Ascolta la mia voce

Aspetta ancora un po’. Sì, solo un attimo. Bene; ora respira profondamente, dai l’attacco e non ti preoccupare. Vedrai che quel La# non sarà un ostacolo. Ci sarò io ad aiutarti, è così ormai da anni.

Ma ti ricordi come tutto è iniziato? Beh, io sì e pure molto bene. Potrei definirlo come un terremoto, una scossa carica di adrenalina, che mi ha reso libero come l’aria che diffonde il mio suono. Diciamo che il nostro primo incontro è stato come i dieci secondi prima di suonare un brano. In quel brevissimo e intensissimo intervallo di tempo il mondo finisce sottosopra: hai le farfalle nello stomaco, a volte ti senti inadatto e ti affidi a quello spirito senza nome dentro di te, che da sempre ti spinge a suonare ancora e ancora. Poi non pensi più a niente, ma sogni tra le note. È pura gioia in grado di emozionare noi stessi e gli altri. Tutto questo però, nessuno di noi due lo può realizzare da solo: abbiamo bisogno l’uno dell’altro per non lasciar regnare il silenzio sovrano. E dopo tante avventure sei ancora al mio fianco e siamo pronti a iniziare una nuova esperienza. Possiamo migliorare? Certo, ma non è questo il punto. Ogni inizio è un’incertezza come quella nota che è stonata una volta sì e una no (anzi due sì e una no), ma se la passione è forte il resto passa in secondo piano. Quindi senza esitazione te lo posso dire: “Rischia e non permettere che la paura dell’inizio ti costringa a perdere una delle esperienze più belle della tua vita”.

Ora spetta a te decidere se ascoltare la voce di un semplice violino, che ti giunge lentamente al timpano dalla spalla sinistra.

L.R., 1^C