Patentino per la morte

Capitolo I

Sono Nina Andrew, ho sedici anni e all’inizio di questa storia ero una normale adolescente, ma partiamo dall’inizio.

Questo settembre mi sono trasferita da Los Angeles in una piccola cittadina chiamata Fellington Bridge, in Georgia. Certamente non è semplice essere la nuova arrivata al liceo, e soprattutto essere figlia di due importanti investitori americani, Lili Andrew e Archibald Andrew, proprietari di industrie, ricchi; io invece sono la pecora nera della famiglia, e di certo non è semplice il mio ruolo, poi c’è mio fratello, il preferito, Thomas.

Ma prima di cominciare, mi presento seriamente. Sono Nina Andrew ho sedici anni. I miei capelli sono neri come il carbone e i miei occhi, al contrario, sono chiarissimi, color ghiaccio. Molti dicono che sembro un angelo, ma non mi sento proprio così, c’è qualcosa che non va in me, come un lato oscuro che cerca sempre di emergere e che io prontamente cerco di placare, ma di questo non ho mai parlato con nessuno. Nessuno sa nemmeno delle mie sensazioni, che siano buone e cattive, meglio tenere queste cose per me. Vado a vivere da mia zia Clare, non mi ricordo molto di lei, so solo che non sarà semplice, perché mi sono lasciata con la mia anima gemella, per messaggio, non sono capace di mantenere relazioni a distanza. Il mio primo giorno di scuola sarà domani, una nuova vita sta per iniziare, ho l’occasione di “eliminare” il passato, e ripartire da capo, conoscere nuove persone, creare un gruppo di amici e, nonostante questo cambiamento mi rechi particolare conforto, un lato di me è spaventato.

L’autista annuncia l’arrivo dell’autobus a destinazione, siamo a Fellington Bridge ma, appena uscita dalla corriera, ho uno strano presentimento, non siamo al sicuro. Tra poco succederà qualcosa di brutto, l’inferno sta per scendere in città.

L’aria fredda mi distoglie da quei pensieri malinconici, d’altronde sono solo sensazioni, non esistono le predizioni, non esiste la magia, non esiste il sovrannaturale, ma comunque qualcosa di strano è nell’aria.

Capitolo II

Il mio primo giorno di scuola cammino per corridoi, sola, mi sento fuori luogo, ma all’improvviso una voce mi chiama.

“Nina? Tu sei Nina Andrew?”

Come fa a sapere il mio nome?

“Sì, e tu come fai a sapere il mio nome?”

“Io sono Tiffany Smith. Quando eravamo piccole e venivi da tua zia, giocavamo sempre insieme.”

Faccio finta di ricordare.

“Sì, mi ricordo, che bello rivederti!”

“Volevo chiederti, se magari ti farebbe voglia venire con me e i miei amici a pranzo, sono Tom e Chris.”

La mia occasione si è presentata, posso fare amicizia.

“Certo, verrò volentieri. Vado, ci vediamo dopo Tiffany.”

Le lezioni sono passate molto velocemente, ho conosciuto una ragazza che si chiama Patty, è alta, capelli castano chiaro, occhi marroni, è simpatica e tanto estroversa, il mio esatto contrario. Ma ora devo andare a pranzo, l’indecisione bussa alla porta, non so se presentarmi o no, però sarebbe maleducato dare buca all’ultimo, farei la figura della snob viziata.

Subito noto Tiffany e due bellissimi ragazzi: Tom ha i capelli biondo cenere e gli occhi color verde oliva, Chris invece è più affascinante, capelli marrone scuro e occhi grigi, il classico bello e dannato, il ragazzo da cui tenersi alla larga.

“ Ciao Nina, lui è Tom e lui è Chris. Spero tu ci possa andare d’accordo, sono simpatici!”

Sento Chris sussurrare qualcosa a Tom. Probabilmente “è lei.” E chi sarei io per loro? La ragazza ricca di Los Angeles? Evito di pensarci, tra poco posso tornare finalmente a casa.

Ho appena terminato le lezioni, posso andare da mia zia. Salgo sul pullman quando mi arriva un messaggio, è John, l’amore della mia vita, con cui non potrò mai stare.

“Nina, ti prego, mi manchi troppo, torna qui da noi.”

Lascio il visualizzato, siamo quasi arrivati.

Mentre scendo le scale qualcuno mi tocca la spalla, come una scossa, la stessa sensazione del giorno prima, qualcosa di malvagio, oltre i limiti umani, ma questa volta ne ero certa. Non ho mai creduto nel sovrannaturale, ma questi presentimenti non sono finti, qualcosa di terribile sta per accadere, l’inferno arriverà tra noi. Voltandomi vedo la figura. Lui.

Capitolo III

“Chris! Mi vuoi far morire di paura?” Cerco di nascondere il terrore nei miei occhi, ma credo sia inutile. “Che succede?”

“Niente.”

Appena aperta la porta di casa, mia zia Clare corre verso di me.

“Cara, c’è un ragazzo qui per te.”

Il mio primo pensiero va ovviamente a John, ma non mi aspettavo di vedere lui.

Tom.

“Tom, che ci fai qui? E come fai a sapere l’indirizzo di casa mia?”

“Io.. io ti vorrei parlare un minuto, per favore.”

Che cosa mai mi dovrà dire?

“Sì... mi vesto e scendo.”

Iniziamo a camminare per la via davanti a casa, c’è molto imbarazzo nell’aria. Spezza lui il silenzio.

“Volevo parlarti, non è importante, però credo tu abbia il diritto di saperlo.”

Cosa dovrei mai sapere? Lo lascio continuare.

“Non so come dirlo, sento una sensazione quando sto con te.”

“Che tipo di sensazione?”

“Non c’è una spiegazione, semplicemente questo. Sento un lato buono, disposto ad aiutare sempre il prossimo, ma anche una parte cattiva, che si spinge oltre i limiti umani. Capisco che questo potrebbe offenderti, ma dovevo dirtelo. Lo devi sapere. Io so cose che nessuno sa.”

Non mi sento offesa, lui ha appena confermato che in me c’è qualcosa che non va.

“Anche io ho avuto delle strane sensazioni arrivata a Fellington Bridge, non buone. Sento che il male sta arrivando, è vicino, e tu sai cosa sta succedendo.”

“Sì, so cosa sta per succedere, e so cosa succederà. Ma devo proteggerti, è il mio compito. Tu devi solo non pensarci ed evitare Chris, so che è il mio migliore amico, ma per favore, fai finta che non esista.”

“Non posso ignorare tutto, sono sensazioni, non credo nel soprannaturale, ma qualcosa sta cambiando.”

“Ti capisco, ma devi starne fuori.”

Probabilmente Chris ha le risposte alle mie domande, ci sarà un motivo se devo stargli alla larga.

Capitolo IV

È passato un mese dall’ultimo avvertimento di Tom, continuo a domandarmi cosa sono, ma nessuno sembra intenzionato a darmi delle risposte. Nel contempo sono successe anche delle cose relativamente belle, infatti mi sono accorta di avere una cotta per Tom, il classico ragazzo della porta accanto. Usciamo tutti i giorni insieme e mi sento bene, con lui non ho paura.

Sento mia zia gridare dal piano inferiore.

“Nina, è arrivata una lettera per te.”

Una lettera? Chi ancora usa le lettere come mezzo di comunicazione? Non so cosa pensare. Scendo le scale in gran fretta. La busta è sul tavolo, ha un sigillo a forma di luna. Corro in camera mia e la apro.

Cara Nina,

ovviamente non sai chi sono, e nemmeno te lo svelerò. Sei il tesoro più ambito tra tutte noi creature, il pezzo finale di un puzzle. L’unico modo per finirlo? Semplice, ucciderti. Un’impresa molto pericolosa, non lo sai, ma tu sei l’essere più potente di tutti i cieli. Forse vuoi sapere cosa puoi fare? O prima ancora chi sei... non aspettarti risposte. Sappi solo che sei osservata e protetta da “persone”. Per ora non preoccuparti, mi farò risentire, saluti

anonimo

Un brivido mi percorre il corpo, io devo morire per completare il “puzzle”? Devo avere delle risposte. Ora. Se sono così potente, perché non so niente, perché nessuno mi dice niente. Tom, devo chiamare Tom.

Capitolo V

Nemmeno uno squillo e risponde.

“Tom! Tom! Ora ho paura, mi è arrivata una lettera, da un anonimo.”

Sto gridando, ma devo mantenere la calma.

“Ferma Nina, non riesco a seguirti.. che succede? Intanto, come prima cosa, spiegami e mantieni la calma.”

“Una lettera, mi è arrivata una lettera, con un sigillo a forma di luna. Da un anoni-”

Mi ferma.

“Con un sigillo a forma di luna? Sei proprio sicura?”

Per la prima volta da quando lo conosco sembrava preoccupato, molto preoccupato.

“Si, un sigillo a forma di luna. Cosa significa? Sono in pericolo? Secondo questa persona, per ora non lo sono, ma con l’andare avanti dei giorni, potrei essere usata come sacrificio. Ha accennato anche al fatto che io sia un essere molto potente e cose del genere.”

“Nina, mandami quella lettera. All’istante.”

Chiude la chiamata senza nemmeno salutarmi. Gli devo mandare la foto della lettera. Mi richiama dopo nemmeno un minuto.

“Ascoltami Nina, dobbiamo andare da Chris, è l’unico che può aiutarci, l’unico in grado di sistemare questo problema. So che non ti va a genio per le strane sensazioni che hai su di lui, ma questa è una necessità. Ci vediamo davanti a scuola, tra dieci minuti. E’ ora che tu scopra chi sei anche se questo comporterà dei rischi. Sei pronta a scoprire?”

Scoprire cosa? E poi è tardi. Ho paura. Mi sento intorpidita, la testa mi gira... sto per svenire, ma non posso, devo andare.

“Ci vediamo lì. Avvisi tu Chris?”

“Si, a dopo.”

Zia Clare non acconsentirebbe mai a questa fuga notturna, con due affascinanti ragazzi misteriosi. L’unica soluzione? Non dirglielo, per un volta posso trasgredire alle regole. Chissà cosa penserebbero mamma e papà? Non che mi importi ora come ora. Il mio unico scopo è scoprire la verità.

Corro a scuola e mi sento come se il mondo si fermasse, come se fosse ai miei piedi e probabilmente, con quello che capirò questa sera, è possibile che sia la realtà.

“Ciao, eccomi qui. Cosa dovete dirmi?”

Cerco di fare un po’ la finta tonta, magari saranno più magnanimi. Mi stupisce che la risposta venga da Chris e non da Tom.

“Oh povera, piccola, indifesa, Nina, l’angioletto della situazione. Non sai cosa sei? Mi stupisce che il tuo Tom, per cui hai palesemente una cotta, non ti abbia detto niente. Pensavo foste, ecco, amici, se non di più, o mi sbaglio? Però io ho sempre ragione.” Dice con tono scherzoso. “Mi dispiace, lascio al tuo Tom l’onore di comunicarti questa stupenda notizia.”

Che urto la sua risata, proprio non la sopporto.

“Cosa mi devi dire Tom? E tu, Chris, irriti leggermente i nervi, sai?”

Ora è il turno di Tom, deve rivelarmi cosa sono.

“Beh” sembra esitante, come se non volesse dirmi. “Nina, tu sei un essere pericoloso, il più pericoloso. Noi, o meglio io, sono qui sulla Terra per proteggerti.”

“Proteggermi? Se sono l’essere più potente tra tutti a cosa serve proteggermi?” Soffoco una risata.

“Sì, ma sei anche vulnerabile, importante. Se ti uccidono, finisce tutto.”

“E cosa dovrebbe finire scusa?”

In tutto questo Chris rimane zitto, senza proferire parola. Tom riprende il discorso.

“Nina, tu sei un essere sovrannaturale.”

Entra nel discorso Chris.

“Beh cretino, credo fin qui ci sia arrivata, ma arriviamo al succo del discorso. Tesoro, tu sei un angelo nel vero senso della parola.”

Io, un angelo? Un essere sovrannaturale? Io?! Nina Andrew?! Non ci credo, non può essere, sono una semplice ragazza, vivo la mia vita normalmente... come può essere?

“Io? No, non può essere, non sono una santa.” Mi interrompe ancora, che urto.

“Questo è il punto, zuccherino, non sei solo l’angelo più potente, per mia sfortuna, sei anche il demone più potente. Ogni mille anni si crea un essere così forte da poter mettere fine a tutto l’universo. Tu sei una delle fortunate/sfortunate. Dovrai convivere con questo dono per tutta la tua vita. Il punto? Finché qualcuno non ti uccide, cosa impossibile, sei immortale. Le altre che hanno avuto il tuo ruolo non sono riuscite a spezzare la maledizione, l’unico modo è rompere il ciondolo della luna, dicono sia impossibile da trovare. Sei destinata a morire perché-” Questa volta è Tom ad interromperlo.

“Chris, lascia andare avanti me, tu sei troppo diretto. Beh, Nina, nel mondo e in tutto l’universo, non ci sono solo angeli e demoni, ma anche i padroni di draghi. Loro sono creature paranormali, come noi, solo possiedono l’arma che può ucciderti, ci sono riusciti con tutte loro, prima che spezzassero la maledizione con quel ciondolo. Si chiama coltello di fuoco. Ne esiste solo uno. Quell’anonimo è appunto un padrone di drago, sigillano le loro lettere con la luna. Devi imparare a distinguere i sigilli. Noi angeli usiamo il Sole, i demoni invece usano un triangolo. Dopo di te ci sono altre due potenti creature, proteggono la grotta contenente il ciondolo. I nostri testi narrano la loro storia e sappiamo i loro nomi.” Chris lo interrompe.

“Si due belle ragazze. Un demone e un angelo. Zofila, il demone delle torture: ti conviene non metterti contro di lei, sa essere crudele, oltre l’immaginazione umana. Poi c’è Laury, l’angelo più potente, una delle creatrici del nostro mondo, ha poteri cosmici. Non si sa se questa sia una leggenda o la realtà: si racconta che, chi osa avvicinarsi anche solo per curiosità alla grotta, verrà ucciso da Zofila e la sua anima sarà torturata in eterno. Ecco, tesoro, ora sei felice di sapere?”

Si intromette nuovamente Tom.

“Non le hai detto la parte principale. Sono state uccisi ben quattro angeli demoniaci, ne servono cinque per mettere fine a tutto. Se uccidono te, tutti moriamo, tutto finisce. Io devo proteggerti da questo.” Si interrompe e riprende dopo qualche secondo. “So che è difficile da accettare, ma tu sei potente, hai in corpo il potere di ben quattro angeli demoniaci, più il tuo, nessuno ti può battere.”

Non riesco a capire, io sono così potente e come mai non me ne sono mai accorta? E solo ora vengo a saperlo, è impossibile, non esiste il paranormale! Non esistono angeli, demoni, padroni di draghi, angeli demoniaci, guardiane o qualsiasi altra cosa, viviamo sulla Terra, un posto normale. Voglio gridare, piangere, non lo so. Voglio soltanto sfogarmi, voglio-

Tom mi abbraccia e un po’ di preoccupazione se ne va, è il mio posto sicuro, tra le sue braccia mi sento bene, a casa. Però devo andarmene, scappare. Così inizio a correre, senza meta. Ormai la mia vita è distrutta.

Capitolo VI

Sto correndo, continuo a correre, non riesco a fermarmi, correre è liberatorio e, finché non sento più Tom gridare il mio nome, devo continuare a scappare, scappare dai miei problemi, dalla mia vita, ormai è tutto rovinato. Non posso morire, ho solo sedici anni, ancora una vita, o meglio, l’eterno davanti. Ora come posso dirlo a mia zia Clare o a mamma e papà? Sarebbero delusi da me, e potrebbero essere anche in pericolo per causa mia.. non so come fare, non so come gestire tutto questo. All’improvviso sento Tom smettere di gridare, è tardi, credo sia mezzanotte, non vedo niente, solo il buio più totale. Dove sono? Conosco a malapena questa stupida cittadina, sono qui da poco. Fa freddo, mi sento congelare. Che stupida idea uscire senza una giacca, dovevo rimanere e chiedere più spiegazioni.

Sento rumori ovunque intorno a me, sono persa, so che non posso morire, però comunque non posso stare da sola. Nessuno mi ha insegnato come usare i miei poteri, sempre se ho dei poteri... sarei anche incapace di difendermi, in poche parole? Sono morta, non nel vero senso della parola, ma teoricamente possono considerarmi persa ora come ora.

Riesco a scorgere un fiume che riflette la luce della Luna. Sono sull’argine. L’unico problema è che non so come tornare indietro, quindi siamo punto e a capo. Magari se provo a concentrarmi, l’angelo demoniaco che è in me riesce ad emergere e guidarmi nell’oscurità della notte. Oppure le due creature guardiane indicheranno la strada con delle fiaccole, credo si chiamino Laury e Zofila. Forse riescono a sentire le mie grida.

“Laury! Zofila! Se veramente proteggete tutte noi, proteggetemi! Guidatemi!”

Nessuna risposta. Sono una scema, come posso pensare che un angelo e un demone mi possano sentire, non è nemmeno certo che esistano. Un’altra possibilità... chiamare Tom.

“Tom! Ti prego! So che mi senti! O forse no, ma aiutami! Sto congelando! Sto per svenire!”

Ancora nessuna risposta. Tutti mi hanno abbandonata, sono sola.

Pensavo che, scappando dai miei problemi avrei risolto tutto, invece no.

Io, proprio io tra tutte le persone al mondo, Nina Andrew, la pecora nera della famiglia, sempre esclusa da tutto e da tutti, il quinto angelo demoniaco, la pericolosa arma per la distruzione dell’Universo. Sono l’ultima possibilità, oppure ci sono due opzioni: la prima, scappare per l’eternità sperando di non essere trovata, oppure spezzare la maledizione andando in quella grotta, neutralizzare Zofila e patteggiare con Laury. Credo che questi pensieri stiano annebbiando troppo la mia mente, mi gira la testa, ho freddo...

Voglio abbracciare Tom, voglio vedere Tom, voglio solo Tom al mio fianco. Inizio a non sentire i rumori e a vedere dei puntini, sto perdendo coscien-

Non so precisamente quante ore siano passate dal mio svenimento, mi ricordo di essere immortale, quindi un po’ di paura svanisce, ma ci sono comunque i padroni di draghi, gli unici esseri in grado di uccidermi. L’alba si fa spazio tra gli alberi e dona un minimo di luce alla mia esistenza completamente oscurata da questo segreto. Il telefono è scarico, sono persa. Provo a gridare ancora.

“TOM! CHRIS!” Perché devo chiamare anche Chris? Lui è solo un cretino, ma magari sente. “VENITE A PRENDERMI! SENTITE LE MIE URLA? AIUTO! SONO SOLA!”

Magari con i miei poteri sarei riuscita a lanciare un’onda magica per attirare l’attenzione. Mi rendo conto di cosa ho appena pensato, “un’onda magica”?! Spontaneamente mi metto a ridere, come faccio a immaginare queste cose?

“Nina, smettila, stai diventando pazza e questa pazzia ti resterà per tutta l’eternità, quindi vedi di ritrovare la tua sanità mentale.”

Direi di male in peggio, inizio anche a parlare con il vuoto, pensando a una me immaginaria davanti. Casa. Cerco soltanto casa mia e in questo momento posso chiamare casa, non un edificio, ma una persona, in carne ed ossa, più o meno, forse più che una persona è un angelo, il mio angelo custode, Tom. Improvvisamente sento una voce alle mia spalle.

“ Ehi piccola, sai che sei veramente carina quando hai paura. Dai, zuccherino, mi sono divertito a vederti cadere tramortita per il freddo. Forse avrei dovuto aiutarti? No, credo di no, sei più forte di me, puoi cavartela da sola.”

Tutto impettito ride, come se ci fosse qualcosa di divertente, ma è così, lui è semplicemente Chris, un ragazzo che sa solo umiliare le persone. Ma questa volta non mi faccio mettere i piedi in testa.

“Oh caro Chris, pensi veramente di potermi provocare? A quanto sembra, non ti conviene scherzare con me, o mi sbaglio? Sono l’essere più potente tra tutti, dentro di me scorre la potenza di cinque angeli demoniaci, e tu non sei così potente come dici. Sì, certo, puoi essere in circolazione da un po’, ma non sarai mai come me, non sarai mai imbattibile.”

Replica subito come se avesse sempre la risposta pronta.

“Mi sa che la signorina si è montata un po’ la testa con le confessioni di Tom, puoi essere tanto potente, ma fino a che non saprai come sfruttare al meglio i tuoi poteri, angioletto, sei completamente inutile.”

Io inutile?

“Sai, si capisce proprio che sei un demone, mi chiedo come un buon ragazzo come Tom possa essere il tuo migliore amico. Tu non lo meriti, non meriti nessuno! Stare da solo, essere abbandonato sarebbe la cosa giusta, sei solo un ragazzo da disprezzare. E poi c’è da sperare che le persone non diventino come te.”

Cosa ho detto? Non è da me. Io non direi mai queste cose, sono Nina, la ragazza dolce e timida. Questa volta però ho esagerato e lui sembrava ferito dalle mie parole, come se la medesima conversazione si fosse ripetuta, come se qualcuno gli avesse detto le stesse parole, mi rimaneva una sola cosa da fare, chiedere perdono.

“Io- Io devo chiederti scusa, non avevo diritto di parlarti così, non lo penso veramente, sono mortificata.”

“D’altronde come darti torto, solo due persone sono riuscite ad apprezzarmi per come sono realmente, una la conosci bene, Tom, la seconda... meglio, meglio non parlarne.”

D’istinto gli tocco il braccio, come per dargli conforto, con mia sorpresa lui non si sposta, anzi appoggia la sua mano sopra la mia, e ci guardiamo. Nei suoi occhi grigi, un mare di sofferenza, nascosto da un velo di cattiveria. Non so quanto tempo sia passato, ricordo solo che pronuncio delle parole, una frase, che mi viene spontanea.

“Sai che se hai bisogno di sfogarti, o semplicemente di parlare, io ci sono.”

Risponde semplicemente con “Grazie.” Ma quel grazie, non è un semplice ringraziamento, sento che c’è qualcosa di più, come se gli avessi tolto un peso dal cuore, sempre se ne ha uno.

“ Su Nina, è ora di tornare a casa, Tom”

Come faceva a leggere nella mia mente e a sapere che Tom è la mia casa? Ma ora non ci voglio pensare.

Capitolo VII

Arrivata a casa, non penso ad altro che a Tom. È seduto sul mio letto. Sta piangendo.

“Tu mi vuoi vedere morto Nina, non puoi fare queste cose. Mi preoccupo, io ci tengo a te, sei troppo importante e stanotte ho avuto paura di perderti! Non posso accettarlo!”

Di slancio lo bacio, e allora sento cosa vuol dire amare una persona, faresti tutto per lui... e io amo Tom, è difficile dirlo dopo così poco tempo, ma quando ti vedi con una persona tutti i giorni e sei attratta dalla persona in questione, il destino ti mette in queste situazioni. Inizio a parlare a vanvera.

“A me non piace etichettare le persone, per te sono etichettata come ‘la ragazza che devi proteggere’ e, nonostante non le apprezzi, devo darne una a te, sì la classica etichetta da adolescente, sei ‘il ragazzo che mi piace’, se non si fosse capito.” Mi metto a ridere, poi continuo. “Ora non pretendo che tu ricambi, ma hai appena avverato il mio sogno, dire quello che penso senza avere paura.”

“Io... non so che dire, in tutti gli anni che ho vissuto, non ho mai trovato una ragazza come te e credo tu sia unica quindi, anche se non mi piace etichettare le persone, tu sei ‘la ragazza che mi piace’, non solo ‘la ragazza che devo proteggere’.”

Ci baciamo di nuovo e poi se ne va, uscendo dalla finestra, alle prime luci del mattino.

Capitolo VIII

Sono passati ormai tre mesi dal mio bacio con Tom. Ora stiamo insieme, alla ricerca di Laury e Zofila. Abbiamo trovato una nuova informazione che giocherebbe a nostro vantaggio: la prima ha un debole per un angelo potente, chiamato Peter, stanno insieme da secoli e si amano tanto da rischiare la loro vita l’uno per l’altra. Sappiamo che lui è sulla Terra per sorvegliarmi, Chris sta provando a rintracciarlo, mentre io e Tom cerchiamo di trovare la grotta. Le informazioni a noi necessarie si trovano nei testi angelici e demoniaci, ho anche scoperto che esistono posti nascosti agli umani, come biblioteche, bar, dove si riuniscono angeli e demoni. Qui parlano di cose a noi sconosciute.

Capitolo IX

“Credi che ce la faremo?”

Chiedo a Tom, lui mi bacia sulla fronte.

“A costo di morire io stesso troveremo il ciondolo e spezzeremo la maledizione. Te lo prometto. E poi staremo insieme, finalmente, senza minacce.”

“Non so cosa farei senza di te.”

Sbattendo la porta entra Chris.

“ Su, piccioncini, ho una pista per trovare Peter! Voi dovete solo venire con me.”

“Devi sempre rompere, Chris?” Tom sembra scocciato.

“No, semplicemente cerco di salvare la vita alla tua donzella.”

“Me la so cavare da sola.”

Chris è insopportabile.

“Non è vero, zuccherino, senza di noi saresti persa. Ora su, alzatevi venite con me. Prendiamo due automobili, io e Nina e tu, Tom, da solo. Non sono auto nuove, le ho trovate dallo sfasciacarrozze vicino al cinema, spero non vi dispiaccia.”

Perché mai sarei dovuta andare con Chris? Cerco di ignorare il fatto che le abbia rubate, ma d’altronde ci si può aspettare tutto da lui.

“Scusa, perché dovrei venire con te?”

“Zuccherino, sai bene che io sono più forte del tuo ragazzetto, e potrei proteggerti senza mettere a rischio la vita.”

Questa volta si intromette Tom.

“Ha ragione.” Lo dice in tono freddo e distaccato.

“Va bene...”

Capitolo X

Salgo in macchina, non ho una bella sensazione... sarà che sono vicina a un demone.

“Zuccherino, sai che io sono molto più affascinante del tuo Tom, vero?”

Già inizia a innervosirmi, devo mantenere la calma.

“Per me è diverso, lo amo.”

Cos’ho appena detto? No, non posso averlo detto davanti a lui.

“Aspetta, aspetta, tu lo ami? Questa non me l’aspettavo! Sai, speravo che tu avessi un debole per me.” Ammicca. Mi urta sempre di più questo ragazzo.

“Io, un debole per te? Ma fammi un piacere.” Rido amaramente. “Non tradirei mai il mio ragazzo.”

Ora il suo sguardo è perso nel vuoto, non parla. Sembra come se il mondo si fosse fermato. Lui guida a tutta velocità, non mi resta che stare in silenzio e aspettare di arrivare.

E’ lui dopo un po’ ad iniziare una conversazione.

“Nina, senti, il ciondolo può essere preso in mano solo da te. Mentre noi teniamo occupate Laury e Zofila, tu dovrai salire sul piccolo altare di pietra dove è posto, dentro una scatolina di vetro.”

“E tu come fai a sapere così precisamente dove si trova?”

“Sai, preferirei non parlarne. Una delle due persone che mi hanno apprezzato veramente, è morta per questa impresa.”

Il silenzio cala, non so cosa dire, forse la sua freddezza è dovuta alla morte di questa ragazza, probabilmente era come me, un angelo demoniaco.

Capitolo XI

Scendo dalla macchina e di slancio abbraccio Tom, non so, ma sento che non accadrà niente di buono.

Davanti a noi c’è anche la grotta, enorme. Siamo al confine tra Fellington Bridge e PrimRose, un’altra cittadina qui in Georgia. Una strada solitaria, dove nessuno mai andrebbe solo. Ho paura. E’ come se la morte si stesse avvicinando a noi.

“Piccioncini, non abbiamo trovato solo Peter, ma anche la grotta.”

E’ arrivato il mio momento, finalmente dopo mesi non avrò più problemi e potrò stare bene, con Tom.

“Bene Nina, sei pronta?” dice Tom. “Ti insegno il primo modo per usare i tuoi poteri. Ti va?”

“Sì.”

“Devi solo concentrati, è un trucco di protezione: immagina una bolla tutta intorno a te, concentrati.”

Mi concentro, un vento sfiora i miei capelli e una strana energia mi pervade, apro gli occhi e vedo una specie di bolla azzurrina attorno a me. Ce l’ho fatta.

“Brava, zuccherino, ora sai fare un trucco da bimbi, comunque complimenti, nessuno ci riesce al primo tentativo.” Chris cerca di denigrare il mio successo.

Replica Tom.

“Stai zitto Chris, tu ci hai messo un anno ad impararlo e ancora fai fatica.”

Entriamo una volta per tutte nella grotta e, come immaginavo, niente era come avevamo pianificato. Non solo abbiamo cercato di ingannarli e tendere loro una trappola, ma la situazione si è invertita. Oltre a Zofila, Laury e Peter, c’erano anche i padroni di draghi, con il coltello di fuoco, l’arma letale per un angelo demoniaco.

Parla per prima Zofila.

“Poveri illusi, pensavate veramente di tendere a noi, esseri millenari, una trappola? Sapete almeno chi sono io? Zofila, il demone delle torture, e non vi immaginate nemmeno cosa sono capace di fare. Ahimè alla vostra piccola protetta non posso infliggere danni, ma i padroni di draghi sì e, in quanto a voi, ci penso io.”

Laury, vestita con un abito lungo bianco, capelli platino e occhi celesti, inizia a parlare.

“Credo nella pace, ma quando si tratta di un inganno, nemmeno io posso passarci sopra. Voi avete pensato di uccidere il mio amato, Peter, e per questo pagherete. Il ciondolo non servirà più quando lei verrà uccisa dai padroni di draghi.”

Tom e Chris sono paralizzati.

“Chiedo venia, a voi, Laury, e a Zofila, per il nostro comportamento poco leale. Questi giovanotti tengono a me, quanto io tengo a loro. Tom, il giovane angelo, intento a salvare la sua ragazza, e Chris, il demone, intento a salvare la ragazza del suo migliore amico.”

Si è aperto un confronto acceso tra me e Laury.

“Cara Nina, giusto? Potrei anche provare pietà per loro in quanto cercano di proteggere la ragazza che non solo uno, ma tutti e due amano, la ragazza desiderata, che ha scelto il ragazzo buono disposto a dare la vita per lei, e il bello ma dannato, demone, che sarebbe disposto a distruggere il mondo pur di vederla felice. Come ci si sente, Nina, ad essere amata da due bei ragazzi come loro?”

Mi volto e vedo Chris che indietreggia, quasi imbarazzato, ma non nega, non sta negando quello che ha detto Laury.

“No, sono sicura che sbagli, Laury, io sono una ragazza troppo semplice per essere amata.”

“Ora te ne do la prova, Nina.” Dopo un secondo di pausa ordina ai padroni di draghi. “Uccidetela, ora.”

Si presenta la scena peggiore che abbia mai visto, Tom si mette davanti a me, e il padrone di draghi, con il coltello di fuoco gli penetra il petto, e Tom cade per terra, quasi privo di forze. Chris, muto su un angolo, paralizzato, ha visto l’uccisione del suo migliore amico, una parte di lui è morta, come una parte di me. Sè sacrificato per darmi la possibilità di vivere e io in quel momento volevo soltanto morire. Pronuncia così le sue ultime parole.

“Chris, so che la ami, probabilmente quanto la amo io, o addirittura di più, proteggila a tutti i costi, non lasciare che nessuno la tocchi.” Fa una pausa. “E te, Nina, non ho mai avuto il coraggio di dirtelo, ti amo, spero tu possa vivere una vita felice, anche senza di me.”

Non può essere, ho la gola chiusa, singhiozzo, ma riesco a rivolgergli le ultime parole che sentirà.

“Ricorda, anche io ti amo, sin dal primo momento.”

Il mio cuore fa male, un forte dolore, non riesco a vivere senza di lui... piango, piango troppo, mi manca il respiro, si può morire di crepacuore nonostante l’immortalità? In questo caso vorrei morire, respirare un’ultima volta e basta, lasciare tutto e tutti.

Anche Chris sta piangendo, ma riesce a parlare.

“Nina, non saprei cosa aggiungere in questo momento, ma ci conviene scappare, tra poco estrarranno il coltello di fuoco da Tom, e dopo essere morto io, toccherà a te. Dobbiamo andare.”

Sono infastidita.

“Forse tu non hai capito, io voglio morire, non voglio vivere! Vattene pure, ma io resto qui, e mi farò uccidere.”

“Nina, non te lo permetto! Tom non avrebbe voluto, ora tu vieni con me, con le buone o con e cattive.”

“Ti ho detto di no.”

Mi prende per un braccio e mi trascina via. La Terra ha una data di scadenza, e quella sono io, l’Universo ha una data di scadenza e quella sono io.

Capitolo XII

È passata una settimana. La città sta morendo, i palazzi crollano, le persone gridano, i bambini piangono, i vecchi pregano. Il caos si sta propagando per tutta la cittadina, hanno vinto. Niente più può fermare i padroni di draghi. Siamo tutti morti, l’Universo sta per finire e, nonostante la mia vita fosse finita nell’istante in cui il mio Tom ha esalato il suo ultimo respiro, stavo per morire anche fisicamente. Chris non si vede da giorni, penso l’abbiano preso. Comunque non mi voglio arrendere, lui è vivo, so che è vivo, non può morire, non per colpa mia. Sono così egoista da mettere in pericolo la vita di tutti, pur di salvare me stessa, ma questa volta no, sono più forte, e con tutto il fiato che ho in corpo grido il suo nome.

“Chris!”

A.Z., 1^D