Un nuovo libro

Intervista a Giulia, appena arrivata in 5E

(Ci presentiamo, ci siamo sentite solo via messaggio per metterci d’accordo su dove incontrarci a ricreazione, e dato che non si sa ancora orientare bene la vado a prendere davanti alla sua classe. Dopo i primi convenevoli, iniziano le domande vere e proprie…)

  • “È un piacere intervistarti Giulia, e penso di poter parlare per tutti gli studenti quando dico che mi fa molto piacere che tu abbia scelto proprio il nostro liceo, e sono molto curiosa di sapere cosa ti ha portato fin qui… te la senti di raccontarci il tuo percorso, la tua esperienza? Intanto, lasciati dire che hai un accento stupendo!”

(ride) “Grazie, grazie mille! Certamente, mi fa molto piacere. Allo’, io, come penso si senta, vengo dà Roma. Anche lì facevo un liceo scientifico e fino al terzo liceo non ci sono stati problemi, me trovavo molto bene sia con i professori che con i compagni de classe, in particolare con la mia migliore amica. Se chiama Giulia pure lei, stavamo sempre insieme tanto che pure i prof. quando una de due mancava ce dicevano ‘ce sta na Giulia sola, come fa l’altra?’ e cose così… solo che iniziata la quarta è cambiata ‘a professoressa de matematica… insomma questa già non era brava come quella che avevamo prima, poi ce metteva voti per ogni intervento. Io stavo a intervenì spessissimo, solo che faceva confusione e quando andava a mette i voti nel registro, scambiava il mio nome con quello dell’altra Giulia…”

  • “Ma lei avrà detto qualcosa alla professoressa…”

“Ma figurati, non le ha detto niente, quindi io ho iniziato a trovamme sul registro ‘na sfilza di voti negativi, tutti tre, quattro, perché ‘a professoressa pensava che non intervenissi mai… quindi, chiaramente, l’anno è andato peggiorando soprattutto mentalmente, so’ ‘nnata in crisi per ‘sta prof. fino a ritrovamme da nò psicologo…”

  • “È stata scorretta… e non hai potuto fare niente? I tuoi genitori…?”

“I miei so’ separati (io profondamente rammaricata e imbarazzata per la domanda poco azzeccata), lì vivevo con mi’ madre che tiene molto ai risultati scolastici, quindi quando con ‘sta professoressa ho iniziato a ‘nna male, ho litigato pure con mi’ madre e, dato che ormai i rapporti con la classe erano diventati pessimi, alla fine della quarta ho pensato di trasferirmi qua da mi’ padre. Avevo già pensato di trasferirmi qui per l’università, quindi perché non anticipare di un anno?”

  • “Hai senza dubbio fatto bene, hai cambiato ambiente del tutto (annuisce). Quindi, cambiando un attimo discorso, sai già che Università andare a fare?”

“Non esattamente, alle elementari volevo fare Giurisprudenza qua, alle medie e gran parte del liceo, tipo fino in quarta, proprio l’anno scorso, volevo fare Medicina, e adesso invece me ritrovo un grandissimo buco… ma ultimamente penso che Psicologia non sarebbe male”

  • “Sicuramente c’è ancora tempo, ma intanto complimenti per le scelte! Tutte molto interessanti (e dure! -sorride-) ma torniamo a noi… l’impatto nella nuova città com’è stato? Traumatico?”

“Npo’ a dire la verità. Io vivo in centro quindi all’inizio mi sono iscritta al Fermi. Lì so rimasta più o meno un mese ed è stato tremendo, me so’ trovata in una classe che aveva già fatto il programma di metà quinta, mentre io stavo ancora quello de fine quarta, e i professori non mi hanno aiutata per niente, anzi, davano un botto di compiti per il giorno dopo e li facevamo in classe mentre “spiegavano”, e poi a casa studiavamo l’argomento che avrebbero dovuto spiegare a scuola… e anche lì chiaramente partendo già indietro i voti non erano per niente alti, e quindi ho deciso di venire qui”

  • “Sono di parte, ma modestamente hai fatto la scelta migliore”

“Guarda, appena ho messo piede in questa scuola, me sò sentita accolta, mi è sembrato lo stesso clima delle scuole elementari, come quando te senti a casa tua, non so cosa fosse ma lo sento ancora, ti viene proprio voglia di studiare. Anche le professoresse, so’ venute subito a conoscermi con entusiasmo, proprio n’altro mondo. Volevo troppo cambia’ scuola, però mi’ padre voleva che rimanessi al Fermi, tanto che so’ venuta da sola a iscrivermi, i colloqui e tutto, mi’ padre n’ha voluto dà manco il numero di telefono. Ma è stata la scelta giusta, anche co’ i compagni nuovi me so’ sentita subito accolta.”

  • “Bene, è questo l’importante (tristemente suona la campanella di fine ricreazione… e iniziamo a salire le scale), ti ringrazio molto per aver condiviso la tua storia con noi, sono proprio contenta che tu sia venuta qui, vedrai che tempo di prenderti un po’ e ti troverai benissimo”

“Grazie a te, è stato proprio un piacere. Sai come se dice, ‘iniziare un nuovo capitolo della propria vita’, ecco io ho iniziato proprio un nuovo libro! (ride) Due nuovi inizi, due ultimi giorni… non capita spesso”

  • “Affatto, ma vedrai che scrivere il seguito di questo nuovo libro sarà un'avventura stupenda...”

C.A., 4^E