Intervista a Gauss

Amore o odio? Quando parliamo di qualsiasi argomento e materia, le opinioni sono spesso discordanti; pensiamo, ad esempio, alla matematica: quanti non ne sopportano nemmeno il nome! E quanti, invece, passerebbero giornate intere a risolvere problemi o sviluppare dimostrazioni! Tra le personalità più famose che hanno trascorso un'intera vita a studiare e approfondire le materie scientifiche, non si può non nominare il tedesco Carl Friedrich Gauss, il Princeps Mathematicorum. In questi giorni proprio lui è stato così gentile da rilasciare un'intervista al Liceale.

  • "Benvenuto, signor Gauss! È un piacere immenso per me poter ascoltare le sue parole, oggi. Avere di fronte il Princeps Mathematicorum è un'emozione non indifferente. Grazie per aver accettato il nostro invito!"

"Ho accettato volentieri: credo che sarà divertente parlare di me a così tanti anni di distanza da quando sono vissuto; in fondo sono passati già 245 anni dalla mia nascita!"

  • "È proprio vero, sono passati tanti anni…però le sue importantissime scoperte fanno ancora parte della nostra vita di tutti i giorni! Il titolo che è stato legato al suo nome non lascia certo spazio a dubbi: lei è stato uno dei matematici più grandi del mondo; eppure i suoi studi non si sono limitati solo a questa disciplina".

"Le scienze in generale mi hanno sempre molto affascinato; nel corso della mia vita mi sono divertito a spaziare tra diversi ambiti. Mi sono dedicato a tutte le branche della matematica e della fisica allora conosciute: analisi matematica, teoria dei numeri, statistica, calcolo numerico, geometria differenziale, geodesia, geofisica, magnetismo, elettrostatica, astronomia, ottica…la mia passione più grande, comunque, è sempre rimasta la matematica: secondo me la matematica è la regina delle scienze e la teoria dei numeri è la regina della matematica".

  • "E al di fuori delle discipline scientifiche? C'è mai stato qualcos'altro ad appassionarla?"

"A dir la verità, prima dei diciannove anni, quando risolsi un problema studiato dai matematici da secoli (riguardo la costruzione con riga e compasso dei poligoni regolari), coltivai a lungo il dubbio se dedicarmi alla matematica o alle lettere classiche: forse può sembrare strano, ma quando si raggiungono buoni voti in diverse materie, può risultare difficile decidere a cosa dedicarsi dopo la scuola secondaria. Restando a tema quesiti, invece, ci sono problemi alla cui soluzione darei un'importanza infinitamente maggiore di quelli matematici, ad esempio quelli concernenti l'etica, o la nostra relazione con Dio, o riguardanti il nostro destino e il futuro; ma la loro soluzione giace completamente oltre di noi e completamente al di fuori del campo della scienza".

  • "Mi conforta sapere che anche lei a volte abbia avuto qualche dubbio! Ma quando è iniziato tutto? Un genio come lei lo è fin dalla nascita?"

"Coloro che mi conoscevano fin dalla nascita mi dicevano che si erano accorti delle mie doti quando ero ancora piccolo. I miei genitori mi hanno sempre raccontato sorridendo che già all'età di tre anni ero capace di leggere e scrivere qualcosa. Mi dissero che sempre a tre anni, osservando la paga settimanale consegnata da mio padre ai suoi operai, mi accorsi di un errore di calcolo! In realtà mio padre non apprezzava l'idea di farmi studiare a lungo; fu mia madre la mia più grande sostenitrice. A scuola mi annoiavo un po', perché conoscevo già le cose che mi venivano insegnate; ricordo anche che a volte correggevo addirittura il maestro! Finalmente, quando avevo più o meno 10 anni, venni ammesso alle lezioni del professor Büttner. Durante una di queste, il prof, forse per farci stare un po' in silenzio, ci propose la famosissima sfida che ho avuto il piacere di ritrovare anche nello scorso numero del vostro giornalino, nell'articolo "Sfide e giochi matematici": sommare tutti i numeri naturali da 1 a 100. Stupito e impressionato dalla velocità con cui risposi, mi regalò il libro di matematica migliore che possedeva; fu un gesto che non dimenticai mai. Poi mi affidò a un suo giovane assistente, che, a sua volta, fu una persona indimenticabile: riuscì ad ottenere di farmi diventare il protetto del Duca di Brunswick, che, con il suo sostegno economico, mi permise di concludere gli studi secondari e universitari".

  • "Chissà se queste persone, che pure hanno creduto molto nelle sue capacità, immaginavano di star supportando un matematico del suo calibro! Ci faccia una carrellata di qualche suo studio o pubblicazione".

"Nel 1799, anno della mia laurea, presentai una celeberrima dimostrazione, il cui risultato è noto come "Teorema fondamentale dell'algebra". Nel 1801, invece, pubblicai le "Disquisitiones Arithmeticae", nel quale parlavo, tra le altre cose, dei numeri complessi e della teoria delle congruenze; in quel testo davo anche una delle mie diverse dimostrazioni della legge di reciprocità quadratica. Per quanto riguarda i miei contributi nell'astronomia, calcolai la posizione di Cerere: questo risultato mi garantì un posto all'Osservatorio di Gottinga, del quale diventai direttore. Intorno al 1820 mi interessai ai fenomeni che regolano l'elettromagnetismo, trovando quella che voi chiamate "legge di Gauss". Per citare un altro mio lavoro che ha preso il mio nome, nominerei la "curva gaussiana", che riguarda la teoria delle probabilità..."

  • "Questi sono solo alcuni dei contributi che ha dato alla scienza, eppure sentire anche solo i nomi di questi studi mi fa venire la pelle d'oca! Ha parlato di due suoi lavori che hanno preso il suo nome, ma non sono certo gli unici: a lei sono stati dedicati anche molti riconoscimenti..."

"È vero; solo per presentarne qualcuno: l'unità di misura per l'induzione elettromagnetica, un cratere della Luna, un vulcano estinto, una torre d'osservazione, un programma di chimica quantistica, una medaglia, un premio…il mio viso, poi, è riprodotto su alcune banconote della mia patria e su qualche francobollo!"

  • "Davvero tante cose, ma se lo merita senza ombra di dubbio! Sono sicura che sia meraviglioso poter fare di una passione la propria professione, ma posso solo lontanamente immaginare quanto debba essere emozionante arrivare a un'importante dimostrazione dopo anni e anni di lavoro!"

"Certo, lavorare con la matematica è il massimo: non avete idea di quanta poesia ci sia in una tavola dei logaritmi! Per quanto riguarda il sudato raggiungimento di un risultato, hai ragione, anche se l'emozione non sta solo nel momento finale. Non è la conoscenza, ma l'atto di imparare; non il possesso, ma l'atto di arrivarci, che dà la gioia maggiore. È comunque un grande piacere, dopo aver girato a lungo attorno a una verità, trovare il modo più semplice e diretto di dimostrarla".

  • "Sagge parole. È arrivato il momento di salutarci; mi rammarica doverla già lasciare...grazie per tutto quello che ha fatto per noi e per questi preziosi minuti!"

"È stato un piacere anche per me! Mi raccomando, lasciatevi sempre stupire dalla bellezza del mondo e non dimenticate: poche cose, ma mature!"

C.F. Gauss (per le parti scritte in corsivo) e N.S., 3^D