5E

Lettera dai professori

Il Poeta scrive:

Ero così in para quando non sapevo che fare da grande

Fratello, studia e impara

Che la strada fa da scuola, ma non è una buona madre


Ma i poeti forse mentono -

ogni volta che parlano è una truffa
O vale solo per chi non sappia intender le loro parole.


La strada di molte e molti di voi “fa da scuola”?

Privazioni, sofferenze, ingiustizie e tutto l’armamentario del sobborgo-rap?

Può accadere, in questo angolo pulito della provincia?

Chi può misurare la fatica?


Il Poeta suggerisce di studiare e imparare - quasi fosse una maestra delle elementari - o un maestro - di quelli che trovi per strada, ormai vecchi

le mani di carta velina, gli occhi acquosi. Ma si ricordano


Potremmo dire: la scuola fa da strada, ma non è una buona madre.

Invertendo l’ordine, il prodotto non cambia.

La scuola non fa da madre, perché parla di limiti.


Il limite di non sapere tutto

di non saper dire bene le cose

di non approfondire.

Fateci caso: limiti nostri limiti vostri


Il limite di non saper ascoltare

di giudicare troppo in fretta

di decidere già al primo incontro come si sia fatti.

Fateci caso: limiti vostri limiti nostri


La scuola parla di limiti, perché non ci siamo scelti.

Non è un club, una palestra, una squadra.

Non è un locale, un villaggio, una crociera.


Tu arrivi, sei poco più di una scimmia vestita

e trovi altre altri come te, dinoccolati e imbranate

gli occhi ugualmente impauriti.

 

Ti attacchi, magari, a quelli delle medie

ma non sono nemmeno più loro

e poi c’è altra gente - non avevi messo in conto quanto diversa è.

 

Qui sta il limite: inventare uno spazio tra stranieri.

L’alternativa è secca: aprire finestre o tirar su muri.

Puoi anche far finta di nulla, ma non nasconderti.

 

E allora, se hai scelto la finestra, come un filosofo greco,

puoi guardar fuori e persino permettere che guardino dentro:

puoi scoprire.

 

La cura: per le parole di Chiara, per i silenzi di Giulia

l’eleganza nascosta di Giada, il rispetto di Bise

Braghe, sempre ostinato controcorrente

 

Davide affidabile, statuario e Papero autoironico, sottile

Conta che diventa serio tutto d’un tratto e dice la verità,

Faggio che ci fa, ma non ci è

 

Leo, maestro di stile e Lazza, che non giudica ma valuta

Davide che chiede di riempire il suo bicchiere mezzo vuoto

Annabelle, pianeta luminoso - Venere contro

 

Il Pres, saggio e maldestro

Elena, attenta alle ingiustizie - non solo sue

Pietro, sagace e insoddisfatto

 

Ron, amico fedele e Carlotta, strategica e generosa

Marta, esigente e radicale

Erissa: sorriso e arguzia

 

Gigi, buono ma non troppo e Vic

che ha saputo tenere insieme i pezzi

- e capisce.

 

Altre altri si son persi per strada - non cerchiamo colpe.

Voi siete la vostra classe quinta del liceo - la E

l’unica che avete, l’unica che comunque avrete.

 

Noi abbiamo scelto di averne tante, quasi una per anno.

Ma le tracce rimangono, anche per i più duri.

Facciamo così:

 

non tornate a trovarci per un rito sfibrato

piuttosto scriveteci

di un libro un film una persona

un paesaggio una parola una canzone

che vi abbia mosso il cuore e acceso il cervello.

 

Perché saranno le vostre esperienze

a conservare il senso del nostro restare,

a riabitare lo spazio che possiamo inventare

ancora.

Lettera dagli studenti

Solo con la Seconda E 

“In una scuola superiore piena di maranza, giornate malvagie, e senza macchinette, la 5E, che saremmo noi, con il supporto delle altre quinte cerca di fare l’impossibile: essere la quinta più impreparata che il Gali abbia mai visto”.

Abbiamo iniziato la prima con due Fede, ma siamo arrivati in quinta senza Speranze. D’altronde il trend negativo era iniziato già dopo due mesi con il primo abbandono, da cui molti hanno poi preso esempio. Tra bocciature e cambi di percorso non ci siamo però persi d’animo: la classe si è a mano a mano rimpinguata con l’arrivo di nuove reclute, anche se il (alunni) è rimasto comunque negativo…
Alcune cose però sono rimaste costanti: le insufficienze in inglese (chi ha orecchie per intendere intenda), i film a religione (chissà se la prof riuscirà mai a farci vedere “Dio non è morto”) e la parlantina diffusa (voci di corridoio sostengono più tra i maschi che tra le femmine :O ).

Potremmo far finta che con il cambiamento fisico (anche se eravamo bellissimi anche prima) ci sia stata anche un’evoluzione mentale, ma tradiremmo il nostro essere dei gustosi tortellini d’ignoranza, nonché dei cialtrones in piena regola. D’altronde, se domani c’è il sole noi andiamo al mare (non può mica interrogarmi l’ultimo giorno di scuola…).

In caso dopo cinque anni ancora non vi ricordaste con chi siete in classe, ecco a voi un breve riassunto (questa volta non della settimana).
[rigorosamente da leggere con Candy di Robbie Williams in sottofondo]

Iniziamo con il botto, con i VIP di 5E: come non nominare 

Ma che non crediate che gli altri siano da meno!
Tra gli outfit matchati dei Fratelli Corona, chi si mette i cileni durante le ore di spagnolo, chi non ha paura di sfoggiare pantaloncini rosa fluo mentre balla sui banchi e chi ha bisogno della carità per comprarsi i jeans, possiamo affermare con cognizione di causa che in 5E lo stile non va a pile.
Ma l’abito non fa il monaco, e sotto i bei vestiti si celano gorilla, leopardi, paperi e squali; curioso pensare che tali soggetti siano allo stesso tempo in grado di aggiustare PC e fare verifiche di matematica su un foglio a righe.
Strano ma vero, all’interno di questo zoo sono però riusciti a farsi strada nientepopodimeno che IL Presidente, il Re degli Etruschi (o dei Lucani?), le filosofe del prossimo secolo, che sono sempre riuscite a ricavare il tempo per le loro lunghe digressioni, e le grandi promesse dello sport mondiale, entrambe oggetto degli esempi di Realdi, e tanto dolci quanto apparentemente silenziose (ma solo una delle due terrore per gli occhiali della Eris).
Eppure in un gruppo così eterogeneo non potevano mancare voci ancor più fuori dal coro: da chi va a prendere il tè con i gerarchi della WW2 a chi deve prestare più attenzione ai dischi (o coperchi) volanti.
Sappiamo nel profondo di essere fantastici, per cui nella nostra grande umiltà non abbiamo voluto togliere ai prof la soddisfazione di richiamarci fino all’ultimo, ma ciò che non uccide fortifica, come un sano “FRAAANCEEESCOOO”, o un bel 4 in italiano a pochi mesi dall’esame che non basta però a rimboccarsi le maniche per mettersi in testa che non è stato Pascoli a scrivere “La pioggia nel pineto” (mi raccomando, per l’esame studiare da Cesare ma anche prima).
Momento più alto di questi cinque anni, poi, il grande comeback di colui a cui nei secoli ci si è riferiti con innumerevoli epiteti, neanche fosse il diavolo: OGM, skifidol, escherichia poli, polinucleotide… per gli amici Paoli, ahnoscusaPoli.
Figlia d’arte di pane fritto albanese e proprietaria di taverne che hanno visto cose che voi umani non potete neanche immaginare, anche la Eris è tra i fortunati who found love in a hopeless place.
Dulcis in fundo (o fulmen in clausura?)... NOI!, che per cinque anni abbiamo mandato gli appunti almeno una volta a ciascuno di voi (inutile fare polemica, abbiamo controllato ;P ).

E come non concludere ringraziando l’unico consiglio di classe creato ad hoc da Luca Piccolo (alla fine un po’ speciali lo siamo davvero, scegliete voi in che senso), che nonostante tutto è riuscito a tirare fuori il meglio di noi (o quantomeno ci ha provato - apprezziamo l’impegno).

Tutto sommato, ammettiamolo, una classe migliore non potevamo trovarla. In fondo in fondo vi vogliamo bene… e promettiamoci l’uno con l’altro: “Non perdiamoci mica di vista”.

XOXO Marta e Chiara