Galiviaggi: notizie dall'America

Nelle scorse settimane ci siamo collegate con Federico, un ragazzo della nostra scuola che quest’anno trascorrerà la quarta liceo all’estero, negli Stati Uniti. Anche attraverso il monitor del computer potevamo percepire il suo entusiasmo e la sua voglia di raccontarci come sta passando questi mesi lontano da casa e parlarci delle sue nuove passioni, quali ad esempio la guida ed il football.

  • “Ciao!”

Ciao!

  • “Agitato?”

Nah, sono abituato a fan che mi chiedono interviste ahahah. (si sistema le cuffiette e controlla che siano cariche ridendo).

  • “Cosa pensi allora di questa intervista?”

Insolita... ma non vedo l’ora di diventare famoso al Gali. Posso dire una cosa simile? (ride).

  • “Certo che si può. Prima di entrare nel vivo della conversazione, direi di iniziare dalle presentazioni, sei d’accordo?”

Mi sembra un’ottima idea.

  • “Perfetto. Per prima cosa: nome?”

Federico, o Feddy, come mi chiamano qui. O se volete anche Feddy wap, come il cantante rapper della nostra zona.

  • “Età?”

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  • “Cosa fai nella vita?”

Studio; adesso però in un mondo completamente diverso. Infatti, da quattro mesi sono un exchange student a Vicksburg, Mississippi.

  • “Allora Feddy, toglici una curiosità: cosa ti ha spinto a decidere di partire?”

Sicuramente la voglia di migliorare l’inglese e la mia passione per i viaggi sono stati due dei motivi principali, ma non il vero scopo della mia esperienza. A convincermi sono state la voglia di sfidare me stesso, di non avere una vita ordinaria e di riuscire a ad essere autonomo, diventando quindi una persona più consapevole: vivendo qui ti rendi conto di quanto tu sia piccolo e di quante cose non sai che ti aspettano là fuori, fuori dalla tua “comfort zone”.

  • “Come definiresti in tre parole questo tuo nuovo inizio?”

Sicuramente direi diverso, perché come si vede nei film, in molti si aspettano di arrivare in una scuola americana e fare le cheerleader o giocare in una squadra di football, ma non è così e non sarà mai così. Ogni esperienza è diversa e alla fine penso che ognuno trovi ciò di cui ha bisogno e io, personalmente, sto veramente colmando dei vuoti. Necessario perché per quanto costosa sia, dovrebbe essere più incentivata, sento proprio che aiuta a crescere e ci sono solo benefici, anche per quanto una persona possa trovarsi male, o non sentirsi a suo agio con la famiglia. Per questo la terza parola è appagante perché mi sento in una nuova realtà, lontano dai miei punti di riferimento, ma per quanto ci siano alti e bassi, alla fine è tutto ripagato.

  • “Come è stato iniziare un nuovo percorso di studi, ed essere accolto nella famiglia?”

Innanzitutto la scuola non va sottovalutata: tutti pensano che la scuola americana sia una cavolata, ma invece ha proprio un metodo diverso. La mole di lavoro è a volte più alta di quella italiana e ci sono classi più semplici e altre più difficili. Una cosa diversa è il rapporto con i professori che sono visti come amici, ci portano anche caramelle e scherziamo insieme. Loro ci insegnano come sviluppare discorsi in pubblico e come affrontare problematiche di vario tipo. Con la famiglia invece ho un rapporto veramente fantastico, c’è rispetto e confidenzialità per fare battute e parlare di argomenti tabù. Mi fido di loro e loro si fidano di me, faranno sempre parte della mia vita.

  • “E con gli amici invece?”

Gli americani sono molto falsi detto sinceramente, numerosi vengono da me per far finta di essere amici dell’exchange student, quindi devo trovare quelli a cui non interessa chi io sia, ma che mi vogliono conoscere per la persona che sono… Io considero AMICI quelli con cui posso parlare di argomenti più profondi, però tanti sono ipocriti: la gente si parla molto alle spalle... Altri ancora invece cercano di non affezionarsi troppo sapendo che me ne dovrò andare...

  • “Beh che dire Feddy, abbiamo parlato degli amici, ma della fidanzatina non ci dici nulla?!”

Ehm… ahahah mi avvalgo della facoltà di non rispondere. Prossima domanda? (ride e arrossisce girandosi).

  • “Mmm, va bene, dicci allora, qual è stata la prima cosa che hai pensato quando sei atterrato all’aeroporto? Eri emozionato?”

Ero reduce da 27 ore di veglia, e quindi non completamente lucido. È difficile spiegare a parole quello che ho provato, ma mi sentivo leggero; avevo la netta sensazione di essermi lasciato il passato alle spalle e di aver appena cominciato la mia nuova vita; stavo rinascendo, come se iniziassi un nuovo capitolo di un libro, lasciando alle spalle quello precedente. Provavo eccitazione ma avevo anche paura di non essere all’altezza delle aspettative che la mia famiglia ospitante avrebbe potuto avere su di me, d’altra parte ero consapevole del fatto che mi avevano scelto loro.

  • “Bellissime parole, come ultima domanda vorremmo chiederti cosa fate nel vostro tempo libero: hai coltivato particolari passioni, o scoperto nuovi hobby? Pratichi magari qualche sport?”

Un problema del mio paesino è che non c’è molto da fare, nel tempo libero si tende a guidare, andare a casa di amici o guardare film al cinema. Io invece mi sto allenando moltissimo e pratico sport, vado a correre e facevo anche nuoto… (entra il cane e ci confessa il gran numero di calzini che gli ha mangiato). Scusate l’interruzione... torniamo a noi, come dicevo gli americani vanno spesso al cinema e fuori a mangiare, facciamo falò notturni con i marshmallow, come nei film e andiamo in piscina. Come nuovi hobby ho scoperto quello della guida che mi aiuta molto a sfogarmi e ho recentemente partecipato al prom, il ballo della scuola.

  • “Perfetto Fede, grazie mille del tempo che ci hai dedicato, le tue risposte sono davvero molto interessanti e ci piacerebbe parlare ancora con te!”

Grazie a voi, magari ci risentiamo per una prossima intervista!

  • “Senz’altro, non vediamo l’ora! intanto ti salutiamo e ti auguriamo una buona settimana e un buon proseguimento.”

Certo, grazie mille anche a voi, alla prossima!

  • “Ciao!”

Ciao!

F.C. 4^C, E.R. 4^E