Momento felice

Luna, ventunenne riservata e apatica che agli occhi del mondo è invisibile. Vive ormai da un paio d’anni da sola, dopo aver subito la morte della madre all’uscita dall’adolescenza e la fuga del padre i primi mesi dopo la sua nascita. Un destino cupo e solitario la perseguitava da sempre. Per riuscire a superare emotivamente le disgrazie accadute nella sua vita sviluppò un carattere poco espressivo e apatico, che risultava quasi fastidioso per quanto inutile. L’unica valvola di sfogo per Luna è la pittura, infatti riesce ad arrivare a fine mese solo grazie ai suoi originali lavori che esprimono quello che lei non riesce a confidare a nessuno.

È una vita oggettivamente difficile che ha portato Luna a chiudersi nel suo mondo e a non cercare aiuto o conforto in alcuno.

La ragazza ha vissuto anche un periodo estremamente buio nella sua carriera perché non riusciva più a trovare consolazione nell’arte, ma non aveva nessuno con cui sfogarsi e liberare tutte le sensazioni che provava quindi entrò in una fase depressiva nella quale non faceva nulla, come se aspettasse un aiuto divino che probabilmente non sarebbe mai arrivato.

Mentre lei affogava nei suoi pensieri, sentì il campanello di casa sua suonare: era un anzianotto con la testa pelata che cercava di spiccicare qualche parola al citofono, diceva di conoscere la proprietaria dell’appartamento.

Luna era interessata perché nessuno l’aveva mai cercata prima, ma allo stesso tempo era spaventata perché lei d’altronde non aveva amici quindi chi poteva essere… Accettò il vecchio in casa dopo le sue infinite preghiere e gli offrì un bicchiere d’acqua visto che non sembrava pericoloso. Una volta messosi a suo agio, l’uomo iniziò a raccontare una storia che sembrava avere dell'assurdo: viaggi straordinari, problemi insoliti e trattenimenti improbabili. Luna ascoltava senza rispondere a nulla di quello che diceva l’altro, che sfornava nuovi personaggi a ogni frase. La situazione le sembrava surreale, lei e uno sconosciuto a chiacchierare come se si conoscessero da una vita non se lo sarebbe mai aspettato, ma era stranamente a suo agio nel conversare con lui.

L’anziano sembrava ormai finire le parole, allora Luna balzò nella conversazione e domandò di lui e di come era arrivato a casa sua.

L’uomo allora confessò di essere il padre di Luna, la persona che l’aveva abbandonata poco dopo la nascita senza farsi più sentire in alcun modo. Luna aveva etichettato suo padre come una persona malvagia perché non si era mai preoccupato di contattare la figlia in alcun modo. Alla scoperta della scioccante notizia Luna rimase a bocca aperta; per come la pensava avrebbe dovuto cacciare l’uomo da casa sua e dimenticarsi dell’incontro perché per lei era un uomo morto, però trovava difficoltà nel farlo.

In quei 20 minuti di chiacchierata le sembrava di star ascoltando un amico di lunga data che tornava da un viaggio grandioso, si sentiva così legata a lui come con nessun altro prima.

Il padre la vide scossa ma cercava di lasciarla riflettere senza scombussolarle la mente con altre parole.

Quando finalmente lei sembrava riacquistare lucidità le chiese il motivo di tanto shock. “Possibile che quest’uomo non abbia idea di quello che mi ha fatto passare” pensò Luna, per poi scoppiare in un pianto isterico causato dalla sovrapposizione di troppe emozioni contemporaneamente. L’ira che provava era immensa, ma cercava di reprimerla piangendosi addosso.

Lunghi minuti passarono, nei quali nessuno dei due osava parlare. L’uomo era spaventato di toccare un altro tasto dolente per sbaglio, quindi a riaprire la conversazione fu Luna solo dopo essersi calmata: voleva risposte.

Non appena riprese fiato lo bombardò di domande con una chiara rabbia che si poteva percepire dal sarcasmo che usava nel porgli questioni chiaramente retoriche che servivano solo a sfogarsi. Lui la ascoltò e sentì una fitta nel petto quando capì l’inganno che aveva escogitato la madre, quando era ancora in vita.

Luna accusò il padre di tutto l’immaginabile e lui faticò a rispondere dopo tanti attacchi, ma sentì il bisogno di dire alla figlia la verità: la madre aveva bloccato tutte le vie di contatto che avrebbero potuto avere lui e Luna. Intercettò lettere, impedì chiamate e non rivelò mai dati riguardanti il padre che non appartenessero a un personaggio cattivo inventato da lei. A quanto pare la figlia non ne sapeva nulla mentre lui aveva solo collegato i pezzi e arrivò all'unica conclusione possibile.

Nella spiegazione l’uomo cercò di essere il più docile possibile cercando anche di consolare la figlia che incredula lo guardava perplessa.

La madre di Luna era una donna laboriosa e permissiva agli occhi di Luna che sicuramente serbava un posto nel cuore per lei. Ma ora tutte queste sicurezze la facevano riflettere e si accorse che effettivamente del padre non le aveva mai mostrato nemmeno una foto, era come se non esistesse. Perché mai nascondere così eccessivamente la figura paterna che Luna era tanto curiosa di conoscere?

Il ragionamento dell’anzianotto sembrava avere senso e allora si lasciò raccontare più dettagliatamente come mai la moglie, madre di Luna, avrebbe mai dovuto comportarsi così. Ne uscì fuori che era una donna estremamente gelosa dei propri cari e quindi non permetteva al marito di avere alcun amica di sesso femminile perché temeva che fosse un’amante segreta. Le paranoie la portarono a perdere molta fiducia nell’uomo che quando dovette partire per motivi lavorativi, lei lo vide come un chiaro tentativo di fuga per rifugiarsi da un’altra donna. Luna era sempre più convinta di quello che le veniva detto perché anche lei percepiva il carattere della madre in quel modo.

Una volta ritrovata un po’ di pace interiore Luna confessò di credere all’uomo e di voler provare a ricostruire il rapporto con lui. Gli raccontò brevemente la sua vita e menzionò che al momento era in uno dei periodi più bui di questa.

Allora il padre per tirarle su il morale la portò fuori a cena e si fece raccontare di tutto e di più; non voleva più abbandonare la figlia dopo essere riuscito straordinariamente a ricongiungersi. Luna brillava come non mai, l’apparizione di una figura così importante dal nulla la emozionò moltissimo e non vedeva l’ora di instaurare un rapporto longevo con il padre. Quella sera la cena fu impeccabile: chiacchierarono per ore e ore con una bottiglia di buon vino da sorseggiare di tanto in tanto. Era un momento così bello che entrambi speravano non finisse mai.

Anche se il ristorante scelto non era uno dei migliori, il cibo risultava superbo. Forse le emozioni hanno prevalso tanto da far passare il gusto in secondo piano.

M.M., 2^A