Buon viaggio!

Cari Giovani,

è arrivata la fine della scuola: e per voi delle quinte, letteralmente la fine. Una fine che prelude ad un inizio, naturalmente; ma per intanto, pur sempre fine è.

Qualche anno fa (prima dell'ultima riforma, c'era ancora la "terza prova"), ero sempre un commissario interno della mia quinta. La mattina della terza prova, che era appunto l'ultimo scritto e, per vari motivi, quello un poco più preoccupante, dicevo ai miei ragazzi per allentare la tensione: "Godetevela! E' l'ultima mattina, di tutta la vita, che passerete seduti ad un banco verdolino, ormai troppo piccolo per voi!". Ci saranno altre cose da imparare, altri esami da sostenere...ma la scuola, finisce qui. La scuola come luogo strutturato in cui un gruppo, molto ben definito, di "giovani", si ritrova per imparare, sotto la guida di un gruppo distinto ed altrettanto ben definito di "adulti". Studierete ancora, imparerete ancora; vi auguro, anzi, di studiare e imparare con passione per tutta la vita, come Catone. Ma non ci sarà più una classe, l'abitudine di una frequentazione quotidiana, e soprattutto i vostri docenti o formatori saranno altri "adulti", al pari di voi, che si porranno come tali. Insomma, adesso siete grandi e la scuola finisce proprio qui.

Il ricordo corre inevitabilmente al mio esame "di maturità", come si chiamava allora, in tempi per voi preistorici come i Flintstones (quest'ultimi, doppiamente preistorici, se mi passate il bisticcio). Ero un bravo studente ed in realtà non avevo motivi di preoccupazione...ma lo stomaco era annodato lo stesso. Ricordo il "plico" ministeriale, che allora era un plico per davvero: una busta di cartoncino spesso color crema, sigillata, consegnata dai Carabinieri, che veniva ritualmente aperta con le forbici di fronte a tutti i candidati.

Ricordo una singolare coincidenza, di cui poco può importarvi, obiettivamente. Ma sapete com'è: ad una certa età, si cominciano a raccontare aneddoti, ed anch'io ho i miei, portate pazienza.

Ebbene, mentre ero in quarta, avevo seguito un programma TV sui sistemi scolastici europei. Parlavano fra l'altro della serietà estrema dell'esame di Baccalauréat, che conclude la scuola superiore in Francia, ed avevano portato un esempio di una dissertazione impegnativa, che vi era stata proposta: "Essere cittadino del proprio tempo, che cosa significa?" Avevo pensato, ma guarda che tema interessante...cosa scriverei, se toccasse a me alla maturità? Di quando in quando, ci avevo riflettuto sopra, come esercizio. Ebbene, anche qualcuno al Ministero deve averlo trovato interessante; perché in effetti l’anno dopo mi toccò proprio quel tema, un poco rifraseggiato. Fortuna audaces iuvat ;-)

Ora la storia è la vostra, è il vostro momento di avere degli aneddoti da raccontare.

Io ho appena fatto a tempo a intravedervi; per molti di voi, almeno. Ho però apprezzato la vostra serietà, l'impegno, a volte anche un po' di durezza con cui difendete il vostro fare sul serio e metterci la faccia. Non ho fatto a tempo a conoscervi per nome, ahimé.

Cosa posso dirvi, oltre alla simpatia e alla stima per il vostro impegno? Intanto, siate sereni! L'esame non è stato istituito per farvi del male. L'esame certificherà che avete raggiunto certi obiettivi formativi; ma che li abbiate raggiunti, vi è senza dubbio chiaro, perché vi è stato comunicato dalle valutazioni dei vostri docenti, del cui giudizio avete imparato a fidarvi, e perché lo sentite voi. In ogni esame c'è una componente di "fortuna", certamente: quella mattina mi sveglio col mal di testa...ho cominciato il colloquio con una parola sbagliata...oppure, che c...mi è capitata proprio la domanda che volevo!

È così, ma non preoccupatevi. Prendetela come un esercizio d'acrobazia ma con la rete sotto, in cui è davvero molto difficile farsi male; ed è un utile allenamento per altri esami, che presto sosterrete, in cui la rete non ci sarà, perché li sosterrete con persone che non vi conoscono, che non possono né devono completare l'episodicità della prestazione con una lunga conoscenza pregressa. Ma ora non è così. La fortuna c'è, sì, ma conta poco. Qualche punto in più o in meno, forse, di cui vi sarete dimenticati nel giro di una settimana. Non preoccupatevi! Abbiate dei ritmi salutari e ragionevoli. Trovate tempo per un po' di movimento e non fate le ore piccole a studiare. Soprattutto la notte prima: sono giornate lunghe, occorre DAVVERO aver riposato.

Io non sarò a scuola, in quei giorni, perché dovrò a mia volta fare gli esami ai vostri coetanei di un altro liceo di Padova...così vi saluto ora, con un sorriso, offrendovi forse virtualmente una caramella (che potete venire a prendere materialmente, quando volete!) e con l'auspicio che un po' alla volta, nei prossimi anni, torniate a salutarci, a raccontarci cosa state facendo per cambiare il mondo (che, detto per inciso, un po' di bisogno di essere cambiato forse ce l'ha).

Con stima e affetto, Giancarlo

5A

Care ragazze e cari ragazzi della 5A,

siete quasi giunti all’agognata ‘maturità’, anche se ‘maturi’ forse vi sentite già, tesi verso le vostre capacità e consapevoli dell’impegno e della responsabilità che il mondo vi richiederà.

Cari compagni, provare riconoscenza richiede di riflettere e di comprendere ciò che il prossimo ha fatto per noi, richiede empatia e umiltà.

5B

Carissimi Riccardo, Tommaso, Lorenzo, Federica, Leonardo, Leonardo, Filippo, Gaia, Sara, Alice, Francesco, Nicola, Matteo, Lorenzo, Sara, Luca, Veronica, Antonio, Giorgio, Mattia e Riccardo...

Cinque anni sono tanti. Potrei dire che sono sempre stati belli, sempre felici, sempre positivi, ma la realtà è che non è stato così, come niente lo è o lo sarà mai, e probabilmente questa è la fortuna che abbiamo avuto e che tutti noi abbiamo.

5C

Cari ragazzi di 5C,

abbiamo rubato alcuni versi a Montale che ci raccontano quello che siete stati in questi anni per il Galilei e per noi prof.

“Tra noi qualcosa è accaduto...”

Ottobre 2022 - Primo giorno di università

Din Diridin Din Din

Suona la sveglia.

L’ho impostata venti minuti prima del solito per non rischiare di arrivare tardi. Oggi è il mio primo giorno di università.

5D

Ci siamo ragazzi e ragazze, siete giunti fin qui!

Il prezioso tempo, a volte lungo, che avete trascorso in questo Liceo sta per arrivare alla fine.

La fama della sezione D oramai ci precede e non è mai stata una delle migliori lo ammettiamo, vogliamo essere sinceri con il dire che nel corso di questi 5 anni siamo spesso stati accusati di essere passivi, poco collaborativi e poco uniti come classe e certamente l’isolamento conseguente alla pandemia non ha aiutato molto.

5E

Carissimi Irene, Matilde, Elena, Francesca, Ilaria, Anna, Lorenzo, Alessio, Simone, Gianluca, Caterina, Beatrice, Giorgia, Leonardo, Giorgia, Margherita, Eleonora e Matteo...

Presto, ciurma, pronti a salpare!

Questo è un viaggio da ricordare:

di trentuno compagni partiti,

rimasti alla fine in diciotto eremiti.

5F

Ebbene sì, cara 5F, anche dalle distanze siderali della capitale dell’Europa eccoci qui a darvi le ultime (per ora) parole di (s)conforto prima del fatidico momento…

Partiamo dalla fine…

Ciao 5^F,

è un po’ strano per noi ritrovarci qui a scrivere una lettera per salutarvi, forse perché dobbiamo ancora realizzare che prima o poi arriverà il momento, per ognuno di noi, di scegliere la propria strada.

5G

Verrà, verrà anche per voi e sarà bello, il momento dei ricordi. Il vostro ricordo del liceo sarà speciale e non solo per le cose usuali: l’amicizia e gli screzi; i professori con le loro manie; l’ansia per il compito e la gioia per il successo; i cambiamenti in voi e attorno a voi.

Cari compagni e care compagne,

siamo ormai giunti quasi al termine di quest’anno scolastico: quante volte ci abbiamo riflettuto nell’ultimo periodo, ma quanto sembra ancora irreale!

5L

Care ragazze, cari ragazzi, siamo ormai in dirittura d’arrivo, entro poche settimane il nostro obiettivo comune sarà raggiunto e si chiuderà una fase importante della vostra vita: noi resteremo a scuola a “presidiare il fortino”, voi spiccherete il volo per nuovi orizzonti, si spera più limpidi e sgombri dalle nubi che hanno funestato questi ultimi due anni e che ancora incombono – per altri motivi.

Cari ragazzi e care ragazze,

sono la 5L e vi scrivo dal 2022. Spero che quando rileggerete questa lettera, passati anni, sarete tutti intenti a realizzare quei sogni di cui tanto si fantasticava tra i banchi.