Lasciami entrare (2004)

Eli e Oskar

Gia' pubblicato in: http://www.ciao.it/Lasciami_entrare_John_A_Lindqvist__Opinione_1273425

Titolo italiano: Lasciami entrare

Titolo originale: Låt den rätte komma in

Anno di pubblicazione: 2004

Edizione: Marsilio (2006)

Pag.: 461

Prezzo: Euro 12.50

Finito il: 13/03/2011

Vantaggi: Storia fantastica a tinte horror e vampiresche. Ben scritta. Ottima trama

Svantaggi: Nessuno

"Il merito di Lindqvist non e' soltanto quello di aver portato agli onori delle classifiche l'horror svedese. Soprattutto, Lindqvist ha restituito dignita', valore simbolico e potenza mitica alla figura stessa del vampiro"

dice Loredana Lipperini, giornalista de' "La Repubblica". La frase e' riportata sul retro della copertina del libro "Lasciami entrare" (titolo originale "Låt den rätte komma in") scritto nel 2004 da John Ajvide Lindqvist e arrivato in Italia nel 2006 edito dalla Marsilio.

Prima di spiegare perche' ho voluto iniziare questa recensione con la frase della Lipperini, vediamo chi e' l'autore.

Nato in Svezia nel 1968, Lindqvist e' cresciuto a Blackeberg, il sobborgo di Stoccolma usato per ambientare la storia di "Lasciami entrare". Nella breve biografia c'e' scritto che Lindqvist ha fatto per anni il prestigiatore. Ora e' autore televisivo e sceneggiatore (film e teatro). In Italia sono arrivati altri due suoi libri, "L'estate dei morti viventi" e "Il porto degli spiriti", che pero' non ho letto... ancora.

Un accennno di trama

Ottobre 1981, Blackeberg, vicino a Stoccolma (Svezia).

Oskar e' un tredicenne come tanti altri. Figlio di genitori divorziati, vive con la madre e ha una passione per le storie di crimini sanguinosi che colleziona sotto forma di articoli di giornale raccolti in un grande album. E' autore anche di piccoli furti, ma questo indica solo un disagio interiore, legato ai soprusi subiti da un gruppo di bulli che scorrazzano nella sua scuola e a cui non sa tener testa.

Una sera, nel cortile in comunione con altri palazzi del quartiere, Oskar incontra Eli. All'apparenza si tratta di una ragazzina dodicenne esile dai lunghi capelli neri e dai vestiti sporchi e leggeri, inadatti al freddo della stagione. Oskar sa dove abita, ma e' la prima volta che la vede. Chissa' perche', inizia a frequentarla, sempre di sera. Non la vede a scuola, non la vede uscire di giorno. Sa solo che vive con un uomo trasandato e solitario.

Presto scopre la vera natura di Eli. Si tratta di un vampiro.

E quasi contemporaneamente fatti sanguinosi iniziano a capitare nei dintorni di Blackeberg.

A voi scoprire il resto.

Le mie considerazioni

Lindqvist e' bravo. Il suo modo di scrivere e' quello tipico degli autori nord-europei: tranquillo, senza fretta, molto descrittivo. Ma e' esente da noia. Racconta la storia quasi fosse un biografo, giorno per giorno, incrociando le vite dei suoi personaggi in modo inizialmente incomprensibile, ma comprensibile in un secondo momento con il procedere della storia.

Ovviamente i protagonisti principali sono Oskar e Eli, due ragazzini simili a tanti altri, con molti problemi e bisognosi di compagnia e amicizia. Ed e' quello che trovano, comprendendo i problemi reciproci e cercando di porvi rimedio.

Seppur ambientato nel 1981 e con tinte fantastiche, la storia e' assolutamente attuale: il bullismo nelle scuole continua ad esserci e puo' sfociare anche in tragedia, quasi tra l'indifferenza generale; la solitudine dei figli di divorziati o semplicemente con genitori che lavorano e' all'ordine del giorno e questo porta alla noia, alla mancanza di valori e al bisogno di attirare l'attenzione, anche in modi sbagliati come piccoli furti o violenze.

Ed ora torniamo alla frase della Lipperini, in particolare alla "dignita', valore simbolico e potenza mitica" per la figura del vampiro. Negli ultimi anni sono spuntate storie piu' o meno melense di amori adolescenziali tra umani e vampiri o licantropi. Le ho lette anch'io, lo ammetto, trovandone anche alcune ben fatte.

La figura mitica dei vampiri e dei licantropi ha subito un drastico ridimensionamento, perdendo il sapore sanguinario, pauroso e in parte sensuale di queste figure tragiche e violente. Lindqvist ha scritto una storia in cui i vampiri si comportano com'e' nella loro natura: sono creature che vivono e sopravvivono bevendo sangue umano. Uccidono per questa ragione. E uccidono anche per ridurre la diffusione della loro "malattia".

Eli e' eternamente giovane, non ha conosciuto l'eta' adulta ne' gli amori adolescenziali. Conosce l'amicizia, e l'amore che questa nasconde. E conosce Oskar, al quale si lega senza alcuna apparente ragione se non una certa affinita' d'animo (se si puo' parlare di anima per un vampiro). Ma l'amicizia e' cosi', e' fatta di attimi colti e nasce dove meno te lo aspetti. Nello stesso modo puo' sfumare e sparire, soprattutto quando manca il tempo per coltivarla a dovere.

Eli uccide per sopravvivere. Non e' un Edward "vegetariano" dall'aspetto malaticcio e tanti dubbi di coscienza. Non e' uno Stefan con anelli "magici" che permettono di vivere alla luce del sole. E nemmeno licantropi che si trasformano solo all'avvicinarsi del freddo per arrivare a trasformarsi definitivamente in lupi.

La storia passata di Eli viene raccontata a spizzichi e mozzichi, quasi intuita. E rimane un alone di mistero che potrebbe essere utilizzato per ulteriori capitoli. Ma se non ci saranno, non e' un problema: la storia sta in piedi cosi' com'e'.

E mi e' piaciuto leggerla, 461 pagine lette e gustate completamente.

Da questo libro e' stato ricavato l'omonimo film, anzi due: una prima e pluripremiata versione svedese diretta da Tomas Alfredson e un secondo (probabilmente inutile) remake americano di Matt Reeves. Io non ho visto nessuno dei due, ma e' normale: preferisco l'horror letterario a quello cinematografico. Pero', dopo aver letto il libro, mi sono incuriosito e chissa' che non violi questa mia preferenza.

Concludo consigliando ovviamente la lettura di "Lasciami entrare" agli amanti delle storie fantastice a tinte horror e agli amanti delle vere storie di vampiri.

Buona lettura a tutti!