Cittadinanza e volontariato

Vi siete mai chiesti chi sia veramente un cittadino? È colui che risiede in uno Stato e, possedendo una cittadinanza, è soggetto a determinati diritti e doveri. Spesso riteniamo che debba solo rispettare ciò che gli viene imposto e pensare al proprio interesse personale. In realtà è bene allargare la nostra idea di cittadino e considerare che “civis” vuol dire anche saper aiutare il prossimo e creare qualcosa di utile per la comunità. Ogni giorno abbiamo esempi di questo modo di agire che si concretizza in semplici azioni come aiutare i propri familiari o gli amici in momenti di difficoltà; però ci sono gruppi di persone che, organizzandosi in associazioni, operano per aiutare gli altri in situazioni più complesse. Francesco, Francesca e Roberto, tre ragazzi che hanno frequentato il liceo Galileo Galilei, appartengono ad esempio all’organizzazione “Croce Rossa Italiana” e hanno accettato di raccontarci la loro esperienza.

  • Quando e come è nato in te il desiderio di intraprendere questo percorso?

Francesco: Sono diventato volontario della “Croce Rossa” soprattutto grazie ad altri, già volontari, che mi raccontavano spesso le loro esperienze, fino al giorno in cui, non saprei dire perchè, mi si è accesa la lampadina e ho deciso di “mettermi alla prova”, facendo qualcosa interamente per il prossimo, senza chiedere nulla in cambio.

Roberto: L’idea di entrare in “Croce Rossa” è nata da una mia amica che una sera del 2017 me lo ha proposto e letteralmente mi ha iscritto al corso base, necessario per diventare volontari. Questo, unito alla voglia di realizzare un’attività diversa, conoscere nuove persone e un nuovo mondo, l’idea di mettersi in gioco per gli altri, di dare anche un piccolissimo aiuto a qualcuno in difficoltà, mi ha spinto ad accettare e provare questa nuova esperienza (che reputo una delle più importanti della mia vita) e sono entrato a far parte in quella che ormai tutti consideriamo una grande famiglia. Anche perché devo ricordare che Croce Rossa non è solo ambulanza e 118, ma è tutto un mondo: ci sono i trasporti degli infermi; c’è il sociale, che in questo periodo di emergenza è fondamentale per l’aiuto alle persone più in difficoltà, c’è la parte relativa alle emergenze e alla protezione civile, e la parte dei giovani, il cui compito è proprio quello di sensibilizzare la popolazione giovanile rispetto a temi come salute, integrazione e ambiente.

Francesca: Questo desiderio in me è nato precisamente a settembre e deriva dal fatto che io, come persona, voglio sempre mettermi in gioco e dedicarmi agli altri. A mio avviso chiunque dovrebbe abbandonare il suo piccolo mondo personale e fare volontariato anche con piccoli gesti come donare il sangue. Queste azioni possono risultare ammirabili, ma allo stesso tempo danno la possibilità di diventare delle persone migliori aiutando a migliorare il prossimo. Ho scelto proprio la “Croce Rossa” perchè dal mio punto di vista è un ambiente stimolante sotto molti aspetti e ti può anche insegnare delle abilità che possono tornare utili nella vita di tutti i giorni.

  • Hai mai avuto timore di affrontare una situazione durante il servizio?

Francesco: Qualunque soccorritore, infermiere, medico, autista che dice di non aver paura salendo in ambulanza mente. Ogni servizio, ogni emergenza, ogni minuscola stupidaggine è in realtà una sfida, perchè ciò che trasportiamo non sono oggetti, sono persone, con sensibilità ed in un momento di difficoltà. Quindi assolutamente sì, ogni turno è una scarica di adrenalina inimmaginabile!

Roberto: Certamente, soprattutto le prime volte, quando non sapevo cosa aspettarmi e soprattutto avevo paura di sbagliare. Però questa paura mi ha anche aiutato a essere più consapevole e ad affrontare situazioni, molto spesso difficili. Poi però col tempo, purtroppo, molte circostanze sono diventate il pane quotidiano e in qualche modo la paura scompariva. Nonostante ciò in ogni turno che facciamo c’è sempre la stessa passione e soprattutto la stessa adrenalina che da sempre hanno caratterizzato questi servizi.

Francesca: Avendo iniziato il servizio a settembre, non ho avuto ancora l’occasione di fare servizi in ambulanza, ma posso dire che un mio timore è stato proprio il fatto di intraprendere questo percorso e di affrontare il corso per diventare soccorritrice in ambulanza. Ciò implicava una grande abilità nell’affrontare in modo lucido varie situazioni difficili e nel prendersi diverse responsabilità, cosa che all’inizio non ero sicura di riuscire a fare.

  • Cosa ti piace di più di ciò che fai?

Francesco: Senza ombra di dubbio il mio servizio preferito è il soccorso in ambulanza che, a differenza di come la pensano molti, non è assolutamente l’unica cosa di cui si occupa la “Croce Rossa”. Credo che la cosa più appagante per noi volontari, non essendo retribuiti, sia il sorriso e le dolci parole dei familiari delle persone che trasportiamo, gli appaganti: “Grazie per quello che fate!”; o anche: “Quanto veloci siete stati?! Grazie!”

Roberto: Aiutare gli altri penso sia lo stimolo più bello che ci sia, soprattutto se il tutto viene fatto con la sola passione e dedizione, senza ricevere nulla in cambio. Molto spesso ci sentiamo chiedere come possiamo fare tutto questo, spendendo il nostro tempo, in maniera del tutto gratuita... ma assicuro a tutti che ricevere un sorriso, un semplice grazie, tenere per mano una “vecchietta” impaurita per poi sentirti dire “grazie, siete i miei angeli” non ha proprio prezzo, assolutamente impagabile... ed è proprio questo che contraddistingue noi volontari!

Francesca: Mi è piaciuto il percorso giovani che è volto a sensibilizzare la popolazione con delle attività che hanno l'obiettivo di toccare diversi argomenti rilevanti come le giornate mondiali in onore a diversi temi e farle conoscere al pubblico. Un’altra attività che mi è piaciuta è il corso che ho frequentato per diventare soccorritrice in ambulanza e penso che gli insegnamenti che ne ho tratto mi daranno grandi soddisfazioni in futuro

  • Quale episodio ti ha colpito di più o ti fatto sentire bene durante il servizio?

Francesco: Racconterò un episodio che mi è capitato durante un servizio diverso dal SUEM 118 (Servizio Urgenza ed Emergenza Medica) con ambulanza ed equipaggio non adibiti a quest’ultima tipologia di servizio. Al rientro verso la sede trovammo un incidente stradale e come da obbligo nostro ci fermammo a prestare il primo soccorso in attesa di un'ambulanza mandata dalla centrale operativa 118. Essendo il capo-equipaggio, senza esitare un secondo mi lanciai verso l’auto che aveva riportato danni maggiori. Mi accorsi che, per fortuna, la situazione sembrava essere decisamente stabile e che la persona coinvolta non sembrava assolutamente in gravi condizioni. Eppure piangeva ininterrottamente... Decisi di chiedere al mio autista di bloccare il traffico e gestirlo, chiedendogli di assicurarsi che anche il passeggero dell'altra auto fosse in buone condizioni; mi sedetti così di fianco alla signora, nello spazio tra il sedile del guidatore e la portiera. Rimasi fermo e vedendola tremare le presi la mano che mi porgeva. Sentii immediatamente il cuore battere a mille, così dissi poche parole, con tono basso, guardandola negli occhi per rispondere al suo: "Se voi dovete andare, andate pure, abbiamo chiamato il 118, arriveranno a breve...". "Io non mi alzo da qui finché non sarà arrivato qui davanti a me un infermiere del 118."E dopo qualche minuto arrivò l'ambulanza a sirene spiegate e così mi alzai e con il mio autista salimmo sul nostro mezzo. In quel momento la signora chiese all'infermiera di potersi alzare, così fece, e verso di me urlò: "Grazie! Grazie davvero!"; le feci un cenno dal finestrino. Ho imparato che per far sentire meglio una persona , anche piccole azioni possono fare la differenza! E vi giuro che dopo quel "grazie" una lacrimuccia è scesa, e l'effetto che ha fatto quella parola non lo scordi così facilmente!

Roberto: Ho avuto la fortuna di non avere molti eventi “traumatici” durante i miei servizi in ambulanza. Quello che mi ha colpito di più, sicuramente, è stato al mio primo servizio, ancora da tirocinante, quando siamo stati chiamati per il decesso di una ragazza di 29 anni su un pullman, e ovviamente non abbiamo potuto fare niente. Forse questo è stato l’evento più duro da mandare giù, diciamo. Devo dire, però, che ci sono stati molti eventi che mi hanno colpito, sia in positivo che in negativo, e di cui ricordo ogni minimo dettaglio, come fosse ieri.

  • Come concili il tempo per te stesso con il tempo dedicato agli altri?

Francesco: La prendo molto filosoficamente! Ho capito che facendo del bene agli altri faccio del bene anche a me stesso, perché con queste azioni non solo sono contento e soddisfatto anche io, ma in ogni turno si impara qualcosa di nuovo, e si impara sempre di più dall'esperienza che dal corso o dalle lezioni teoriche. Quindi cerco di fare almeno un servizio alla settimana, e in settimane in cui so di avere molto tempo libero, a volte, mi spingo anche oltre.

Roberto: Fare il volontario porta sicuramente via del tempo libero, che qualcun altro potrebbe usare semplicemente giocando con i videogiochi o uscendo con gli amici. Sono riuscito, però, ad avere una buona organizzazione, soprattutto con lo studio, in modo tale da dedicare del tempo sia per il volontariato, sia per lo studio e sia per gli amici. Alcune volte ho dovuto sicuramente fare dei sacrifici per questo servizio, ma certamente ne sono valsi la pena.

Francesca: Concilio il tempo per me stessa con quello per gli altri con la consapevolezza che le ore dedicate ad altre persone alla fine non sono altro che quelle che si prendono per se stessi. Ciò avviene perché nel momento in cui dai una mano gli altri, aiuti te stesso ad essere una persona diversa e di conseguenza migliore. Si può riassumere dicendo che l’aiutare gli altri corrisponde ad un grande regalo che si dona a se stessi. A livello di organizzazione ritengo che una volta posto un obiettivo che si vuole realizzare, si riesca con voglia e dedizione a spaziare tra i vari impegni.

Francesco Bressan, volontario “Croce Rossa” distretto Selvazzano Dentro

Roberto Gemelli, volontario “Croce Rossa” , responsabile area giovani

Francesca Bresciani, volontaria “Croce rossa” distretto Selvazzano Dentro

Per info: potete scrivere a Roberto Gemelli roberto.gemelli98@gmail.com

Alberto Callegari, 4^G