Io leggo perché 

Ci sono persone che nella loro vita leggono centinaia, migliaia di libri. Persone che spendono giornate, che poi diventano settimane se non mesi a leggere un libro. Ci sono persone che preferiscono rimanere a casa a leggere piuttosto che uscire con i loro amici, perché preferiscono perdersi dentro una storia finta, che non li riguarda piuttosto che vedere le persone lì fuori, perché le persone non hanno più niente da dirgli, più niente da dargli e quindi continuano a scegliere qualcosa che possa ancora trasmettere idee e emozioni; e hanno ragione. Perché a volte il mondo ti delude, ti fa perdere le speranze fino a farti sentire troppo stretto, e allora cominci a cercare il tuo spazio, dove puoi finalmente respirare di nuovo, così ognuno trova il proprio modo per tornare a respirare, ognuno trova uno spazio diverso, ognuno trova un modo per uscire dal mondo.

Io leggo, leggo perché ho bisogno di staccarmi dalla realtà, perché ho bisogno di credere ancora nelle storie, perché ho bisogno di sentire che c'è ancora una speranza…

Io leggo perché ho bisogno di spazio.

"Scegliete un po' voi la parola, io le ho finite; oppure ne ho ancora molte, ma perché? E per dire…cosa?" Casa di foglie, Mark Z. Danielewski

La storia ruota attorno ad un misterioso manoscritto rinvenuto dopo la morte del suo autore da Johnny Truant, che descrive l'esplorazione di un film girato in una casa stregata dove viveva la famiglia del regista. La casa finirà per svelare un abisso senza fine, capace di inghiottire chiunque osi disturbarla.

Oltre la trama decisamente singolare e definita in tanti modi diversi, horror, storia d'amore, viaggio nel subconscio…Ciò che veramente è singolare in questo romanzo è il romanzo stesso, il libro inteso fisicamente; l'intera narrazione si alterna tra il romanzo rinvenuto e i pensieri del protagonista mentre lo legge, vede pagine interamente scritte ma altre stampate con solo poche righe, periodi scritti al contrario, di lato, in diagonale, note a bordo pagine scritte sottosopra, righe di parole rosse cancellate, pezzi di pagina completamente neri, capitoli formati da decine di pagine e altri scritti con poche righe in fondo ad una sola pagina, e ancora intere facciate con poche sillabe che non formano nemmeno una parola, il termine casa sempre scritto in blu, pagine di XXXXXXXXXX…

A UN METRO DA TE

Stella e Will, due ragazzi affetti da fibrosi cistica costretti a trascorrere le loro giornate in ospedale per curare la loro patologia. Un giorno, per puro caso, i due adolescenti si incontrano e nasce un flirt immediato tra i due che li porterà a cercarsi ogni giorno, anche se ci sarà sempre un muro che impedirà i due di avvicinarsi troppo: la distanza di sicurezza di un metro.

Questa regola non può essere trasgredita o rischieranno entrambi di morire. I due decidono così di continuare a vedersi ma ad una sola condizione: mantenere sempre il metro di distanza. 

Man mano che la loro relazione si intensifica, quello spazio che li separa diventa sempre più doloroso e soffocante per entrambi.

Sarebbe davvero così pericoloso fare un passo l’uno verso l’altra se questo significasse impedire ai loro cuori di spezzarsi?

E.S.E 3^C e A.F. 3^A