All'inizio della seconda guerra mondiale le grandi potenze erano sei: Francia, Inghilterra, Stati Uniti, Germania, Giappone, URSS. Alla fine ne rimasero solo due: USA e URSS. Da questa egemonia mondiale in duopolio risulto un mondo diviso in due blocchi: le democrazie liberali aventi come punto di riferimento gli Stati Uniti, gli stati dell'Europa orientale occupati dall'Armata Rossa e gli stati di ispirazione comunista, che facevano riferimento all'URSS. Il confronto tra i due blocchi divenne particolarmente aspro verso l'inizio degli anni 50. Gli americani stabilirono una serie di patti militari con i propri alleati allo scopo di stringere l'URSS in un cerchio di sicurezza. Il Patto Atlantico nel 1949 strinse in un'alleanza militare di reciproca difesa gli USA e i paesi dell'Europa Occidentale (la NATO - Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico). Altri trattati in funzione anticomunista: ANZUS (tra Australia, Nuova Zelanda, USA), il SEATO tra Australia, Nuova Zelanda, Filippine, Thailandia, Francia e USA nel 1955. Le conferenze di pace avevano seguito due principi almeno in parte contrastanti: quello della responsabilità dei vincitori a mantenere la pace, e quella della divisione del mondo in due aree d'influenza. Il primo principio portò alla creazione dell'ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite). Il secondo, definito nelle conferenze di Jalta e Potsdam portò alla divisione del mondo in due blocchi distinti: quello orientale sotto l'egemonia sovietica e quello occidentale controllato dagli USA. Per fortuna le tensioni tra i due blocchi, tra alti e bassi, non sfociarono mai in un confronto armato diretto, data la paura delle armi nucleari, che non avrebbero dato scampo a nessuno dei due contendenti. Per questo tra le due super potenze si scatenò la cosiddetta "guerra fredda": un conflitto ideologico fatto di propaganda, di spionaggio, di appoggio economico e militare agli stati di uno schieramento o dell'altro. L'Europa subì le conseguenza peggiori della guerra fredda, perché fu divisa a metà da quella che Churcill definì "la cortina di ferro".
La guerra fredda trovò il primo terreno di scontro a Berlino. Mentre Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti cercavano di favorire la nascita di uno stato liberale e democratico, l'URSS temeva che questo indebolisse il suo controllo sugli stati dell'Europa Orientale. Stalin allora decise una prova di forza nei confronti degli Alleati e fece isolare Berlino, situata nella porzione di territorio sotto il controllo sovietico. La polizia sovietica bloccò tutti gli ingressi ai settori della città amministrati dagli occidentali tra il giugno del 48 e il maggio del 49. Berlino sopravvisse grazie al ponte aereo degli alleati che rifornì la città di viveri e materiali e fece fallire il blocco. Di conseguenza gli occidentali accelerarono la costituzione della repubblica e la Germania nel 49 si ritrovò divisa in due realtà politiche opposte.
Un solo scontro aperto ebbe luogo tra i due blocchi: la guerra di Corea. La penisola asiatica era stata occupata dai sovietici a nord e dagli americani a sud del 38° parallelo. Le due super potenze favorirono la creazione di due stato politicamente contrapposti, ciascuno dei quali sosteneva di essere il governo coreano legittimo. Nel 1950 la Crea del Nord invase la Corea del Sud e il mondo fu sull'orlo del disastro. Gli Stati uniti, alla testa anche di altri stati dell'ONU, che aveva condannato l'aggressione nordcoreana, intervennero militarmente e combatterono anche contro le truppe della Cina Comunista inviate in aiuto della Corea del Nord. Il generale Mac Artur propose l'uso dell'atomica contro le basi cinesi nella Corea del nord, ma per fortuna il presidente Truman lo sostituì, la situazione militare si stabilizzò e l'URSS fece pressioni sulla Cina per addivenire ad un accordo. La pace di Pammunjon del 1953 confermò di fatto la situazione precedente alla guerra.
Le armi della politica e dell'economia sostituirono i cannoni durante la guerra fredda. Un punto importante della "dottrina Truman per il contenimento del Comunismo" fu il piano Marshall, un imponente piano di aiuti lanciato nel 1947 per risollevare le economie dei paesi europei. Il piano era diretto anche ai paesi orientali, ma l'URSS proibì gli aiuti. L'effetto di tali aiuti fu di accelerare la ripresa economica dell'Europa occidentale e di rafforzare il legame tra questa e gli USA. All'iniziativa americana l'URSS rispose sostenendo l'attività dei partiti comunisti presenti nei diversi paesi: nel 1947 fondò un nuovo meccanismo di controllo, il Cominform, dopo aver sciolto il Comintern nel 1943, nel pieno della guerra, in segno di amicizia e collaborazione con i governi alleati. Gli Americani "costrinsero" i governi alleati di Francia e Italia a estromettere dalle coalizioni i partiti comunisti francese e italiano. In Grecia il partito comunista, molto forte anche militarmente, venne abbattuto da truppe inglesi e americane mentre stava per prendere il potere. In base agli accordi di Jalta la Grecia era stata assegnata alla sfera occidentale, quindi Stalin non aiutò i comunisti greci.
I paesi del blocco occidentale erano talvolta molto diversi tra loro, ma avevano in comune una forte opposizione politica ed ideologica al blocco comunista. Anche negli USA, benché fisicamente lontani dalla cortina di ferro, era comunque forte la preoccupazione per la forza dell'URSS. La notizia che anche l'URSS aveva prodotto la bomba nucleare e l'invasione della Corea del Sud da parte della Corea del Nord portarono l'opinione pubblica americana su posizioni conservatrici. Fu approvata una legge che limitava il diritto di sciopero e fu imposto ai sindacalisti un giuramento anticomunista. La paura del comunismo raggiunse negli USA livelli tali da limitare forte mente la libertà di opinione e di espressione artistica. Nacque un clima di caccia alle streghe, questo periodo della storia americana prese il nome di maccartismo dal nome del senatore repubblicano Joseph MacCarty che guidò le inquisizioni volte a scoprire simpatie filosovietiche: vittime di tali inquisizioni furono alcuni illustri rappresentanti della stampa, del teatro e del cinema i quali persero il lavoro; altri furono ricattati e costretti a denunciare i propri colleghi. Il fanatico senatore finalmente fu isolato politicamente e abbandonato dal suo stesso partito durante la presidenza del repubblicano Dwight Eisenhower, eletto nel 1952. Così la caccia alle streghe ebbe termine.
Per i cittadini europei gli americani erano l'immagine della forza, della libertà e della vittoria, ma anche i portatori di un nuovo stile di vita fatto di musica diversa, di balli diversi, gomma da masticare, sigarette, cioccolata; questi modelli arrivavano attraverso il cinema, la radio, i dischi, e facevano moda specialmente tra i giovani. L’espressione "americanizzazione" dell’Europa sta, in effetti, a testimoniare l’impronta profonda impressa dagli Stati Uniti sul vecchio continente, riguardo a due aspetti in particolare:
· la diffusione delle idee di libertà e di modernità;
· l’estensione all’Europa di un modello di crescita fondato sull’espansione dei consumi privati, individuali e familiari (quello che in seguito verrà definito consumismo) e basato sulla diffusione crescente di merci (utili, ma anche superflue) come radio, televisioni, automobili, frigoriferi, aspirapolvere, lavatrici.
Lo stile di vita americano trovò soprattutto nel cinema, un potente canale pubblicitario capace di far presa sulla gente. In Italia, sarà l’attore Alberto Sordi, nel film Un americano a Roma (1954) a prendere in giro gli aspetti più estremi di questa identificazione.
L'Europa del blocco occidentale era diviso in due gruppi: gli stati democratici del Nord e del Centro Europa (Gran Bretagna, paesi scandinavi, Francia, Belgio, Olanda e Germania Ovest, Italia) e i regimi autoritari della penisola iberica e della Grecia. Nei paesi democratici si affermarono tre movimenti politici principali: socialdemocrazia, democrazia cristiana, comunismo. Sconfitti furono i partiti della destra autoritaria molto forti negli anni trenta. La socialdemocrazia ebbe il merito, durante la guerra fredda, di conciliare libertà e giustizia sociale, spesso sacrificate, l'una o l'altra, a causa della reciproca diffidenza tra i due blocchi. La democrazia cristiana, invece, conciliava riformismo e religiosità. Anche i partiti comunisti occidentali avevano ricavato prestigio dalla partecipazione alla Resistenza e proposero una giustizia sociale derivata dal marxismo rivoluzionario.
La socialdemocrazia ebbe il sopravvento nei paesi scandinavi e in Inghilterra, la democrazia cristiana in Italia.
Alla fine della guerra il partito di Churcill perse le elezioni vinte dai laburisti. Questi ultimi si impegnarono ad istituire un sistema progressivo di tassazioni sui redditi insieme con una politica di riforme per proteggere le classi più deboli: nacque il Welfare State. Inoltre i laburisti non si opposero all'indipendenza delle colonie, ma gliela concessero e stabilirono con esse nuove intese economiche. In Francia tutti i partiti della Resistenza formarono una coalizione presieduta da Charles De Gaulle. Fu conferito il voto alle donne e fu istituita un'assemblea costituente che preparò una nuova Costituzione. In Francia si formò un governo di coalizione, tra tutti i partiti della Resistenza, guidato da Charles De Gaulle. Fu conferito il voto alle donne nel 1945 e un'assemblea preparò una nuova costituzione. Seguì un lungo periodo di instabilità dovuto ai contrasti tra le forze di governo e ai disordini causati dai movimenti di indipendenza delle colonie.
I due partiti che si contesero il potere furono la democrazia cristiana e i socialdemocratici, mentre il comunismo fu messo fuori legge. Il democristiano Konrad Adenauer guidò la Germania Ovest dal 49 al 63, e grazie agli aiuti americani del Piano Marshall, la portò ad un livello economico molto alto seguendo la via del liberismo e della concorrenza. I governi tedeschi furono molto stabili grazie alla costituzione che prevedeva forti poteri per il primo ministro (cancelliere) e dimissioni del governo solo in caso di alternativa già costituita in parlamento.
Dopo aver vinto la guerra civile Francisco Franco represse ogni opposizione e cercò di portare il paese verso un modesto progresso economico. Dopo la sconfitta della Germania il regime di Franco fu isolato politicamente. Nel 1947 un plebiscito risultò favorevole alla monarchia. La guerra fredda indusse gli americani a rivedere la propria politica nei confronti della Spagna e nel 1953 conclusero un accordo per le basi militari su territorio spagnolo in cambio di aiuti economici e materiale bellico. Nel 1955 la Spagna fu riammessa all'ONU. Nel 1956 la Spagna perde territori nel Nordafrica a favore del Marocco. Gli studenti inscenano manifestazioni di protesta contro l'intolleranza del regime; dal 1962 ci sono anche agitazioni sindacali in parte sostenute dal basso clero. La Spagna ottiene comunque un buon progresso economico. Nel 1975 la morte del dittatore; il giovane re Juan Carlos riporta la democrazia. Lo stesso avvenne per il Portogallo dei dittatori Antonio Salazar, morto nel 1968, e Marcello Caetano. Quest'ultimo, indebolito dalla ribellione delle colonie di Angola e Mozambico, fu sconfitto nella cosiddetta "rivoluzione dei garofani" nel 1974. Nel nuovo Portogallo democratico divenne primo ministro il socialista Mario Soares. In Grecia nel 1945 i partigiani comunisti tentarono di prendere il potere con la forza, ma furono sconfitti, nella guerra civile dagli oppositori affiancati da truppe inglesi e americane. Il regime monarchico e conservatore che ottenne il potere dal 1949 risultò molto fragile e, in seguito a diverse crisi politiche, si instaurò nel 1967 la dittatura militare detta "dei colonnelli". I Greci riconquistarono la democrazia mediante un referendum del 1974 che instaurò la repubblica; dal 1975 è in vigore una Costituzione democratica. A metà degli ani settanta si concluse il cammino verso la democrazia di tutto il blocco occidentale europeo.
In base agli accordi di Jalta e Potsdam i paesi dell'Europa Orientale entrati nell'orbita sovietica (Polonia, Ungheria, Romania, Jugoslavia, Albania, Bulgaria) diventarono satelliti politici dell'URSS. Infatti nell'immediato dopoguerra in questi paesi vi fu un pluralismo di partiti di cui facevano parte anche i partiti comunisti. Ma all'URSS questo pluralismo non andava bene perché essa doveva ricostruire la propria economia facendo leva anche sulle risorse dei paesi controllati. Questa fedeltà diventava tanto più importante mentre cresceva la guerra fredda con gli USA. Così tutti i paesi dell'Europa Orientale passarono ad un governo a partito unico. Nel 1947 salì al potere in Polonia il Partito Operaio Unificato controllato dai comunisti. In Cecoslovacchia un colpo di stato nel 1948 eliminò i dirigenti democratici. In Ungheria, Romania, Bulgaria e Germania orientale L'URSS intervenne direttamente con la forza per imporre governi fedeli e sottomessi. Fu repressa ogni tipo do opposizione e qualunque libertà di stampa o di opinione; furono perseguitate anche le chiese cattolica e ortodossa e fu abolita la libertà di culto.
Il coordinamento dell'azione politica ed economica dei satelliti dell'URSS fu assicurato dal COMINFORM e dal COMECON. La prima sigla si riferisce all'organismo che coordinava i partiti comunisti al potere, la seconda all'organismo addetto all'armonizzazione dell'economia dei paesi orientali con i piani di sviluppo dell'URSS. I due organismi furono fondati nel 1947. Stalin morì nel 1953. Nel 1955 fu istituito il Patto di Varsavia in funzione anti NATO. Oltre che la difesa reciproca tale Patto prevedeva il principio d'intervento delle truppe del patto all'interno dei paesi aderenti in caso di rivolte. Già nel 1953 ne era scoppiata una a Berlino dove gli operai erano insorti contro le dure condizioni di lavoro ed erano stati repressi dalla polizia coadiuvata dalle truppe dell'Armata Rossa. Nel 1956 in Polonia una serie di disordini fu risolta cambiando la classe dirigente al potere, mentre per domare la rivolta ungherese dello stesso anno occorse un intervento massiccio dei carri armati sovietici. La sanguinosa repressione di Budapest ebbe forti ripercussioni politiche in Occidente e servì da monito politico agli altri paesi satelliti dell'URSS. Solo la Jugoslavia, che non aveva neanche aderito al patto di Varsavia, mantenne la sua indipendenza dall'Unione Sovietica.
La Jugoslavia era stato l'unico paese dell'Est capace di liberarsi da solo dai tedeschi. Tito nel 1945 aveva proclamato la Repubblica Socialista Jugoslava, una federazione multietnica (serbi, montenegrini, sloveni, croati, bosniaci, macedoni, kosovari, musulmani). Tito volle un'economia meno centralizzata di quella sovietica, mantenne la piccola proprietà e introdusse l'autogestione nelle fabbriche. Accusata di deviazionismo la Jugoslavia fu espulsa dal Cominform. Questa posizione autonoma permise alla Jugoslavia di rivedere aiuti dall'Occidente e a Tito di affermarsi come leader di prestigio nei Paesi non allineati. Pur mantenendo il mondo in una situazione di tensione e paura continue, la guerra fredda non sfociò mai in un conflitto aperto tra le due superpotenze. Qualcosa sembrava potesse cambiare alla morte di Stalin. Questi aveva avuto il merito di sconfiggere il nazismo, ma aveva instaurato un controllo personale e totale della società russa facendo ricorso alla polizia segreta, al terrore, al carcere, ai campi di lavoro.