Intervista a Filippo

Nelle scorse settimane ci siamo recate al Seminario di Padova, dove abbiamo incontrato e successivamente intervistato il seminarista Filippo…futuro prete e attuale chierico nella parrocchia di Tencarola. Abbiamo avuto l'occasione di visitare le biblioteche dell’istituto, una delle quali conserva un prezioso manoscritto seicentesco di Galileo Galilei, e di scoprire luoghi come i chiostri dell’istituzione, piccole cappelle e salottini dove i seminaristi si recano per studiare, rendendoci conto delle sue notevoli dimensioni. Al centro del chiostro principale inoltre sorge la statua di San Gregorio Barbarigo, protettore del seminario. Accolte quindi da Filippo, abbiamo iniziato la nostra intervista.

  • “Ciao! Come ti chiami, quanti anni hai, cosa fai nella vita?”

“Ciao! Sono Filippo, ho ventidue anni e sono al mio terzo anno di seminario!”

  • “Wow! Filippo, sei contento di essere qui oggi con noi? Come ti senti?”

“Certo, sono molto contento di incontrarvi qui oggi e non vedo l’ora di leggere questa splendida intervista…sapete, giovani aspiranti giornaliste, che anche noi qui in seminario scriviamo il nostro giornalino? Io ne sono il caporedattore!”

  • “Che bello! Dev’essere senz'altro una cosa davvero divertente!”

Certo! Lo è!”

  • “Bene, bene, ci fa piacere. Che ne dici di iniziare con l’intervista?!”

Certo, partiamo! Che ansia…quasi mi sento sotto esame!”

  • “Certo, allora iniziamo...cosa significa per te amare e sentirsi amati? Quando senti di amare qualcuno e/o qualcosa e quando invece odiare, cos’è quindi per te l’odio?”

AMARE è rispondere ad un amore che non è mio, che parte dalla consapevolezza di essere amato...SENTIRSI AMATO è l’essere ricordato da qualcuno. Ricordare infatti significa riportare al cuore e sapere di essere ricordato da qualcuno mi fa quindi sentire amato. Poi può essere che ci siano momenti in cui veniamo ricordati e, d’altra parte, momenti in cui pare che nessuno ci pensi e quella persona che invece ti pensa sempre è Dio...e io l’ho trovato, come una Persona che ti vuole incontrare, anche quando non ne sei consapevole. Dunque che cos’è l’ODIO? Per me è non rispondere a questo amore di Dio, preferendo ciò che non è bene.”

  • “Che belle parole! Invece cosa risponderesti ad una persona che ti dice di odiare Dio e di rifiutarlo totalmente dalla propria vita? Con quali nuove esigenze un prete deve approcciarsi nella nostra società nella quale il cristianesimo è diventato quasi un tabù?”

"Se una persona mi dice di odiare Dio, la ascolto, perché in quell’angoscia può nascondersi una ricerca sincera. Mi terrorizza di più l’indifferenza della rabbia. Dopotutto, anche arrabbiarsi con Dio può essere un modo di pregare, poiché è comunque avere una relazione con Lui. Successivamente, nasce un dialogo e da lì la situazione si sviluppa in maniere diverse per ognuno di noi.

Oggi, si tende a vedere la religione come un fenomeno da analizzare piuttosto che come qualcosa da vivere. Il prete ha punti fissi: la Parola di Dio e i Sacramenti. Questo rapporto porta ad un effetto, che se vissuto correttamente porta a ciò che San Paolo definisce “Carità”, ovvero l’amore. Agape è riconoscere che Gesù parla alla mia vita attraverso la sua parola e i sacramenti, il cui messaggio è amore. Il passo successivo è tradurre in opere ciò che vivo nel mio cuore. Queste due dimensioni sono inscindibili!”

  • “Certo, sono delle risposte davvero intense, secondo te invece si può provare amore e odio contemporaneamente, questi si possono mai riconciliare? Potresti fare un esempio che hai magari sperimentato sulla tua pelle?”

“Sì! Ce lo dicono innanzitutto in molti, a partire dalla tradizione classica.”

  • “Catullo? Con "Odi et amo”?”

“Sì! Ma anche l’ESPERIENZA. Amare e odiare insieme è possibile, e se succede io cerco di capire il perché. Il discernimento tra amare e odiare è molto vicino alla scissione tra bene e male: una volta infatti che capisco ciò che è bene, anche se faccio fatica ad amare una determinata cosa, ci provo…è questo il segreto! Dunque per fare un esempio, magari il più banale, riguardo gli orari qui in seminario: sono stringenti, perciò non li ami...ma cerco di amarli perché so che, se li rispetto, soddisfano tutti i bisogni, e capisco che c’è della bontà dietro essi, imparo anche che fanno bene a me, li aspetto volentieri e perciò li amo.”

  • “Interessante, invece qual è la tua relazione con bambini, giovani e adulti nella comunità di Tencarola in quanto chierico? Ti senti amato da loro oppure talvolta criticato o giudicato?”

“Sono molto contento dell’esperienza che sto facendo nella comunità di Tencarola, è il terzo anno. Ho trovato molte famiglie che ci tengono a vivere questa dimensione della fede e quindi a condividere la vita nella semplicità. Sono veramente molto contento di vivere questa esperienza. Sono amato? Beh, sicuramente come in ogni luogo ci sono persone con cui ti trovi meglio e altre peggio, ma vedo che prevale il senso di unità. Pertanto qualcuno giudicherà, però…insomma, anche questo fa parte del gioco.”

  • “Molto filosofica come risposta. Stiamo giungendo alla fine dell’intervista e vorremmo chiederti quali sono le differenze che hai potuto notare tra il Liceo e il Seminario. Qual era la tua materia preferita al Liceo? Qual è invece ora?”

“Le differenze sono molte, ma sono dell’opinione che esistono scuole per ogni età. La mia materia preferita al Liceo era la filosofia, di cui mi sono innamorato. Questa passione l’ho ritrovata in tutti i corsi, in modo particolare in antropologia, ovvero lo studio dell’uomo dal punto di vista filosofico e teologico. Mi intriga anche patrologia, ovvero l’analisi dei testi dei primi padri della Chiesa, orientali e occidentali. L'obiettivo di queste produzioni è trasmettere il messaggio di Gesù in un mondo dove il cristianesimo compiva i primi passi. Interessante è anche teologia morale, dove si studia la visione morale della Chiesa legata ad un discorso su Dio. Si riesce a comprendere la bontà del messaggio della Chiesa su questi temi, che a volte appaiono astrusi.”

  • “Filippo, descrivici per favore la tua chiesa cattolica ideale.”

“Si! La mia chiesa cattolica ideale non ha paura di essere sé stessa, intanto. In tutti i suoi membri, quindi non solo preti e suore, ma anche battezzati, che sanno quale dono hanno per le mani e sono consapevoli di essere in comunione. Senza paura e senza ansia, fedeli a ciò che la Chiesa propone, una Chiesa nella quale traspare il messaggio dell’AMORE di Dio e l’annuncio di Gesù, che mette quindi al centro la Parola di Dio e i Sacramenti.”

  • “Bene, siamo giunti alla fine dell’intervista, ma avremmo qualche domanda più frivola da porti! Che genere di musica ascolti e quali sono i tuoi hobby al di fuori del seminario?”

“Mi piacciono la musica leggera e classica, non sono un’amante del rap. So suonare il piano e adesso in seminario suono anche l’organo. Anche i Pinguini Tattici Nucleari mi piacciono.”

  • “Sono la tua band preferita?”

“Sì certo! Sapevate che sono nati in un patronato di Bergamo a proposito? Invece per quanto riguarda gli hobby, il mercoledì sera ci dedichiamo allo sport e c’è un gruppetto che gioca a calcetto e devo dire che sono un membro molto attivo! Altre serate invece ci uniamo tutti in sala TV a guardare un film e stare in compagnia.”

  • “Com’è il rapporto tra voi seminaristi? Lo definiresti più giocoso e simpatico oppure turbolento?”

“Allora, noi siamo poco più di venti, e il clima è sereno, poi chiaramente c’è quello che sta più simpatico e quello meno, ma si scherza, anche di gusto. Poi il nostro essere qua insieme ha un’origine comune forte; nonostante sensibilità anche diverse sappiamo che sono più le cose che ci uniscono che quelle che ci dividono. Ci sosteniamo reciprocamente e c’è tanta complicità. Ci facciamo forza tra di noi e ciò è un bel segno. Spero questo possa essere una buona testimonianza e una fonte d’ispirazione per chi viene dall’esterno.”

  • “Certo! E indubbiamente ciò sarà un ottimo stimolo anche nella nostra scuola, tramite il giornalino! Grazie per averci concesso questa intervista!”

“Grazie a voi! Non vedo l’ora di leggerla!”

Elena Resini, 4^E e S.M., 4^L