Richard Wagner riassunse gran parte dei motivi del romanticismo in una musica che operò un taglio importante con la tradizione musicale ottocentesca.
Gli effetti della sua musica non si esaurirono nell’operistica, dove pure si fece portavoce di un radicale Wort-Ton-Drama.
Una melodia infinita, dissonanze non risolte diffuse a piene mani, un dinamismo cromatico che trascendeva qualsiasi tradizionale forma-sonata in effetti tradussero perfettamente lo spirito romantico, anche se lo portarono lontano dall’assetto raggiunto dalla musica dei decenni precedenti.
Certo la rivoluzione musicale wagneriana non si fece tutta in un attimo.
Se il Tannhäuser e il Lohengrin possono avere ancora qualche legame con Weber, la sua famosa Tetralogia dell’Anello del Nibelungo (L’oro del Reno, Walkiria, Sigfrido e Crepuscolo degli dei), nonché poi Tristano e Isotta e Mastri cantori di Norimberga, sino al Parsifal rappresentano autentiche innovazioni che la cultura musicale del suo tempo, pur formatasi su una poetica romantica, fece fatica ad accettare.
A Wagner vene poi opposto, talvolta, Johannes Brahms (1833-1897).
In effetti la sua musica era altra cosa: sapeva tenere in conto certi facili gusti popolari pur in un’estrema raffinatezza di forme e di misure, al punto che di lui è stato scritto che fu "un romantico prigioniero della forma", "un musicista della famiglia di Mozart, non di Beethoven".
Johannes Brahms nacque ad Amburgo il 7 maggio 1833, apprendendo con ogni probabilità dal padre, contrabbassista in un'orchestrina locale, i primi rudimenti musicali.
Allievo per il pianoforte di Cossel, Johannes mise subito in mostra qualità straordinarie di virtuoso, mentre il lavoro di arrangiatore e compositore della piccola orchestra del padre gli fornivano le prime esperienze di composizione, per la quale si affidò poi alle cure di Marxsen.
Fondamentale per la carriera di Brahms fu la tournée fatta nel 1853 con il violinista ungherese Remenyi, dal quale apprese l’amore per le melodie gitane, ma ancor più, lo stesso anno, l’incontro con Joachim e, tramite costui, quello con Schumann, suo entusiastico sostenitore.
Fu in questi anni, che coincidono col deteriorarsi della salute mentale di Schumann, che s’intensificò il rapporto con la moglie di lui, Clara, verso la quale Brahms mantenne per tutta la vita un'assoluta devozione.
Il lavoro di riordino della biblioteca e di vera e propria conduzione della famiglia di Schumann tennero Brahms a Düsseldorf fino al 1857: furono gli anni dell'approfondimento delle forme della tradizione, del contrappunto e della tecnica, e delle prime composizioni importanti, in cui, ovviamente, si percepisce nettamente il debito verso Schumann.
Dopo un periodo a Detmold, nel 1859 Brahms tornava nella nativa Amburgo, dove rimase fino al 1862 cominciando a lavorare ad opere che superavano il respiro strettamente cameristico dei primi esperimenti giovanili, spesso limitati a formazioni ridotte o al pianoforte solo.
Nuova e decisiva svolta nella vita di Brahms fu impartita dal viaggio del 1862 a Vienna, città nella quale si sarebbe trasferito definitivamente l'anno successivo, allontanandosene solo per viaggi e tournée concertistiche, e in cui ebbe luogo l’affermazione definitiva dell’artista, che nel corso degli anni arrivò fino a poter vivere delle sole sue composizioni e dei concerti in cui le presentava, dirigendo la Singakademie nelle stagioni 1863-64 e la Gesellschaft der Musikfreunde del 1872 al 1875.
A Vienna Brahms conobbe anche Eduard Hanslick, il critico musicale e musicologo austriaco che lo rese l'emblema del classicismo formale antiromantico.
Nella capitale austriaca Brahms visse sino alla morte, avvenuta il 3 aprile 1897, solo un anno dopo quella di Clara Schumann.
Nato a Lipisia il 22 maggio 1813, Richard Wagner non intraprese mai nella sua vita studi musicali veri e propri. Nonostante esperienze isolate, talora anche importanti, come i mesi trascorsi sotto la guida di Th. Weinlig nel rigore degli studi bachiani, Wagner rimase sostanzialmente un autodidatta.
Questo non gl’impedì di aver ben presto varie occasioni di lavoro né di intraprendere esperimenti operistici di varia natura, tra cui si segnalano, sempre su libretto proprio, Die Feen, da C. Gozzi, del 1834 e Das Liebesverbot, da Shakespeare, dello stesso anno.
Tra i vari incarichi si segnala l'esperienza di direttore del teatro di Riga, del 1837, che vede nascere il Rienzi. Ben presto però la vita di Wagner divenne errabonda e spesso per motivi finanziari l’artista fu costretto a spostamenti repentini: così andò a Londra e poi a Parigi, dove visse di stenti.
Nel 1843 e fino al 1849 ottenne l'incarico di Kapellmeister di corte a Dresda, dove riuscì a rappresentare l'Olandese Volante e il Tannhäuser.
Le sue simpatie rivoluzionarie lo trasformarono, agli occhi della polizia sassone, in un terrorista, e come tale fu costretto a fuggire fino a Zurigo, attraverso Weimar, grazie all'aiuto di Liszt.
Iniziò allora un lungo periodo di viaggi e soggiorni vari, con Zurigo come città di riferimento: Wagner, fra Londra, Parigi e Venezia, in questi anni elaborò i propri scritti teorici e portò avanti il progetto della Tetralogia, il cui testo venne completato nel 1852.
Furono questi anche gli anni della lettura di Schopenhauer, della relazione con Mathilde Wesendonk, e, soprattutto, della gestazione di Tristan und Isolde.
Anche la stesura della parte musicale della Tetralogia conobbe un progresso notevole, fino al 1857, anno dell'interruzione della scrittura, a metà circa del Siegfried.
Dopo una nuova parentesi parigina, in cui propose la nuova versione del Tannhäuser, Wagner fece un incontro fondamentale per la sua carriera, quello con Luigi II di Baviera. Fu il re, suo grande ammiratore, a cercarlo nel 1864 e a permettere la rappresentazione del Tristan e dei Meistersinger.
Negli anni Sessanta, ormai, le linee fondamentali del pensiero musicale di Wagner sono delineate in modo chiaro e deciso. Anche se la produzione operistica wagneriana non può certo essere considerata come un'unità, è chiaro che a partire dall'inizio degli anni Cinquanta, con l'inizio della scrittura della Tetralogia e con l'approfondimento delle idee musicali ed estetiche attraverso gli scritti teorici, prendono sempre più forma i concetti fondamentali.
A partire dall'incontro con Luigi II di Baviera, poi, e grazie al costante sostegno economico da questi assicurato, Wagner riuscì a riprendere il lavoro della Tetralogia, senza dubbio il più importante, e a concentrarsi sul progetto da anni sognato di un teatro espressamente concepito per la rappresentazione delle proprie opere, Bayreuth, iniziato nel 1872.
Tutto ciò in una costante situazione di incertezza economica, nonostante l'enorme successo di pubblico e le forme di vera e propria adorazione verso la sua figura.
In più, nel 1864 Wagner conobbe Cosima Liszt, sposa del fedele Hans von Bülow e destinata a diventare la sua seconda moglie; sono anche gli anni del controverso rapporto con Nietzsche, conosciuto nel 1866. Nell'ultimo periodo nacque il Parsifal, il capolavoro estremo, finito un anno prima della morte, che colpì Wagner a Venezia il 13 Febbraio 1883.
Gli elementi che permettono di parlare di un'unità di fondo, pur tra risultati così diversi, tra opere che arrivano a mettere in crisi il sistema tonale, come il Tristan ed altre che invece in certo modo l'esaltano, come i Meistersinger, sono affermati ed elaborati consciamente da Wagner stesso.
Al di là delle concezioni estetiche, che hanno come punto d'arrivo l'idea dell'opera d'arte totale, sono gli elementi musicali a costituire il tessuto comune su cui Wagner lavora ed elabora le sue opere: il Leitmotiv, cioè l'idea di accostare in modo sistematico un motivo musicale ad un personaggio o ad uno stato d'animo, e la concezione della melodia come "infinita", cioè, a partire dal superamento delle barriere formali della tradizione musicale operistica, l'affermazione di un'idea della musica come linguaggio che non conosce pause di senso ma fluisce costante come il tempo.
In questo senso, evidente ed esplicito è il debito di Wagner nei confronti del melodismo di Bellini.
L'oro del Reno, ''Abendlich strahlt der …''
Col nome di Tetralogia si designa Der Ring des Nibelungen, "spettacolo scenico solenne in tre giornate e un prologo" (Ein Bühnenfestspiel für drei Tage und einen Vorabend), su libretto del compositore tratto da fonti mitologiche ed epiche germaniche, in particolare il Nibelungenlied del XIII secolo, con aggiunte provenienti da fonti nordiche anteriori, come l’Edda e la Völsungsaga.
La composizione del prologo, Das Rheingold, inizia subito dopo la scrittura del libretto, la cui prima stesura è pronta nel 1853, e finisce l'anno successivo.
Contro la volontà di Wagner, l'opera va in scena separatamente il 22 settembre 1869 all’Hoftheater di Monaco, per volere di re Luigi. La prima rappresentazione dell’intero Ring si tiene invece tra il 13 ed il 17 agosto 1876. Nel primo quadro, nel fondo del Reno scintilla l'oro custodito dalle Ondine figlie del fiume. Il loro canto soave è interrotto dall'arrivo del Nibelungo Alberich (basso o baritono), gnomo maligno: egli vorrebbe l'amore delle Ondine, che si prendono gioco di lui.
Ma si fanno anche scappare il segreto dell'oro del Reno: chi saprà foggiarsene un anello rinunciando all'amore avrà il potere sul mondo. Alberich maledice l'amore e si impossessa dell'oro. Nel secondo quadro, presso il Walhalla, dimora degli dei fatta costruire dal loro re Wotan (basso o baritono), questi, con Fricka sua moglie (mezzosoprano) e Freia dea della giovinezza (soprano), ne ammirano le mura.
Lo hanno costruito i giganti Fasolt (basso) e Fafner (basso), ma ad un prezzo altissimo. Wotan ha promesso loro Freia, sperando poi nell’aiuto di Loge, dio del fuoco (tenore): questi gli narra del fatto di Alberich. I giganti s’impossessano di Freia che riconsegnaranno solo in cambio dell'oro del Reno.
Nel terzo quadro Wotan e Loge sono dicesi nel Nibelheim, regno dei Nibelunghi, dominati da Alberich, che si è fatto costruire l'anello ed un elmo che rende invisibili o muta le sembianze. Questi mostra ai due visitatori i poteri dell'elmo ma si fa ingannare da Loge che gli chiede di mutarsi in qualcosa di piccolo: Alberich si trasforma in rospo e viene catturato.
Nel quarto e ultimo quadro, Alberich, costretto a rendere l'anello a Wotan, scaglia una maledizione: chi non possiede l’anello vorrà averlo, chi lo possiede morirà. Wotan chiede Freia ai Giganti in cambio dell'oro, ma essi vogliono anche l'anello. Controvoglia e su invito di Erda, madre della Terra, Wotan accetta.
E gli effetti funesti dell'anello fanno la prima vittima: Fasolt muore vittima del fratello.
Gli dei si recano sul Walhalla camminando sull'arcobaleno: ma dal fondo del Reno si ode il lamento delle Ondine per l'oro perduto.
Nel complesso del Ring si compie all'estremo il progetto orchestrale wagneriano: l'orchestra raggiunge dimensioni gigantesche, fa ricorso a sonorità inaudite e soprattutto sperimenta timbri e strumenti nuovi.
Non solo l'incudine o la macchina del vento, ma anche strumenti concepiti appositamente da Wagner con lo scopo di creare un'unità timbrica che, in modo particolare, eviti la spaccatura che si provoca negli ottoni tra il timbro delle trombe e quello dei corni: nascono a questo scopo le "tube wagneriane".
Dall'esperienza estrema della Tetralogia si propaga in gran parte della tradizione musicale successiva la tendenza al gigantismo orchestrale, caratteristica delle produzioni di Bruckner, Mahler e Richard Strauss, fino a giungere agli estremi degli organici sterminati dei Gurrelieder di Schönberg o dell'Ottava sinfonia di Mahler.