Il XVII secolo è considerato il secolo d'oro (gouden eeuw) dei Paesi Bassi. I Paesi Bassi settentrionali erano una repubblica governata da un'aristocrazia mercantile in analogia con Venezia.
Ogni città e ogni provincia manteneva il proprio governo e le proprie leggi.
Alcuni "reggenti" prevalsero e così Johan de Witt emerse come figura politica dominante per ventidue anni.
Nel 1650 lo statolder Guglielmo II d'Orange morì improvvisamente di vaiolo. Il figlio di Guglielmo II, futuro re Guglielmo III d'Inghilterra nacque otto giorni dopo la morte del padre. La successione provocò una lotta tra due fazioni: i "reggenti" e gli "orangisti".
Nel 1651 l'Inghilterra impose il suo primo Atto di navigazione, che contrastava gli interessi commerciali olandesi. Un primo incidente navale portò alla prima guerra anglo-olandese(1652-54), che sfociò nel Trattato di Westminster, e l'Atto di navigazione rimase in vigore.
Sebbene la schiavitù fosse illegale nei Paesi Bassi, ebbe una forte fioritura nell'Impero coloniale olandese. Fin dal 1619 gli olandesi iniziarono a smerciare schiavi africani in America.
La stessa Amsterdam divenne la capitale europea del commercio degli schiavi.
Il 1672 fu un anno di disfatte per le Province Unite. Scoppiò la terza guerra anglo-olandese. La Francia ed alcuni principi tedeschi invasero i Paesi Bassi. Johan de Witt, insieme al fratello Cornelis, divenne il capro espiatorio, e fu linciato. Guglielmo III d'Orange divenne statolder.
Sotto l'ammiraglio Michiel de Ruyter fu respinto, in tre dure battaglie, il tentativo congiunto anglo-francese di invadere i Paesi Bassi. L'invasione francese via terra fu impedita a costo dell'inondazione della terraferma olandese. Nel 1674 i Paesi Bassi firmarono il trattato di pace con l'Inghilterra e nel 1678 anche con la Francia.
Nel 1688, dopo le tre guerre anglo-olandesi, le relazioni con il Regno d'Inghilterra raggiunsero una crisi profonda. Lo statolder Guglielmo III capì di avere una grandissima opportunità quando fu chiamato dai protestanti inglesi per invadere l'Inghilterra. Questi avvenimenti portarono alla Gloriosa rivoluzione con la quale fu consolidato, in Inghilterra, il ruolo del Parlamento e l'orientamento protestante. Giacomo II d'Inghilterra fuggì in Francia e Guglielmo rimase re d'Inghilterra insieme alla moglie Maria II, figlia di Giacomo II. La manovra assicurò alle Province Unite un alleato forte come l'Inghilterra nelle sue guerre contro la Francia di Luigi XIV. Guglielmo fu a capo degli eserciti e delle marine inglesi e olandesi fino al 1702.
Gli anni di Guglielmo III come re d'Inghilterra coincisero con una politica inglese in favore delle Province Unite.
L'alleanza anglo-olandese durò anche dopo la sua morte, e gli eserciti inglesi e olandesi riuscirono a conquistare le Fiandre e il Brabante, e a invadere la stessa Francia.
Nel corso del Seicento e del Settecento, molti immigranti giunsero nelle prospere città olandesi, specialmente dalle zone protestanti della Germania. Note per la loro relativa tolleranza, le Province Unite attirarono inoltre molti immigranti ugonotti dalla Francia, nonché ebrei dalla Germania e dalla penisola iberica.
Nel 1602 era stata costituita la Compagnia olandese delle Indie orientali, che per tutto il secolo costituì la maggiore azienda economica privata per il monopolio del commercio tra l’Oriente ed il proprio paese. Grazie a questa impresa, dotata di ampie disponibilità finanziarie, l’Olanda raggiunse nel Seicento il culmine della sua espansione coloniale.
Gli interessi coloniali olandesi si appuntarono soprattutto sul continente asiatico e sull’Africa, dove, nel 1652, fu fondata sulla punta meridionale Città del Capo. Essa costituiva un’ottima base navale sulla via delle Indie. Dopo decenni di scontri con il Portogallo, l’Olanda riuscì ad impossessarsi, nel 1661, dell’isola di Ceylon e, più tardi, della città indiana di Cochin.
Ancora più a oriente, l’impero comprendeva le isole dell’Indonesia, la penisola di Malacca e l’arcipelago delle Molucche, da dove gli olandesi riuscirono a cacciare tutti gli altri pretendenti europei. Più che un dominio, quello dell’Olanda fu un controllo dei principali porti che consentiva di mantenere il monopolio dei prodotti destinati ai mercati. Il governo dei territori interni era infatti lasciato ai sovrani locali in cambio del riconoscimento del diritto esclusivo al commercio.
Con timide puntate esplorative, gli olandesi si spinsero fino alla Tasmania e alla Nuova Zelanda, dove il carattere bellicoso delle tribù maori dissuase loro dal tentare fortuna in quelle zone. Il nome della Tasmania, la grande isola a sud dell’Australia, si deve proprio ad un olandese, l’esploratore Abel Tasman, che nel suo viaggio, iniziato nel 1642, navigò verso l’Oceano Pacifico. Le relazioni e gli appunti da lui riportati in patria fornirono le prime nozioni su queste zone, definitivamente esplorate nel 1770 da James Cook. L’espansione olandese sul continente americano iniziò negli anni Venti del Seicento con l’invio di alcune famiglie di dissidenti religiosi in Amazzonia e alla foce del fiume Hudson e con le incursioni piratesche di Piet Hein lungo le coste brasiliane, dominio portoghese.
Alla metà del secolo, l’impero olandese in Brasile si estendeva dal capo San Roque al Rio San Francisco ed il territorio era abilmente sfruttato con la coltura della canna da zucchero. Dopo la guerra tra Olanda e Portogallo, combattuta dal 1641 al 1651, il trattato di pace dell’Aja (1661) stabilì il ritorno del Brasile al Portogallo. In America del Nord, fin dal 1612 era stata fondata da un olandese, Pieter Minuit, la città di Nuova Amsterdam, che verrà poi ribattezzata New York a seguito della sua cessione all’Inghilterra nel 1667. Alla fine del Settecento, il grande impero olandese era ormai decaduto e la Compagnia delle Indie orientali fu sciolta nel 1798.
Nel 1748 la carica di statolder fu dichiarata elettiva al tempo di Guglielmo IV d'Orange. Il Settecento fu segnato dal conflitto fra i sostenitori degli statolder gli "orangisti", che sostenevano Guglielmo V d'Orange, ed i cosiddetti patriottici (avversi a trasformazioni in senso monarchico) i quali, fortemente influenzati dalla Rivoluzione americana, propugnavano una forma di governo più democratica.
Nel 1785 scoppiò la rivolta poi soppressa; molti patriottici furono costretti a fuggire nel Brabante oppure in Francia. Dopo il riconoscimento olandese degli Stati Uniti d'America, ci fu la pronta reazione britannica che culminò nella quarta guerra anglo-olandese. Questo disastro segnò fortemente l'economia nei Paesi Bassi.
Nel 1795 le armate francesi invasero i Paesi Bassi, incontrando poca resistenza e costituendovi l'effimera Repubblica Batava; Guglielmo V fuggì in Inghilterra. Essa fu sostituita nel 1806 dal Regno di Olanda, che comprendeva anche porzioni dell'attuale Germania ed il cui re era Luigi Bonaparte, fratello di Napoleone). Dopo quattro anni fu decretata l'annessione all'Impero francese. Quello stesso anno era entrato in vigore un codice civile ispirato al Codice Napoleonico. L'occupazione francese terminò nel 1813 dopo la sconfitta di Napoleone.
Quando Guglielmo V fuggì in Inghilterra diede alla Gran Bretagna, come salvacondotto, le colonie olandesi delle Indie orientali e occidentali. Questo segnò il definitivo tramonto della potenza coloniale olandese. Solo una parte delle colonie olandesi ritornarono ai Paesi Bassi dopo la sconfitta napoleonica.
La Guyana e Ceylon divennero britanniche, come pure la Colonia del Capo. Altre colonie, in particolare l'Indonesia, tornarono sotto controllo neerlandese nel 1814.