Gli anni compresi tra il 1870 e il 1915 costituirono un periodo di pace tra le varie nazioni europee. Tuttavia vi erano diversi motivi di tensione, non solo nei continenti extraeuropei a causa delle lotte per la spartizione delle colonie, ma soprattutto in Europa. In seguito alla sconfitta di Sedan, la Francia alimentava un forte desiderio di vendetta nei confronti della Germania. Quest'ultima, sotto la guida del cancelliere Bismarck fino al 1890, si impegnò in una politica di alleanze al fine di isolare la repubblica francese. Motivi di scontro erano presenti anche nei Balcani. Bisogna sottolineare che nonostante le ragioni di contrasto presenti nelle colonie africane ed asiatiche tra le superpotenze europee, il primo grande conflitto mondiale esplose nel continente europeo. In questo periodo l'idea di nazione, che fino ad allora aveva seguito un'ispirazione liberal-democratica, assume in questo momento i caratteri di un nazionalismo aggressivo, carico di odio, violenza e volontà di affermare la propria potenza oltre i confini nazionali. Il nazionalismo divenne un movimento di massa, poiché raccoglieva larghi consensi in tutte le classi sociali: tra gli antisocialisti; tra i conservatori e i reazionari; tra le categorie più coinvolte dall'industrializzazione; tra i ceti popolari, emotivi ed impressionabili. Questo perché l'adesione ai miti della grandezza, della razza, della giovinezza, ecc., indicavano una via per vincere la solitudine causata dalla società contemporanea e trovare così una forma di associazione diversa dal socialismo. Nel 1873 Bismarck promosse il “Patto dei tre imperatori”, firmato da Germania, Austria e Russia, che però ebbe durata breve a causa dei contrasti insanabili tra Austria e Russia nei Balcani. Qui i principati danubiani erano uniti in un solo Stato. La Romania, la Serbia, il Montenegro, la Bosnia, l’Erzegovina e la Bulgaria volevano liberarsi dell’egemonia ottomana e, a tal fine, decisero di chiedere aiuto alla Russia, che dichiarò guerra alla Turchia nel 1877, costringendola a riconoscere l’indipendenza o l’autonomia amministrativa degli Stati in questione. L’Austria minacciò quindi di dichiarare guerra alla Russia. Bismarck, per evitare lo scontro, nel 1878 organizzò un Congresso Internazionale a Berlino, durante il quale venne riconosciuta l’indipendenza di diversi Stati balcanici ed, inoltre,venne assegnata all’Austria una sorta di protettorato sulla Bosnia e l’Erzegovina. La Russia, invece, che aveva vinto la guerra anti-turca, ottenne esclusivamente la Bessarabia. Dal Congresso di Berlino l’Inghilterra ottenne il riconoscimento del possesso dell’isola di Cipro, posizione strategica per l’accesso al Mediterraneo orientale. L’Italia, nonostante facesse parte della Triplice Alleanza, non ottenne nulla, anche se il trattato prevedeva ricompense in caso di espansione dell’Austria verso i Balcani. La Russia si avvicinò ulteriormente alla Francia in funzione anti-tedesca ed anti-austriaca, anche se, nel 1887, Russia e Germania firmarono un “Trattato di Contro-Assicurazione”, ottenendo, in cambio di un reciproco disimpegno nei Balcani, che la Russia rimanesse neutrale qualora la Francia avesse dichiarato guerra alla Germania. Quando iniziò la propria espansione coloniale, la Germania incontrò subito forti resistenze da parte della Francia e dell’Inghilterra. Nonostante ciò, tra il 1883 ed il 1885, riuscì ugualmente ad occupare i seguenti territori: Togo e Camerun; Africa sud-occidentale; Uganda e Tanganika; Nuova Guinea e arcipelago “Bismarck”; Isole Marianne e Caroline.
Nel 1893 la Francia si alleò con la Russia, seguita nel 1907 anche dall’Inghilterra. Nacque così la Triplice Intesa. Nel decennio che precedette lo scoppio della prima guerra mondiale, i due blocchi di potenze che si erano venuti a formare nell'Europa di inizio secolo si fronteggiarono in un contesto internazionale, dove ai vecchi motivi di contrasto si sommano nuove tensioni. Riemerge il conflitto tra Germania e Francia per la questione dell'Alsazia-Lorena (guerra franco-prussiana del 1870-'71). Si inasprisce il conflitto tra Germania e Inghilterra per le questioni coloniali. La Germania si rende conto che l'Africa era stata spartita solo tra Francia e Inghilterra. Questo innesca le due crisi marocchine. Per due volte, nel 1905 e nel 1911, il contrasto tra Francia e Germania sul Marocco sembrò portare l'Europa sull'orlo della guerra. Alla fine la Francia riuscì a spuntarla, grazie alla solidarietà dei suoi alleati e si vide riconosciuto un formale protettorato sul territorio conteso. La Germania ottenne in cambio una striscia del Congo francese. Nella Conferenza di Algesiras del 1906, infatti, la Francia impose il proprio protettorato sul Marocco, ma in cambio riconobbe alla Germania parte del Congo. La seconda crisi marocchina fu causata dall’invio da parte della Germania di un incrociatore, con l’intento di bloccare un intervento francese a Fez. Insieme alla prima, questa crisi si rivelò particolarmente importante perché rivelò la volontà e la prontezza di intervento delle truppe germaniche, andando inoltre a delineare un fronte antitedesco.
La situazione si complica anche nei Balcani soprattutto nel 1912-13 quando ebbero luogo le due guerre balcaniche. La crisi dell'Impero Ottomano mette in movimento una situazione già precaria. Già nel 1908 l’Austria approfittò di un colpo di stato in Turchia, ad opera dei “Giovani Turchi”, per annettere in modo definitivo Bosnia ed Erzegovina al proprio territorio, assicurandosi il riconoscimento di Germania ed Italia. La mossa austriaca provocò un immediato inasprimento della tensione con la Serbia che mirava ad unificare sotto il suo regno gli slavi del Sud e con la stessa Russia, che della Serbia era la protettrice. Tra il 1912 ed il 1913 si svolse la guerra turco-balcanica, che coinvolse la Grecia, la Bulgaria, la Serbia ed il Montenegro, impegnati a sottrarre la Macedonia all’impero ottomano. Il 17 ottobre del 1912 iniziarono le operazioni militari ed, in soli 25 giorni, gli ottomani vennero sconfitti. Le truppe bulgare raggiunsero il Mar di Marmara e l’Egeo, poi assediarono la fortezza di Odrin, l’Adrianopoli. Le truppe greche, serbe e montenegrine, sostenute dai reparti bulgari, conseguirono grandi successi sui fronti della Macedonia, dell’Epiro e dell’Albania. La Turchia, dopo aver subito la sconfitta, chiese la pace. Con la Pace di Londra, l’Austria e la Germania riuscirono a togliere alla Serbia la costa adriatica, appena conquistata, creando il principato indipendente di Albania. Nel 1913 la Bulgaria fu attaccata dalla Serbia, affiancata dalla Romania e dalla Turchia. Le due crisi balcaniche segnarono il consolidamento territoriale degli Stati nazionali, coronando il risorgimento iniziato nel corso dell’800 La Serbia divenne quindi una potenza scomoda per l’Austria, oltre a rappresentare da quel momento in poi un punto di riferimento per i nazionalisti slavi. Le guerre balcaniche ebbero gravi ripercussioni immediate. L’Austria, uscì molto indebolita da questa crisi, poiché ne bloccò i disegni espansivi offuscandone nettamente il prestigio, mentre la Serbia aumentò la sua forza ed il suo potenziale attrattivo sulle popolazioni sud-slave dell’impero asburgico. L’Europa appariva pericolosamente divisa in blocchi contrapposti, sempre più solidi e compatti. La vittoria di Serbia, Bulgaria, Montenegro e Grecia allontanò il pericolo di un’espansione austriaca, mentre la creazione dell’Albania, alla quale Roma concorreva attivamente, corrispose agli interessi di salvaguardia dell’equilibrio strategico dell’Adriatico. I rapporti tra Roma e Vienna peggiorarono nel corso dei mesi seguenti, soprattutto a causa del problema dell’Albania, dove la loro cooperazione per la nascita di uno Stato autonomo diventò una sorta di “guerra fredda semicoloniale”, come la definì lo storico australiano Bosworth.