Abbracciarsi

“Ho i brividi. Sento freddo.”

Mia sorella si volta per guardarmi dritta negli occhi.

“Che succede?”

Provo a sistemare un momento i pensieri prima di incominciare: “Guardo fuori, e vedo solo distruzione. Gente che si ferisce, ammazza, odia. Ecosistemi che vengono devastati. Crepe che si creano sulla Terra, e tra le persone.”

Lei sta per ribattere, ma io non ho ancora finito.

“Mi guardo dentro” proseguo “e vedo solo caos. Emozioni e desideri che guerreggiano fra loro. Valori che passeggiano per i meandri del cuore e nel frattempo cambiano colore, forma, aspetto. La volontà di amare e di sentirsi amata che lotta per uscire da un labirinto di pregiudizi, luoghi comuni, punti d’orgoglio.”

La guardo con gli occhi colmi di lacrime, e lei mi abbraccia. Il suo tocco è gentile, delicato, puro. Il contatto con la sua pelle cura i tagli della mia, sana le ferite più profonde, invisibili all’occhio.

“Non c’è nulla di sbagliato in te” mi sussurra, anche se io invece vorrei poter essere come lei: spavalda, sicura, senza freni.

Non aggiunge altro, perché le parole non servono. È il suo abbraccio, a parlarmi. Mi racconta che lei crede che io sia importante, non solo nei suoi confronti, ma per il mondo. Mi ricorda che lei ed io siamo un’unica persona, siamo due arterie dello stesso cuore. Mi informa che l’una senza l’altra non esisterebbe, perché siamo cresciute e maturate insieme e continueremo per questa strada. Mi conferma che unite diventiamo temerarie ma anche riflessive, decise così come sensibili, in sostanza: audaci e profonde.

La stringo forte.

“Ti voglio bene, Coraggio.”

“Anche io, Paura.”

G.R., 4^C