La foresta dei pigmei (2004)

La trilogia di Aquila e Giaguaro: ultimo capitolo?

Titolo italiano: La foresta dei pigmei

Titolo originale: El Bosque de los Pigmeos

Anno di pubblicazione: 2004

Edizione: Feltrinelli (Universale Economica n.1897)

Pag.: 189

Prezzo: Euro 8.00

Finito il: 25/01/2007

Vantaggi: Racconto d'avventura per concludere la trilogia della Allende

Svantaggi: Perde un po' di originalita'

Ed eccoci arrivati a quello che sembra il capitolo conclusivo della trilogia dedicata da Isabel Allende ad Alex il Giaguaro e Nadia l'Aquila: "La foresta dei pigmei".

Dopo l'America meridionale e l'Asia, ora tocca all'altro continente ancora spirituale e misterioso della Terra, l'Africa.

Con questo si concludono (forse) le avventure dei due ragazzi gia' protagonisti di "La citta' delle Bestie" e "Il Regno del Drago d'Oro".

Sara' veramente l'ultima avventura? Per ora sembra proprio cosi' e in futuro si vedra'.

Accompagnamo quindi Alex, Nadia, la nonna Kate e i due fotografi Joel González e Timothy Bruce in un safari organizzato da Michael Mushaha, un vecchio amico di Kate.

Il safari si svolge senza grossi inconvenienti fino al momento di tornare a casa.

Quel giorno capita all'accampamento fratel Fernando, un missionario spagnolo proveniente dal Ruanda e diretto a Ngoubé, un villaggio dell'Africa equatoriale, alla ricerca di altri due missionari di cui non si ha piu' notizia. La regione e' tra le piu' selvagge e poco esplorate del continente e il gruppo di giornalisti non si lascia scappare l'occasione per un nuovo scoop e una valanga di avventure.

Riusciranno i nostri eroi a ritrovare i due missionari dispersi?

A voi scoprirlo.

La storia, dopo aver letto le due precedenti, non riserva piu' grosse sorprese perche' segue i ben oliati e sicuri canoni gia' assaporati nelle precedenti avventure.

Nella prima c'erano le Bestie, gli indios e la religione animista della regione amazzonica.

Nella seconda avventura si trovavano gli yeti, il popolo del Regno Proibito e il buddhismo.

Qui infine abbiamo i gorilla, i pigmei e un misto tra il cristianesimo dei missionari e il vudu' dei popoli africani con i loro stregoni e gli spiriti.

Il modo di raccontare della Allende e' sempre eccellente e non decade. Puo' darsi che questo romanzo, non debba essere visto come una cosa a se', ma come un dovuto epilogo utile a chiudere l'incontro tra noi lettori e i personaggi che ci hanno accompagnato nei due libri precedenti.

Ritroviamo Alexander appena diciottenne in procinto di studiare medicina e diventare un bravo dottore, come suggeritogli dallo sciamano Walimai ne "La citta' delle Bestie".

Ritroviamo Nadia quindicenne sbocciata in una bella ragazza dalla pelle color del miele, che studia a New York, ospite di Kate.

E ritroviamo l'amicizia tra Alex e Nadia approfonditasi sempre piu'.

Kate e' sempre la solita scorbutica ed eccentrica vecchietta con qualche acciacco in piu' e la stessa voglia di viaggiare di sempre.

E Boroba', la scimmietta, e' la solita dispettosa e tenera amica di Nadia ed Alex.

Quindi in questo libro la vera protagonista, oltre all'avventura, e' l'amicizia, quel nobile sentimento che e' solo una delle tante sfaccettature dell'amore:

"La vera amicizia [...] resiste al passare del tempo, e' disinteressata e generosa, non chiede nulla in cambio, se non lealta'", si legge nel libro.

Puo' essere diversamente?

L'amicizia nasce dal nulla e a volte in modo inaspettato e ci accompagna per tutta la vita.

A volte va anche oltre la morte: ci sono un paio di amici a cui voglio ancora bene nonostante la morte ci abbia separato da tempo. Ma in fondo non ci ha separato perche' loro continuano a vivere in me e fino a quando non mi dimentichero' di loro, non potranno mai morire.

Ma per tornare tra i vivi, ho trovato tante persone amiche nella mia vita, piu' di quanto probabilmente meriti. Saro' un uomo fortunato, chi lo sa? Non ho i poteri soprannaturali di Alex e Nadia, ma nella mia normalita' spero di essere un buon amico per tutte le persone che imparano a conoscermi.

Perfino su questo sito ho trovato persone speciali che reputo amiche seppur non abbia mai avuto la possibilita' di incontrarle. Questo e' un handicap? Non credo: l'incontro dal vero puo' solo dare un piccolo contributo a cio' che sento per loro gia' adesso. Cio' che chiedo in cambio e' in fondo solo un po' di sincerita'. Se c'e' questa, tutto il resto non ha importanza.

Detto questo chiudo consigliando questa trilogia della Allende. Vi raccomando solo di leggerla nell'esatto ordine per non rischiare di anticipare le sorprese dei tre libri.

Buona lettura a tutti!