Il sacrificio (2000)

In nome delle leggi antiche...

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Titolo italiano: Il sacrificio

Titolo originale: Stum sitter guden

Anno di pubblicazione: 2000

Edizione: Newton Compton (2011)

Pag.: 287

Prezzo: Euro 9.90

Finito il: 24/07/2011

Vantaggi: Thriller svedese ben scritto. Primo della serie. Buono.

Svantaggi: Nessuno

Un altro grande filone che si distingue nel genere thriller e' formato dagli scrittori nord-europei. Tra i tanti nomi venuti alla ribalta ultimamente, posso citare Hanning Mankell (autore della serie su Wallander), Håkan Nesser (autore della serie del commissario Van Veeteren), Lars Kepler ("L'ipnotista") e Stieg Larsson (la serie Millenium).

Forse quest'ultimo si discosta leggermente dagli altri perche' il suo modo di scrivere si avvicina maggiormente al thriller americano.

Tornando al thriller nord-europeo, si nota una certa lentezza nella storia e un occhio particolare dell'autore verso il lato privato dei suoi personaggi. Wallander o Van Veeteren non sono eroi dediti completamente al loro lavoro di poliziotto, ma uomini con problemi personali, magari in famiglia, anti-eroi che vedono le indagini svolgersi e progredire a volte senza un loro contributo diretto.

Anna Jansson e' entrata nella mia lista di autori thriller nord-europei.

Come al solito ho trovato il suo libro nella vetrina della Feltrinelli di Porta Nuova a Torino. Si intitola "Il sacrificio" (titolo originale "Stum sitter guden") ed e' stato scritto nel 2000, arrivando in Italia solo nel 2011 edito dalla Newton Compton, che ne ha lanciato l'edizione rilegata a 9.90 euro. Anche per questo, ha attirato la mia attenzione.

Come ho scoperto da una ricerca in internet, "Il sacrificio" e' il primo della serie che ha per protagonista la poliziotta Maria Wern. Quindi era perfetto da leggere.

Venendo alla scrittrice, che non conoscevo, Anna Jansson e' nata nel 1958 in Svezia (a Visby, sull'isola di Gotland). Questi sono praticamente tutti i dati riportati nella breve biografia che si trova sulla copertina del libro. Si aggiunge solo che ha scritto undici romanzi della serie su Maria Wern e ha venduto piu' di un milione di copie in vari Paesi. Sembra abbia ispirato anche una serie televisiva, di cui pero' non so nulla.

Un accenno di trama

22 dicembre di un anno imprecisato, a Kronköping, vicino ad Uppsala (Svezia).

Viene trovato il cadavere di un uomo. E' appeso ad un frassino per il collo, otto animali impiccati intorno a lui e una lancia infilata nel corpo, oltre a vari altri tagli e le unghie delle dita tagliate in profondita'.

Maria Wern fa parte della squadra che si reca sul posto per indagare. Da diversi anni in polizia, ha un marito, Krister, e due bambini. E una suocera che la fa ammattire.

Insieme ai colleghi inizia ad indagare sull'omicidio. E l'aiuto di un amico professore di storia antica porta alla scoperta che si tratta di un sacrificio eseguito secondo le antiche tradizioni in onore di Odino e di altri Asi dell'Olimpo vichingo.

A voi scoprire il resto.

Le mie considerazioni

Dopo aver letto "American Gods" di Niel Gaiman, qualche infarinatura della mitologia nordica mi era rimasta e ho riconosciuto subito il rituale del sacrificio. Questo pero' non mi ha rovinato la lettura del libro perche' tutta questa parte si scopre fin dai primi capitoli. Cio' che viene dopo e' stato una sorpresa.

Come dicevo su, il modo di scrivere di Anna Jannson si inserisce nel filone del thriller nord-europeo. Maria Wern e' un personaggio tipico: poliziotta appassionata, ha una vita difficile in famiglia, a causa di una suocera invadente e un marito poco responsabile. Quindi la vita privata si intreccia a quella lavorativa in modo inestricabile e l'indagine si evolve quasi per conto suo, neanche avesse vita propria.

La Jannson scrive bene e questo mi ha stupito, essendo questo il primo romanzo della serie. Solitamente le prime opere risentono della poca esperienza del loro autore. Ora sono curioso di vedere come sono i prossimi libri.

Se qualcuno non ha mai letto libri di autori svedesi, potrebbe rimaner colpito dal fatto che i personaggi si danno sempre del tu. E' normale: in una nota trovata in un altro libro svedese ho scoperto che in Svezia tutti si danno del tu. Se si passa al lei, e' solo per mantenere le distanze da una certa persona, una formalita' che rende piu' formali gli scambi di battute tra interlocutori.

Non credo ci sia altro da dire. Concludo quindi consigliando questo libro agli amanti del thriller. E' il primo episodio di una serie, e' venduto ad un prezzo basso ed e' scritto bene: tre ottime ragioni che lo rendono perfetto come lettura estiva.

Buona lettura a tutti!