NÉDONCELLE MAURICE. Nato a Roubaix il 30 ottobre 1905 e morto a Strasbourg il 27 novembre 1976. Dopo gli studi al seminario di St. Sulpice a Paris ottenne la licenza in filosofia alla Sorbonne nel 1928 e il diploma di studi superiori nel 1929.Insegnò filosofai a Nogent-sur-Marne dal 1930 al 1945 e dal 1943 al 1945 anche nell’Università di Lille. Dal 1945 insegnò teologia fondamentale nell’Università di Strasbourg. Il pensiero di Nédoncelle è noto come una delle espressioni più originali del personalismo francese, in quanto il centro del suo discorso è piuttosto l’interpersonalismo. Il suo approccio filosofico, infatti, è dato dall’esperienza fondamentale del rapporto io-tu, inteso come autentico principio genetico della coscienza individuale. Senza l’alterità dell’altro da sé la coscienza non è in grado di percepire se stessa. Questa bilateralità non può essere compresa secondo le consuete categorie soggetto oggetto, attività passività, perché solo l'accoglienza dell’altro da sé nell’amore è in grado di rendere sperimentalmente verificabile la realtà del rapporto. Questa condizione fontale dell’io è dunque la condizione del Noi, vero centro della realtà che trova la sua piena autenticazione nella Persona per eccellenza, Dio, unico capace di dare a ciascuna coscienza individuale la sua origine e originalità individuale. In tal senso la realtà della coscienza si mostra come un graduale processo di personificazione che ha un centro umano e uno, ben più importante, divino. Se la coscienza si instaura umanamente nella relazione bilaterale, Dio è la bilateralità assoluta nella quale ogni reciprocità trova la sua pienezza e giustificazione. La personificazione è dunque compito e chance che si sviluppa nella liberazione dagli ostacoli naturali ma soprattutto nella liberazione dall’oscura realtà del male, vero crocevia dell’incontro tra la condizione relazionale della coscienza con gli altri e con Dio. Questa possibilità di sviluppo della stessa realtà della coscienza a partire dalla nozione di Persona divina, comporta anche una nuova impostazione dei rapporti tra filosofia e teologia, più classicamente, tra fede e ragione. Secondo Nédoncelle lo spazio di confine nei rapporti tra sfera naturale e sfera soprannaturale non può essere identificato in modo definitivo ma è soggetto a tutte quelle integrazioni e trasformazioni che la visione intersoggettiva, umano-divina, della sua impostazione personalista vede lungo il corso della storia cristiana del mondo. Per afferrare appieno l’importanza di queste analisi di Nédoncelle bisognerà ricordare l’influsso da esse esercitato, tra gli altri, sulla teologia di H. De Lubac.
BIBLIOGRAFIA. OPERE: La Philosophie religieuse en Grande-Bretagne de 1850 à nos jours, Paris 1934; La réciprocité des consciences, ivi 1943, 31962; La personne humaine et la nature, ivi 1943, 2° ed. riv., Personne humaine et nature, ivi 1963; La philosophie religieuse de Newmann, Strasbourg 1946; Vers une philosophie de l’amour, Paris 1946, 2° ed. riv., Vers une philosophie de l’amour et de la personne, ivi 1957, trad. it., Roma 1959; Introduction à l'esthétique, ivi 1953; De la fidélité, ivi 1953, trad. it. Roma 1956; Existe-t-il une philosophie chrétienne?, ivi 1956, trad. it. Catania 1957; Conscience et Logos, ivi 1961; Prière humaine et prière divine, ivi 1962, trad. it., Torino 1965; Explorations personnalistes, ivi 1970; Intersubjectivité et ontologie. Le défi personnaliste, ivi 1974.
STUDI: C. VALENZIANO, Introduzione alla filosofia dell’amore di M. Nédoncelle, Roma 1965; F. WEBER, Enciclopedia Filosofica, Roma 1979, vol. V, coll. 1069-1070, FRANCO F., Persone dall’amore. L’interpersonalismo di Maurice Nédoncelle, in «Ricerche Teologiche» 10 (1999) 1, pp. 5-26.
FRANCESCO FRANCO