandosi, vi e' abituata. Quella poca che ancora resiste. Gia' perche' i giovani, raggiunta la maggiore eta' e finito il liceo, scappano verso orizzonti piu' promettenti in cerca di una vita migliore e un po' piu' movimentata.

Ma a Medicine Creek l'avventura sta per arrivare, accompagnata dal terrore e dal sangue.

In una cittadina dove l'ultimo omicidio e' avvenuto all'inizio del secolo e i crimini peggiori si riducono ad atti di vandalismo e piccoli furti, lo sceriffo Dent Hazen si trova coinvolto in un efferato omicidio. Nonostante la sua poca esperienza in materia, Hazen sembra un esperto e ha una capacita' notevole nell'identificare tracce e prove.

L'omicidio viene annunciato dal lento volo circolare degli avvoltoi che inizialmente fanno pensare a qualche animale morto e in decomposizione all'interno del grande mare di granturco. Hazen, anche se non e' proprio uno dei suoi compiti, va a controllare di che animale si tratta per eliminarne poi la carcassa e scopre invece che e' qualcosa di piu': in mezzo ad una radura perfettamente circolare (il mais e' stato tagliato apposta per ottenerla), trova una donna posta al centro di un cerchio di corvi impalati su vecchie frecce indiane. Hazen fa intervenire la Polizia di Stato, pensando (anzi, sperando ardentemente) che il crimine non rientri nella sua giurisdizione. Ma purtroppo tocca a lui indagare sull'orrendo delitto.

La vittima si chiamava Sheila Swegg, abitava a Bromide, Oklahoma, e aveva una fedina penale non proprio immacolata: piccole cose, certo, soprattutto truffe. Ma la sua attivita' principale era fare la cacciatrice di reliquie indiane. E il modo in cui e' stata uccisa ricorda molto i rituali indiani.

Questo ovviamente e' solo il primo omicidio di una serie che fa ricordare agli abitanti di Medicine Creek la Maledizione che aleggia sulla citta', legata ad un lontano Massacro.

Non vi svelero' altro, se non la presenza dell'agente speciale Pendergast del Federal Bureau of Investigation (FBI), che si "precipita" sul caso alla velocita' della luce. La sua collaborazione alle indagini non e' ufficiale, ufficialmente e' in vacanza e sta indagando per puro interesse personale, condividendo con lo sceriffo le sue scoperte.

Pendergast e' strano, anche se questo aggettivo e' molto riduttivo nel descriverlo.

Il suo nome di battesimo non viene mai detto esplicitamente (qualcosa che inizia per "Al", ma risulta troppo complicato per leggerlo dai documenti e al lettore non viene fornito altro indizio). E' alto e magro, sulla quarantina, con la pelle quasi trasparente per quanto e' pallida. Gli occhi sono grigio-azzurri e luminescenti, talmente chiari da farlo apparire come un morto vivente (penso che si faccia riferimento ai vampiri, ma e' solo una mia impressione). Il suo aspetto mette i brividi e lui non fa nulla per fugare quest'impressione. Sotto il sole cocente cosi' come nell'afa soffocante, veste sempre di nero, con un abito completo e fatto su misura, impeccabile per la sua eleganza. I suoi modi sono quelli raffinati da gentiluomo del Sud e non perde quasi mai la calma.

Pendergast e' ricco, non ha problemi di soldi grazie ad una eredita' ricevuta da poco. Non si lascia andare ai sentimentalismi. Ha una cultura smisurata che va dalla biologia alla medicina alla storia... lo scibile umano sembra far parte di lui. E' atletico e forte. Conosce le arti marziali e le tecniche di meditazione orientale.

Pendergast non sembra di questo mondo per quanto e' perfetto. Ma anche lui ha le sue tare da nascondere e ve le lascio scoprire da soli. In questo libro se ne svelano poche, ma se leggete i precedenti ("Relic", "Reliquary, "La stanza degli orrori", ecc.) ne troverete altre. Sarebbe preferibile leggere questi libri nell'esatto ordine cronologico per scoprire Pendergast nel modo giusto e capire piu' a fondo certi riferimenti proposti in "Natura morta", ma se si tralasciano questi piccoli particolari, il libro risulta abbastanza indipendente.

Ad aiutare Pendergast nell'indagine c'e' Corrie Swanson, una diciottenne un po' dark, con i capelli tinti di viola, le labbra colorate di nero, gli abiti sempre di questo colore e una madre alcolizzata che fa la cameriera e con la quale non va d'accordo. Vive in una vecchia roulote ai margini della citta' e ha continui problemi con la legge dovuti al suo spirito ribelle. Anche se e' maggiorenne, le manca ancora un anno di liceo prima di scappare da Medicine Creek e dai suoi abitanti, che odia e dalla quale e' mal sopportata.

Corrie e' una ribelle che conosce il posto e che non si fa problemi nel trattare con la gente. Sono queste le ragioni che spingono Pendergast ad assumerla prima come autista e poi come assistente ad uno stipendio da favola (150$ alla settimana).

Un piccolo particolare che mi ha incuriosito: Corrie sta leggendo un libro che si porta dietro per tutta la storia e che si intitola "Ice Limit". Uno dei libri della coppia Preston&Child ha lo stesso titolo. Che sia lo stesso? Chissa'!

E infine c'e' Dent Hazen, sceriffo di Medicine Creek. E' un uomo basso, tarchiato ma robusto come un bulldog. Incute rispetto. E' vedovo e ha un figlio all'ultimo anno di liceo con un carattere completamente opposto al suo. Hazen e' ligio al dovere, e' duro ma abbastanza giusto, anche se si lascia prendere dall'ira. Adora il suo vice, Tad Franklin, che vorrebbe tanto come figlio e che in realta' sogna solo di scappare verso un posto migliore. Ma intanto rimane ad imparare il mestiere da Hazen e Hazen lo sceriffo sa farlo molto bene, nonostante i suoi modi da campagnolo.

"Natura morta" e' un altro capolavoro dell'ormai collaudata coppia Douglas Preston e Lincoln Child, che ha sfornato fino a questo momento ottimi libri a meta' tra l'horror e il thriller. In tutti quelli che ho letto questi due generi convivono. Alcuni sembrano un po' troppo fantasiosi, ma altri purtroppo assumono le tinte fosche della realta' e sono questi quelli che fanno maggiormente paura.

Non ho frasi particolari da riportare, non si tratta di libri scritti per far riflettere (anche se certi argomenti sono attuali e delicati). Si tratta di azione e adrenalina che si mette in circolo ad ogni voltar di pagina. Ma e' una forma di "avventura" ottimamente costruita, basata su nozioni scentifiche e storiche nelle quali si fondono appieno le esperienze dei due scrittori: Preston ha studiato matematica, biologia, fisica, antropologia, chimica, geologia e astronomia prima di passare alla letteratura. Ha lavorato per alcuni anni al Museo di Storia Naturale di New York, che verra' poi usato come ambientazione per il romanzo "Relic" e poi "Reliquary". E nel 1986 lascia tutto per dedicarsi interamente alla scrittura.

A differenza di Preston, Lincoln Child e' uno scrittore da sempre (anche se con qualche infarinatura di medicina). Da sempre la sua amante principale e' la letteratura e dopo gli studi, lavora come editor.

E' all'incirca nel 1990 che la coppia Preston&Child da' alla luce il bellissimo "Relic", dal quale e' stato tratto anche un film (che purtroppo non ho visto).

E con questo chiudo.

Consiglio questo libro agli amanti dei thriller con sfondi soprannaturali.

E' una lettura perfetta nelle buie sere temporalesche, quando il vento fuori sussurra lento agli alberi, raccontando di posti lontani e fantastici.

Certi passaggi sono forse un po' banali e l'assassino, almeno per quanto mi riguarda, risulta prevedibile. Ma questo non rovina la lettura.

Buona lettura a tutti!