L'abbazia degli innocenti (1995)

La prima indagine di sorella Fidelma(?)

Titolo italiano: L'abbazia degli innocenti

Titolo originale: Suffer Little Children

Anno di pubblicazione: 1995

Edizione: Hobby&Work

Pag.: 349

Prezzo: Euro 14.50

Finito il: 05/08/2005

Vantaggi: Giallo storico ambientato nell'Irlanda del 600 d.C., buona ambientazione e una protagonista ben caratterizzata

Svantaggi: Nessuno

Anno del Signore 665, regno di Muman, Irlanda.

E' in questo tempo e luogo che viene raccontata questa storia.

Sorella Fidelma di Kildare viene convocata urgentemente dal fratello Colgú, "tánaiste" (cioe' erede designato del re di Cashel, capitale di Muman) del regno di Muman. Il vecchio re Cathal e' in fin di vita, colpito dalla peste gialla che imperversa per tutta l'isola colpendo ricchi e poveri senza distinzione. Il re e' allo stremo e Colgú e' ormai alle soglie del trono. Ma c'e' un problema da risolvere urgentemente: nell'abbazia di Ros Ailithir il Venerabile Dacán, personalita' di spicco della Chiesa e cugino del re di Laigin, e' stato pugnalato e ucciso. La sua presenza all'abbazia era stata approvata dallo stesso re Cathal e il motivo era la consultazione dei testi della bibblioteca, oltre all'insegnamento.

E' necessario trovare il colpevole prima della grande assemblea indetta per decidere sull'accaduto, presieduta dal Re Supremo e dal sommo "brehon" Barrán, in pratica un giudice. Si tratta quindi di un vero e proprio processo.

Ma perche' e' stata chiamata proprio sorella Fidelma?

Prima di tutto lei e' una "dálaigh" d'Irlanda: questo termine indica un difensore della legge, in pratica una figura a meta' tra un avvocato e un investigatore moderno.

Inoltre l'abbazia, dove e' avvenuto il crimine, si trova nella regione della Corco Loígde, che fa parte del regno di Muman e l'abate Brocc e' cugino di Colgú e Fidelma, quindi imparentato con la famiglia reale. Secondo le leggi vigenti all'epoca, se non si trova un diverso responsabile, e' lo stesso Brocc ad essere ritenuto responsabile del crimine e a dover pagare l'indennizzo previsto (e' questa la condanna per un assassinio). Essendo pero' un crimine che coinvolge famiglie nobili, c'e' anche da pagare il "prezzo dell'onore" e, se l'accusato non e' in grado di pagare, sono i suoi consanguinei a doverlo fare in sua vece. In questo caso tocca a Colgú e il prezzo consiste nel regno di Osraige, vallasso di Mamun, che in passato era stato ceduto a questo regno da quello di Laigin per un fatto analogo.

Fidelma, affiancata da Cass, un giovane appartenente alla guardia personale del re di Cashel, viene mandata all'abbazia per indagare e scoprire la verita'.

Durante il viaggio si imbattono in Intat, un funzionario locale della Corco Loígde, intento con i suoi uomini a bruciare un villaggio, Rac ne Scríne, con la scusa di contenere e debellare un focolaio di peste gialla. Al massacro scampano una suora, Eistel, e alcuni bambini del suo orfanotrofio, che prontamente Fidelma e Cass portano con loro all'abbazia.

L'indagine ha inizio, tra misteri, morti, furti e fughe in un crescendo di tensione e azione.

Secondo il mio modesto giudizio, il libro e' davvero ben scritto e riesce a catturare il lettore nell'avvincente trama.

E' il primo (e non sara' certamente l'ultimo) libro di Peter Tremayne che leggo. Questo nome e' lo pseudonimo usato da Peter Berresford Ellis, nato nel 1943 da una famiglia di origine gallese/irlandese e laureato in Storia e Archeologia. Inizia la sua carriera come insegnante universitario e a questa professione affianca in un secondo tempo quella di scrittore.

Devo dire che Tremayne ha saputo fondere benissimo i suoi talenti, almeno in questo libro (devo ancora leggere gli altri per esserne veramente sicuro).

La trama e' ottimamente ambientata nell'antica Irlanda, divisa all'epoca in cinque regni principali comandati da un Re Supremo e nel complesso i suoi abitanti sono tutti convertiti alla Fede, cioe' alla religione cristiana, grazie all'opera di santi come Patrizio, di cui ho gia' avuto modo di parlare in passato. Ci sono ancora alcune vecchie tradizioni che sopravvivono ma la Chiesa di Roma sta poco per volta prendendo il sopravvento con monasteri in cui uomini e donne non possono piu' convivere. Non e' il caso dell'abbazia di Ros Ailithir, dove monaci e monache stanno ancora sotto lo stesso tetto e tra i quali e' persino consentito sposarsi. Sembra strano leggere queste cose, ma allora il matrimonio tra religiosi era permesso. Ed era anche permesso il divorzio. Non so se e' un fatto storico, ma vista la professione e gli studi dell'autore, tendo a credere che sia cosi'.

Tremayne e' davvero bravo a scrivere e alcuni passaggi sono quasi poetici. Un semplice esempio: "Il giorno e' ancora arrabbiato con se stesso" viene usato per indicare l'imperversare di un temporale.

Usa molto i termini irlandesi per indicare nomi, luoghi e cariche, spiegandone il significato e questo mi piace.

La protagonista, sorella Fidelma, e' molto ben caratterizzata. Il titolo che ho usato ha un punto interrogativo perche' in realta', da una ricerca su internet, ho trovato un paio di libri su di lei precedenti.

Come si puo' vedere dalla bibliografia della serie su sorella Fidelma, molti libri non sono stati ancora tradotti in italiano e quelli tradotti non sempre sono in successione temporale corretta. Proprio non capisco questa politica editoriale che non ha nulla di logico. Purtroppo non e' l'unico caso, ce ne sono altri, come per esempio i romanzi di Elizabeth George (e' uscito da poco "Scuola omicidi" che precede quelli fino ad ora pubblicati in Italia).

Tornando al libro in questione, in effetti questa non e' la prima indagine della suora: fin dalla prima pagina viene dipinta come una dalaigh esperta che ha viaggiato molto, arrivando persino a Roma per svolgere altre indagini che l'hanno resa quasi una celebrita'. Ovviamente questo non l'ha resa superba.

"Mostratemi una persona superba e io vi mostrero' una persona mediocre", dice al fratello.

Lascio a voi scoprire la personalita' di questo personaggio che, ne sono sicuro, mi riservera' altre piacevoli ore passate a leggere le sue avventure.

Ed ora una piccola parentesi personale.

Nel libro si parla di una figura particolare, l'"anamchara", che significa "amico del cuore". Nella Chiesa Irlandese tale figura sostituiva il confessore religioso dell'uso romano e poteva essere sia un uomo che una donna, anche non appartenenti alla Chiesa. Il ruolo dell'amico del cuore era basato sulla reciproca fiducia; non e' quindi un confessore ma un confidente, una guida spirituale. E' una figura particolarmente importante nel libro, ma e' una figura che trovo anche particolarmente importante nella vita di tutti i giorni e che, per mia fortuna, ho avuto modo di incontrare nella mia vita. Forse piu' di una volta.

Stranamente ho potuto incontrarla negli occhi nocciola di una persona che in verita' non ho ancora avuto il piacere di incontrare. E se stai leggendo queste righe, posso assicurarti che sei proprio tu! L'amicizia trascende tempo e spazio e va ben oltre il piano materiale. Forse non ci si incontra nella realta' fisica, ma i nostri spiriti si sono gia' incontrati piu' volte e i nostri pensieri hanno assistito a tanti nostri appuntamenti. Grazie, mia anamchara!

Buona lettura a tutti!