Lévinas Emmanuelle. Nato a Kaunas in Lituania il 30 dicembre 1905 e morto a Paris il 25 dicembre 1995. Nel 1923 emigra in Francia con la famiglia e comincia a frequentare l'Università di Strasburgo. Nel 1928-'29, frequenta l'università di Friburgo dove conosce Husserl e Heidegger. Rientrato in Francia si laurea a Paris alla Sorbonne con J. Wahl. Dopo le prime esperienze culturali negli anni trenta conobbe in prima persona gli orrori dei lager nazisti. Nel dopoguerra ha insegnato e diretto l'École Normale Israélite Orientale (1946-'61) e successivamente ha insegnato nelle Università di Poitiers, Nanterre e alla Sorbonne. Il suo pensiero si caratterizza per un'originale rilettura della fenomenologia husserliana, a partire da una critica severa dell'imperialismo trascendentale di ogni egologia. L'io non è l'elemento costitutivo della realtà se non in una concezione aggressiva, incapace di cogliere l'alterità dell'altro espressa nella categoria del volto come sinonimo di esteriorità. Il volto è il segno del rovesciamento del principio di medesimezza, tipico della filosofia occidentale, che si manifesta nell'ontologia. Secondo Lévinas, essa è il fulcro dell'imperialismo egologico che non vuole altro se non il ri-conoscimento di sé, l'afferramento concettuale idealistico piuttosto che l'alterità dell'altro. Da questo cerchio della medesimezza non sa uscire nemmeno Heidegger, accusato di aver diretto la sua meditazione verso un'essere anonimo e irreale, nonostante Sein und Zeit avesse indicato un essere concreto fortemente caratterizzato come verbo (essere) piuttosto che come nome (l'essere). L'inveramento della metafisica come etica, non nel senso di una sistematica morale ma nel senso del fondamento inteso come responsabilità, si giustifica sullo sfondo della Bibbia e dell'orizzonte religioso caratteristico dell'ebraismo. La responsabilità è il cominciare davanti ad un altro; essa è più profonda della stessa libertà e si dischiude perché l'Infinito nascondendosi si mostra nel volto dell'altro e nella sua Parola, secondo la tipica teologia dell'ebraismo che porta Lévinas a considerare il Desiderio (inteso come disinteressato ardore dell'Infinito) al centro dell'esperienza nella quale l'altro può divenire epifania dell'Infinito. L'egologia del dominio diviene cosi disinteresse e l'io non è più posto ma de-posto. In questo senso bisogna cogliere in Lévinas l'adozione delle categorie di prossimità responsabilità e sostituzione nella loro concatenazione: la prossimità dell'altro stimola la responsabilità verso di lui in modo talmente coinvolgente da sostituirsi a lui.
L'importanza di questa tensione altruista si lascia apprezzare come una filosofia che può offrirsi nella categoria del dono e che può aprire suggestivi sentieri nell'attuale ripensamento teologico verso un'ontologia biblica, riletta come etica nel greco del linguaggio filosofico.
Tra le opere di Lévinas bisogna ricordare, in primo luogo, le tre fondamentali: Totalité et infini. Essai sur l'extériorité, La Haye 1961; trad. it. Jaka Book Milano 1977; Autrement qu'être ou au-delà de l'essence, La Haye 1974, trad. it. Jaka Book Milano 1983; De Dieu qui vient à l'idée, Paris 1982, trad. it. Jaka Book Milano 1986. Al loro fianco bisogna menzionare i titoli principali della sua riflessione biblica e talmudica: Difficile liberté. Essais sur le Judaïsme, Paris 1963, trad. it. La Scuola Brescia 1986; Quatre lectures Talmudiques, Paris 1968, trad. it. Il melangolo Genova 1982; Du sacré au saint. (Cinq nouvelles lectures talmudiques), Paris 1977; trad. it. Città Nuova Roma 1985; L'au-delà du verset. Lectures et discours talmudiques, Paris 1982; trad. it. Guida Napoli 1986.
Studi: G. FORNERO in N. ABBAGNANO, Storia della filosofia, vol IV t.2, Utet Torino 1994 (con bibl.), E. BACCARINI, Lévinas. Soggettività e Infinito, Studium Roma 1985 (con bibl.).
FRANCESCO FRANCO