Odi et amo

Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris.

Nescio, sed fieri sentio et excrucior.

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Odio e amo. Forse mi chiedi come io faccia.

Non lo so, ma sento che questo mi accade: è la mia croce

Catullo

Caro Catullo, Catullo mio

Quante volte ti dissi che io non potevo né posso amarti?

Tu mi chiedi ciò che non posso darti, vuoi da me qualcosa che non mi appartiene. Era così bello quando mi osservavi ridere con il passero che mi svolazzava attorno… ti ricordi? Era semplice, perché non eri ancora diventato ossessionato, geloso, possessivo. Ancora non ti struggevi così tanto per un sentimento non completamente ricambiato.

Io non sono tua, Catullo. E tu non sei mio.

Però, possiamo essere felici se lo vuoi, consapevoli che siamo due persone diverse, con bisogni diversi, vite diverse e, purtroppo, sentimenti diversi.

Io ti amo Catullo, ma ti amo a modo mio.

Mi piace quando studi i miei movimenti da lontano. Mi piace quando mi riempi il corpo di baci che sanno di proibito. Sono follemente innamorata dei tuoi carmina, specialmente di quelli che dedichi a me.

Io ti amo Catullo, ma non come vorresti tu.

Io non vorrei averti sempre attorno. Non desidero stringere un foedus d’amore con te. Voglio mantenere la mia libertà, poter amare anche altri, allo stesso tempo. Di un amore leggero e spensierato.

Questo non è amore” mi dici sempre tu. Può essere, ma è tutto ciò che la mia anima può darti. Non voglio farti soffrire e non voglio costringerti ad odiarmi, perché, a dirla tutta, nemmeno il tuo è amore se le cose stanno così.

Sei un’anima bella, non sprecarti per qualcuno che non può restituirti tutto il bene che tu offri. Non consumarti per me. Mantieni il tuo amore puro e preservalo per qualcuno che possa davvero accettarlo.

Detto questo, se tu vorrai tornare da me, Catullo, io non ti rifiuterò, ma se ne hai la forza, scappa da me Catullo, fuge.

Lesbia

Giulia Rizzardi, 5^C