Nato a Ferrara nel 1452 e morto a Firenze arso sul rogo il 23 maggio del 1498. Dopo aver compiuto studi umanistici e filosofici conseguì il magistero in Arti e incominciò lo studio della medicina, interrompendolo nel 1475 per entrare nel convento di S. Domenico a Bologna dove studiò teologia con Pietro da Bergamo e Domenico da Perpignano. Nel 1482, conclusi gli studi fu mandato nel convento di S. Marco in Firenze e l’anno successivo venne richiamato a Bologna come maestro di teologia. Nel 1490 venne richiamato a Firenze e riprese la sua predicazione, conquistandosi la stima di molti intellettuali e di una larga parte della popolazione fiorentina. Eletto priore di S. Marco nel 1491, l’anno successivo la sua predicazione assunse toni polemici crescenti, dopo la morte di Lorenzo il Magnifico e l'elezione papale di Alessandro VI. Nel 1495 fu oggetto di un'ingiunzione papale che gli intimava di presentarsi a Roma e che Savonarola disattese venendo colpito nell’ottobre successivo dal divieto alla predicazione. Nel febbraio del 1496 fu tolto il divieto e riprese la sua predicazione, incentrata sulla riforma morale del clero e della vita cittadina e sulla giustizia. Nel carnevale del 1497 Savonarola, al massimo del consenso popolare, organizzò coni suoi seguaci, i piagnoni, il «bruciamento delle vanità». Nei mesi successivi però la nuova signoria eletta si dimostrò immediatamente avversa al frate e nel mese di giugno fu pubblicata la scomunica del papa nei suoi confronti. Nel febbraio del 1498, grazie all’ultima signoria a lui favorevole, sfidando la scomunica papale riprese la sua predicazione. La reazione del papa che minacciava l'interdetto su Firenze, portò, l’8 aprile, all’assalto del convento di S. Marco da parte degli Arrabbiati e all’arresto di Savonarola che venne sottoposto ai tormenti dell’inquisizione e fece delle parziali ammissioni. Nuovamente processato e torturato fu condannato e affidato al braccio secolare che ne decretò la pena capitale e venne arso sul rogo con due confratelli in Piazza della Signoria. La posizione teologica di Savonarola si può suddividere tra la sua predicazione profetica, e la coscienza teologica che egli ne aveva, e le sue posizioni teologiche fondamentali. Sulla questione profetica Savonarola si batte con forza per negare che la profezia sia un carisma ormai estinto e, sebbene egli affermi il contrario, la sua predicazione profetica e veggente lo inserisce all’interno di quella tradizione chiliastica medievale che parte da Gioacchino da Fiore. Il profeta ha un dovere di comunicazione della verità divina che non può essere soffocato da nessuno, papa compreso. Dal punto di vista strettamente teologico ed etico-politico, Savonarola si allinea con la tradizione albertista e soprattutto tomista del suo Ordine. La sua concezione non sembra pertanto mostrare quei segni di rinnovamento intellettuale che la sua accesa predicazione faceva risvegliare nelle coscienze dei fiorentini. Difensore dunque della tradizione scolastica, Savonarola polemizza aspramente con i tentativi umanistici in atto a Firenze, soprattutto col Ficino e i suoi seguaci, e ribadisce con forza la centralità imprescindibile della Rivelazione rispetto ai tentativi universalistici dell’umanesimo, protesi verso una teologia filosofica e poetica primigenia dalla quale far scaturire i tesori religiosi dell’umanità. La stessa linea di pensiero si ritrova nella sua concezione della politica che deve realizzare il pieno perfezionamento delle virtù naturali in vista di quelle soprannaturali, secondo i più genuini dettami tomisti.
BIBLIOGRFIA. OPERE: Apologeticus de ratione poeticae artis, Pescia 1492; Compendium logicae, ivi 1492; Compendio di rivelazione, Firenze 1495; De simplicitate christianae vitae libri, ivi 1496; Triumphus crucis, ivi 1497; De veritate prophetica dyalogus, ivi 1498; Trattato circa il reggimento di Firenze, ivi 1498.
STUDI: C. VASOLI, La scolastica in Italia e la cultura ecclesiastica nel quattrocento, in Storia della Teologia, III, L'età della rinascita, pp.130-1340, bibliografia p. 153-157; A. ASOR ROSA (dir.), Letteratura italiana, Dizionario bio-bibliografico, Torino 1990, vol. II, pp. 1595-1597.
FRANCESCO FRANCO