Il 10 agosto 1792 le quarantotto sezioni in cui era diviso il territorio di Parigi, ognuna dotata di una propria unità amministrativa, elettorale e politica, organizzate dal partito dei giacobini, insorsero, occupando l’Hôtel de Ville e insediando una nuova municipalità sotto il segno della rivoluzione. Denominata Comune e formata da delegati scelti nelle assemblee popolari delle sezioni, essa dichiarò il re decaduto e procedette alla sua incarcerazione.
I rivoluzionari si erano ormai insediati al potere. Folle di sanculotti - così erano designati gli estremisti, che indossavano pantaloni lunghi invece delle brache corte e attillate, le culottes, di moda presso le classi elevate - invasero le carceri, massacrando migliaia di prigionieri, accusati di essere schierati dalle parti dei nemici. Gli spargimenti di sangue divisero irrimediabilmente i vari schieramenti politici. L’Assemblea legislativa, eletta nel settembre 1791, vede ormai il successo delle forze più estremiste, che il 21 settembre 1792 decreteranno la nascita della Repubblica.
All’interno dell’Assemblea si opponevano tre diverse fazioni: i girondini, di idee liberali e sospettosi nei confronti della Comune, i montagnardi, spalleggiati dai rivoluzionari e la cosiddetta "palude", che ora si schiera da una parte, ora dall’altra. Fra i montagnardi spiccavano personaggi quali Robespierre, Danton, Marat ed il giovanissimo Saint-Just.
Frattanto era stato istituito il Tribunale rivoluzionario, uno speciale tribunale creato per processare i crimini contro gli ideali repubblicani della rivoluzione.
Il Comitato di Salute Pubblica, istituito il 6 aprile 1793, decretò la messa fuorilegge degli aristocratici, l’armamento delle sezioni popolari e la pena di morte per gli autori che avessero diramato pubblicazioni ritenute pericolose per la difesa delle istituzioni repubblicane, esautorando il governo moderato dei girondini. Il 2 giugno, attraverso una sollevazione popolare, si giunse all’arresto e alla successiva condanna a morte degli esponenti girondini più in vista ed i giacobini, dei quali i montagnardi erano l’espressione parlamentare, assunsero la guida del paese.
Contro la politica accentratrice e dittatoriale dei montagnardi, impersonati dalla figura di Robespierre, si ebbero in tutta la Francia moti di protesta controrivoluzionaria, favorite anche dalle aggressioni delle spedizioni militari di varie potenze europee. Emblematico fu l’esempio della regione della Vandea, sulle coste atlantiche, dove si svilupparono rivolte popolari a favore della restaurazione della monarchia, del clero e dell’aristocrazia.
Furono necessari mesi per domare la ribellione e alla fine i morti si aggirarono sul numero di centomila.
Incuranti di queste tensioni, i capi del governo giacobino, che passerà alla storia col nome di Terrore, votarono una nuova Costituzione, affermando il diritto al lavoro, all’istruzione, all’assistenza e anche all’insurrezione. Furono inoltre ripristinati la leva militare di massa, il razionamento dei viveri ed un tetto massimo per i prezzi e i salari.
Spronati dagli accesi articoli di Marat e dai suoi infuocati proclami, gli "arrabbiati" giacobini giunsero a sostenere la necessità della violenza popolare e dell’intransigenza verso tutti coloro che erano sospettati di essere nemici del popolo. La sovranità popolare sostenuta dai vecchi giacobini si era ormai trasformata in una dittatura, seppure di stampo sociale. Per colpire gli avversari, vennero potenziati i Tribunali rivoluzionari, le cui sentenze erano eseguite entro ventiquattro ore dalla condanna, senza possibilità di appello. Dopo l’emanazione della "legge sui sospetti" del 22 pratile dell’anno II (10 giugno 1794), secondo cui i comitati di sorveglianza potevano arrestare chiunque non si mostrasse sostenitore della repubblica e della rivoluzione, iniziò il cosiddetto "periodo del Grande Terrore", durante il quale 17.000 furono le condanne capitali. Il regime dittatoriale portò inevitabilmente ad un diffuso malcontento, anche nel movimento popolare, che si era visto lentamente esautorare da ogni iniziativa.
Con il rovesciamento del regime e la condanna a morte di Robespierre, nel 1795 il periodo del Terrore giunse al termine, seguito da un Direttorio. La nuova costituzione promulgata segnò un ritorno al passato: vi era infatti ribadito il diritto di proprietà, abolito il suffragio universale e ribadito il diritto di voto ai soli possidenti.