In Russia il periodo che va dal 1861, anno della riforma che abolisce la servitù della gleba, alla reazione e alla repressione seguita all'assassinio dello zar Alessandro II nel 1881, è caratterizzato da un momento di forte impegno sociale e politico degli scrittori che si battono a favore del Realismo.
Nel ventennio 1861-1881 escono i capolavori di due fra i massimi romanzieri del secolo, Tolstoj e Dostoevskij, che rappresentano due linee ben diverse: Tolstoj quella storica ed epica, Dostoevskij quella psicologica. Tolstoj si rifà infatti alla grande tradizione del realismo romantico (Guerra e pace è anche un romanzo storico): partecipa attivamente alla vita del tempo, proponendo programmi sociali ispirati al pauperismo evangelico e alle teorie di Rousseau, e concepisce il romanzo come narrazione in cui ogni dettaglio ha un valore e un significato generale. Dostoevskij, dopo un primo momento di impegno sociale e politico, sperimenta tragicamente l'esclusione sociale e conduce una vita da "maledetto". È uno scrittore drammaticamente moderno, complesso, problematico: le voci dei suoi personaggi esprimono visioni del mondo discordanti e posizioni ideologiche diverse e contrastanti: è cioè un narratore polifonico. Di qui la grande influenza di Dostoevskij sul romanzo novecentesco, di cui anticipa la pluralità di prospettive, le tematiche interiori, il senso dell' angoscia.
Tolstoj
Lev Nikolaevic Tolstoj nacque il 28 agosto 1828 a Jàsnaja Poljàna, nel governatorato di Tula, da una famiglia appartenente all'alta aristocrazia russa. Fra il 1851 e il 1854 prestò servizio militare nel Caucaso e partecipò alla guerra di Crimea. Tale esperienza diventa materia dei Racconti di Sebastopoli (1855).
Congedatosi dall'esercito nel 1856, l'anno successivo parte per un viaggio in Occidente che lo condurrà a visitare la Francia, la Svizzera, la Germania e l'Italia. L'esperienza è deludente: in Europa egli trova solo «un gretto spirito mercantile». Nel 1862 sposa Sofja Andreevna Bers. Dal 1863 al 1869 porta a termine il suo capolavoro Guerra e pace; nel 1873 incomincia a scrivere Anna Karénina, che porta a termine nel 1877.
Gli anni Ottanta segnano per Tolstoj un periodo di profonda crisi spirituale ed orientano la sua ricerca in una direzione etico-religiosa che impronterà tutta la successiva produzione. A questi anni appartengono i grandi racconti La morte di Ivan n'il (1887-89), la Sonata a Kreutzer (188990), Padre Sergio (1890-98), Chadii-Murat (1896-1904) e il romanzo Resurrezione (1889-1899). Il protagonista di Resurrezione, il principe Nechljudov, ha sedotto e abbandonato una ragazza, Katiusa Maslova che ritrova dieci anni dopo in un tribunale accusata di omicidio. Si rende conto delle sue colpe, che hanno indotto la giovane alla corruzione e cerca non solo di salvarla ma di sposarla. Ma la ragazza diffida di lui e lo respinge. Viene condannata all'ergastolo e NecWjudov la segue in Siberia. Finalmente egli ottiene la grazia per la ragazza e le offre nuovamente il matrimonio; ma ella, per nobili ragioni morali, lo respinge ancora una volta. Allora egli decide di dedicarsi da solo a una vita coerentemente ispirata ai princìpi evangelici.
Nel 1881 Tolstoj si trasferisce a Mosca. La crisi religiosa va di pari passo con l'intensificarsi dell'attività sociale dello scrittore. Il suo acceso populismo, il programma della non-violenza e della non-resistenza al male, il progetto di comunità ispirate a princìpi evangelici gli procurarono in tutto il mondo molti proseliti, ma anche il sospetto delle autorità zariste, la scomunica della Chiesa Ortodossa (1901) e l'ostilità dei familiari, specie della moglie. In questo clima di crescenti conflitti, egli matura l'idea di abbandonare la famiglia e di vivere solo, in povertà e nell'anonimato. La notte del 28 ottobre 1910 Tolstoj fugge di casa, ma, colpito da un'improvvisa polmonite, muore il 7 novembre nella stazione di Astàpovo.
Guerra e pace venne scritto fra il 1863 e il 1869. Racconta gli avvenimenti storici fra il 1803 e il 1813, incentrati sulla sconfitta russa ad Austerlitz nel 1805 e sulla vittoria del 1812, sempre contro Napoleone, giunto sino a Mosca. Può essere considerato perciò un romanzo storico, ma può essere letto anche come romanzo epico della nazione russa o come romanzo di formazione imperniato sulla figura del protagonista, Pierre, che, attraverso la propria esperienza di vita, acquisisce un comportamento improntato ai princìpi etici cari a Tolstoj.
Tolstoj incominciò a lavorare ad Anna Karénina nel 1873. Il romanzo fu pubblicato a puntate sul «Messaggero russo» dal 1875 al 1877. L'edazione definitiva in volume uscì nel 1878. Il romanzo ha al centro la storia d'amore fra Anna Karénina e il conte Vrònskij, ma intorno a questa si intrecciano, in un continuo rapporto di parallelismi e di contrasti, le vicende di altre due coppie, ciascuna delle quali è a suo modo esemplare. Si tratta delle storie di Kittye Lévin e di Dolly e Stepàn Oblònskij.
Anna Karénina in occasione di una visita a Mosca in casa di suo fratello Stepàn Arkàdieviè' Oblònskij conosce il conte Vrònskij, un ufficiale della guardia. Durante un ballo fra i due nasce una inattesa, febbrile complicità. Inquieta e turbata, Anna decide di tornare subito a Pietroburgo dal marito. Durante una sosta in treno però, d'improvviso, si trova di fronte Vrònskij e capisce che non sarà più possibile tornare alla vita di prima. L’insoddisfazione per la sua vita matrimoniale a fianco di un uomo come Karénin, burocrate freddo e calcolatore, e l'amore per Vrònskij, da cui ha una bambina, induce Anna ad affrontare lo scandalo: Anna abbandona il marito per vivere accanto a Vrònskij. Dopo un periodo di apparente tranquillità trascorso in campagna con Vrònskij, la situazione comincia a farsi tesa. Apparentemente i due sono una coppia felice; in realtà entrambi percepiscono che la loro relazione non può continuare a esistere fuori dalla società e dall' ambiente mondano in cui sono abituati a vivere. Mentre Vrònskij riprende pian piano la vita di società, Anna si sente sempre più sola con i suoi rimorsi e comincia a essere ossessionata dalla gelosia. Dopo un occasionale diverbio, nel corso del quale crede di vedere confermati i suoi sospetti sulla fine dell'amore di Vrònskij, Anna matura l'idea del suicidio e si uccide gettandosi sotto un treno.
Anna ci viene inizialmente presentata come una donna serena e appagata dalla vita che conduce: ha un figlio che ama, un marito che stima, un posto nella società. Poi l'amore irrompe nella sua vita e l'equilibrio che sembrava ben consolidato, all'improvviso, si rivela fragile e provvisorio. Da questo momento in lei convivono il suo bisogno di amore e di assoluto e la realtà, a volte meschina, della sua vita da adultera. Da un lato l'amore la illumina interiormente portando alla luce il desiderio di vita che è in lei, dall'altro il ricordo di quella che era e che non sarebbe più potuta essere la tormenta, condannandola al senso di colpa. Anna ha scelto di vivere liberamente la propria femminilità, ma questa scelta cozza con il mondo della convenzione, dominato dalla società e dalle sue regole. Non è più possibile sanare l'opposizione tra convenzione e autenticità dei sentimenti: fuori del matrimonio e della società ci sono solo inquietudine, rimorso, vergogna.
Čechov
Aderì da giovane al tolstoismo Anton Pavlovic Čechov (1860-1904), che apparteneva alla generazione successiva rispetto a Tolstoj e che scrisse dopo la svolta del 1881. E anche quando si allontanò dal tolstoismo, giudicandolo utopistico, Čechov rimase sempre amico e ammiratore del grande scrittore. Ammalato di tisi, morì a soli quarantaquattro anni, dopo essersi dedicato a due generi: il teatro e la novellistica. In quest'ultimo campo è indubbiamente, con il francese Maupassant, uno dei maggiori narratori di fine secolo. Dopo avere scritto novelle grottesche e umoristiche, ispirate alla lezione di Gogol' e riunite nelle raccolte Racconti di Melpomene (1884) e Racconti variopinti (1886), trovò il timbro più suo nelle novelle scritte fra il 1897 e la morte, come La steppa, La corsia n. 6, Il duello, La mia vita, Dùsenka, I contadini, La signora con il cagnolino ecc. Appare in essi uno stile asciutto, sobrio, fatto di annotazioni brevi: uno stile apparentemente realistico e che in realtà coglie la dimensione esistenziale e lirica dei personaggi. Nei racconti di Čechov non avviene nulla; vi si definisce, invece, un' atmosfera che coincide con il destino del personaggio. Per quanto si tratti di racconti psicologici, non è l'analisi interiore che interessa a Cechov, ma una dimensione segreta dell'uomo che coincide con la sua essenza profonda, quale si rivela nei gesti più usuali, nel paesaggio, nelle abitudini quotidiane.