Undici minuti (2003)

C'era una volta una prostituta...

Titolo italiano: Undici minuti

Titolo originale: Onze minutos

Anno di pubblicazione: 2003

Edizione: Bompiani - Libri ORO n.11

Pag.: 263

Prezzo: Euro 6.00

Finito il: 25/08/2006

Vantaggi: Storia di una prostituta raccontata nello stile di Coelho. E' una favola moderna con la durezza del mestiere piu' vecchio del mondo e le riflessioni di un'avventura

Svantaggi: Nessuno

«C'era una volta una prostituta di nome Maria.

Un momento. "C'era una volta" e' la frase migliore con cui cominciare una storia per bambini, mentre "prostituta" e' una parola da adulti. Come posso scrivere un libro che rivela questa apparente contraddizione iniziale? Comunque, visto che in ogni istante della nostra vita abbiamo un piede nella favola e l'altro nell'abisso, manterro' questo incipit.»

Cosi' inizia "Undici minuti", e nello stesso modo ho voluto iniziare io a parlare di questo libro. Perche' quella che ci racconta Paulo Coelho e' una favola un po' particolare, una favola che ha una parte di verita', una parte di realta' e una parte di sogno. La verita' deriva dalla vita di Maria, una prostituta che risiede a Losanna e che ha ispirato a Coelho questa storia, la sua storia. La realta' e' un termine che probabilmente potrebbe essere sostituito meglio con concretezza e racchiude quello che il lettore deve aspettarsi leggendo (vivendo) questa storia: Coelho non si nasconde dietro perifrasi o metafore, dice "pane al pane e vino al vino" senza mezzi termini, presentandoci la realta' del mondo in cui viviamo. E infine c'e' il sogno, quello di Maria, la protagonista, un sogno d'amore, un sogno che travalica la realta' e che rapisce il lettore nel ritmo lento delle parole di Coelho, che le accetta senza scandalizzarsi.

Proprio in un sogno le pagine di questo libro scorrono velocemente. Io, per esempio, mi sono ritrovato a meta' senza quasi accorgermene e maledicendo il fatto di dover interrompere la lettura per scendere dal treno quando ho raggiunto la mia destinazione.

"Mi fanno sognare" sono le parole rivolte a Coelho da un fan, Maurice Gravelines, incontrato alla Grotta di Lourdes, in Francia, parole che Coelho ha udito spesso dal 1995 ad oggi, come racconta lui stesso nella "Dedica" che precede l'inizio della storia. Coelho dice che rimase «sconcertato, sapendo che Undici minuti trattava di un argomento delicato, scabroso, scioccante. [...] Alcuni libri ci fanno sognare, altri ci portano la realta' - ma nessuno di essi puo' sottrarsi alla cosa piu' importante per un autore: l'onesta' con cui scrive».

E anche in questo caso, nonostante la delicatezza e la scabrosita' dell'argomento trattato, Coelho ha saputo far sognare il suo lettore. O almeno questa e' la mia opinione, l'opinione di un neofita.

E' infatti il primo libro di Coelho che leggo, un libro che forse fuoriesce dai suoi soliti schemi, almeno a sentire chi, di Coelho, ha gia' letto altro. Avrei iniziato volentieri dal suo primo "L'alchimista" del 1995, ma cosi' non e' andata e in fondo nemmeno mi dispiace, vuol dire che ora andro' alla ricerca delle precedenti opere di Coelho e faro' un'analisi dei cambiamenti avvenuti dal 1995 ad oggi.

Tanto per chiudere l'argomento AUTORE, leggo sulla sovracopertina che Paulo Coelho e' nato a Rio de Janeiro nel 1947, e' considerato uno degli autori piu' importanti della letteratura mondiale e le sue opere sono state pubblicate in piu' di centocinquanta paesi, tradotte in sessantuno lingue e hanno venduto piu' di ottantre milioni di copie. Sono numeri che lasciano il segno. Ho letto varie recensioni qui su Ciao sulle sue opere, ma fino ad ora non ho mai avuto la possibilita' (o volonta') di verificarle per bene. Ora finalmente ho potuto riempire, almeno in parte, questa mia imperdonabile lacuna. E ne sono soddisfatto.

Ma veniamo finalmente alla trama di questo libro.

E' la storia di Maria, una ragazza brasiliana, nata in un paesino dell'entroterra brasiliano con «solo un cinema, un locale e una piccola banca» e in attesa del principe azzurro che avrebbe conquistato il suo cuore. Penso che sia un desiderio comune a tutte le ragazzine del mondo (e forse ancora di molte donne piu' mature): l'amore di un principe azzurro.

«Il mio obiettivo e' comprendere l'amore», scrive Maria sul suo diario. Inizia a scriverlo quando ha all'incirca quattordici anni e gia' una delusione d'amore alle spalle, capitatale tre anni prima. Non e' una delusione d'amore atipica: due ragazzini che si incontrano lungo la strada che porta a scuola senza scambiarsi mai una parola. Maria e' contenta di fare la strada con lui sognando il giorno in cui si parleranno e lei potra' confessargli cio' che prova. Ma quando arriva il giorno fatidico e lui le rivolge la parola con una banale scusa, lei rovina tutto e ne soffre.

Leggendo la vita d'adolescente di Maria, ritroviamo i dolori giovanili dei neofiti dell'amore, pieni di incomprensioni e confusione:

«... coloro che hanno toccato la mia anima non sono riusciti a risvegliare il mio corpo, e coloro che hanno accarezzato il mio corpo non sono stati in grado di raggiungere la mia anima.».

E' importante parlare dell'adolescenza di Maria e dei suoi sogni perche' saranno fondamentali per capire le decisioni che segneranno il suo futuro.

A diciannove anni Maria fa un viaggio da sola a Rio de Janeiro e qui incontra Roger, uno svizzero in cerca di talenti. E Maria ha un talento particolare: e' molto bella. La bellezza apre tante porte e tanti cuori. Ha aperto il cuore del proprietario di un negozio di tessuti in cui Maria lavora nel suo paesino di provincia. Maria pero' non ricambia il suo amore ed e' in cerca di un'avventura. E' per questo che segue Roger in Svizzera, a Ginevra, per lavorare (o piu' precisamente essere sfruttata) in un locale come ballerina di samba.

La vita in Svizzera e' molto diversa da quella sognata da Maria: lavora tanto senza guadagnare quanto sperato. Si iscrive ad un corso di francese per riuscire almeno a capire la lingua. Finalmente la sua vita arriva ad una svolta: viene licenziata improvvisamente. E a Maria si aprono le porte dell'incertezza: spera di sfruttare la sua bellezza e lavorare come modella ma si ritrova a guadagnare mille franchi in cambio di una notte con un uomo. E' una scoperta scioccante, guadagnare vendendo il suo corpo. Ma per lei, nonostante la sua profonda religiosita', non sembra essere un grosso problema: i rapporti sessuali con un uomo non le procurano piacere.

«Si, forse l'amore e' in grado di cambiare una persona, ma la disperazione produce un mutamento piu' rapido».

Si puo' realmente parlare di disperazione per Maria? E' lei a fare le sue scelte, nessuno la obbliga. Potrebbe tornarsene in Brasile dalla sua famiglia, sposare il proprietario del negozio di tessuti e vivere una vita tranquilla al suo fianco. Ma si trova in un paese straniero, nessuno la conosce, nessuno conosce la sua famiglia. E cosi' fa la sua scelta, decide di intraprendere questa nuova avventura, ben decisa a guadagnare solo un po' di soldi per tornare a casa con tutti gli onori possibili e generare invidia nelle sue vecchie compagne di scuola.

Le porte del Copacabana in rue de Berne si spalancano davanti a lei. Il Copacabana e' un locale diretto da Milan, dove le ragazze "affittano i tavoli" in attesa dei clienti pronti a sborsare trecentocinquanta franchi (di cui cinquanta vanno a Milan per l'"affitto"). E' un ambiente elegante con clienti selezionati e abbastanza sicuri. E con tre regole da rispettare:

«La prima: non innamorarti di nessuno che incontri durante il lavoro e con cui fai l'amore. La seconda: non credere alle promesse e riscuoti sempre in anticipo. La terza: non usare droghe».

E ovviamente non cercare mai di rubare i clienti delle altre ragazze.

Da questa esperienza Maria ricava molte riflessioni sugli uomini, non tutte per me completamente esatte, ma comunque molto interessanti.

E scopre che tutto gira intorno a undici minuti, quelli che rimangono togliendo il tempo usato per spogliarsi, per qualche gesto tenero e alcune frasi ovvie di circostanza. Undici minuti di puro sesso, intorno ai quali il mondo sembra girare e gettare le basi di una vita.

Maria e' una prostituta-filosofa e osserva la sua vita come uno studioso, quasi con distacco. Le viene in mente di scrivere un libro ma poi ci ripensa (e' Coelho che lo fa al posto suo).

I libri diventano i suoi unici amici, oltre alla bibliotecaria che incontra per accrescere le sue conoscenze. Perche' se un lavoro deve essere fatto, allora deve essere fatto bene ed e' necessario documentarsi a dovere. La bibliotecaria diventa la sua unica amica di Ginevra, anche se non le confida mai la verita' sul suo lavoro, ne' sulla sua vita. Ma con lei Maria ama parlare quando va a prendere e riportare i libri che legge mentre aspetta i clienti seduta al tavolo del Copacabana.

Questa e' la vita di Maria, che giorno dopo giorno diventa quasi monotona. Ovviamente la storia non puo' finire cosi', perche' ci sono ancora i "clienti speciali" da scoprire.

Tutte le idee di Maria vengono rivoluzionate dall'ingresso di Ralph, un famoso pittore alla ricerca di una luce, la luce che vede in Maria, la luce che illumina l'anima di Maria. E le certezze di Maria vengono minate alla base.

Lascio a voi scoprire il resto.

La storia non e' semplice: parlare di prostituzione non e' facile. Coelho pero' riesce a farlo senza scandalizzare. Usa le parole esatte, non gira intorno agli argomenti ma non diventa morboso. Spiega e racconta come un grande scrittore deve fare, invitando il lettore a seguirlo nella vita e nei sogni di Maria. Quello che forse mi e' piaciuto meno e' che la scelta di Maria sembra in contraddizione con la presunta profonda religiosita' della ragazza. E' devota della Madonna, ma accetta con naturalezza il mestiere della prostituta, il guadagnare soldi vendendo il proprio corpo agli uomini.

La storia di Maria non e' una storia semplice, ma nemmeno tragica: nessuno la costringe, lavora in un locale con clienti selezionati (sono abbienti, sono dirigenti di banca, sono anche padri di famiglia, ma non sono pericolosi) e puo' decidere quando iniziare e quando smettere. Non tutte le prostitute del mondo possono dirsi cosi' fortunate. In fondo, quindi, quella di Maria e' davvero una favola.

Ci sara' il lieto fine? Be', voglio che siate voi a scoprirlo. La figura del pittore e' fondamentale e vorrei evidenziare alcune delle sue riflessioni (in cui mi ritrovo parecchio, soprattutto quando risponde alla domanda «Chi l'ha detto che [noi uomini] pensiamo solo al sesso?»), ma cosi' facendo svelerei troppo. Quindi, per rispetto a chi ancora deve leggere il libro, chiudo qui.

Io posso solo dire che il libro mi e' piaciuto e ho fatto bene a seguire il consiglio di alcune amiche che mi hanno spinto a leggerlo.

Lo consiglio quindi alle donne perche' e' una storia d'amore, ma lo consiglio anche agli uomini che intendono scoprire la psicologia femminile e non fermarsi solo alle apparenze: le donne non possono essere viste solo come oggetti sessuali, ma soprattutto come anime illuminate di una luce stupenda, tutta da scoprire.

Buona lettura a tutti!