Gli anni della guerra mondiale avevano rappresentato il momento più cupo della lunga crisi politica dell'immenso paese asiatico, apertasi dopo il crollo dell'impero celeste e la proclamazione della repubblica, quando lo scontro tra le forze democratiche di Sun Yat-sen e i gruppi militari legati alla monarchia e alle potenze imperialiste sfociò in una vera e propria guerra civile. L’esplosione del "movimento del 4 maggio" (1919) mutò radicalmente la situazione e diede nuovo slancio alle forze della Cina moderna. In quel giorno si svolse a Pechino una grande manifestazione di studenti e di operai per protestare contro la decisione presa dalle potenze europee vincitrici della guerra di assegnare i possedimenti tedeschi in Cina al Giappone, calpestando così la sovranità della repubblica, Tra le varie anime del movimento, un ruolo significativo ebbero gruppi di intellettuali e di studenti influenzati dalla Rivoluzione d'ottobre e dal pensiero comunista. La mobilitazione dei giovani e dei lavoratori non si incanalò dunque esclusivamente nel partito Kuomintang di Sun Yat-sen, ma costituì la base di massa del nuovo Partito comunista cinese fondato nel 1921 da un gruppo di intellettuali in stretto contatto con Mosca e con l'Internazionale comunista. Nel gruppo dirigente del nuovo partito assunse un ruolo di primo piano Mao Tse-tung, un giovane bibliotecario della biblioteca di Pechino, proveniente da una famiglia di medi proprietari agricoli della regione di Hunan, che aveva aderito al marxismo nel 1920. L'originalità della elaborazione politica di Mao consistette principalmente nell'individuare nelle masse contadine il vero soggetto del movimento rivoluzionario cinese, rispetto al proletariato industriale e alla piccola borghesia intellettuale, cui si era principalmente rivolto il movimento democratico di Sun Yat-sen. Con la pubblicazione nel 1926 del libro Analisi delle classi nella società cinese, la riflessione di Mao giunse alla formulazione di una strategia politica del tutto nuova, nella quale le spinte nazionaliste e antimperialiste riuscivano a saldarsi con le aspirazioni alla terra e alla giustizia sociale delle masse contadine. Il Partito comunista cinese, che ancora nel 1924 contava poche migliaia di iscritti, si alleò con il Kuomintang nella lotta contro i "signori della guerra", i capi militari che controllavano intere regioni ed erano fedeli al vecchio regime, per unificare la Cina sotto il potere della repubblica. Fino al 1927 questa alleanza resse e fu in grado di sostenere lo scontro militare con i "signori della guerra" e di conseguire l'unità politica della Cina. Ma dopo la morte di Sun, avvenuta nel 1925, all'interno del Kuomintang prevalsero le componenti più conservatrici, capeggiate dal generale Chiang Kai-shek, preoccupate della crescita dei consensi popolari attorno al Partito comunista e decise a rompere l'unità d'azione con il movimento operaio e contadino. Nel 1927 Chiang Kai-shek organizzò un vero e proprio colpo di stato, procedendo all'eliminazione fisica di migliaia di comunisti, nella speranza di sradicare il partito dalla società cinese; egli instaurò un governo conservatore, con sede a Nanchino, che sarebbe durato fino al 1937. Il movimento comunista diretto da Mao fu costretto a ripiegare nelle zone rurali della Cina, dove cominciò a promuovere forme di auto-governo popolare nelle comunità contadine, che si contrapponevano così al governo reazionario di Nanchino; si cominciò a mettere in pratica l'elaborazione teorica di Mao e a organizzare nelle campagne una sorta di contropotere rispetto alle città, controllate da Chiang Kai-shek. Si aprì così una nuova lunga guerra civile che dal 1937 si sarebbe intrecciata con l'invasione giapponese in Cina e dal 1941 con la guerra nel Pacifico tra Usa e Giappone.