Altius, citius, fortius

Beatrice Cogo: Pole Sport

La studentessa del Liceo Galileo Galilei diventa campionessa mondiale di Pole Sport

  • Ciao Beatrice, quest’anno hai raggiunto traguardi importanti. Quando hai iniziato ti eri già posta obiettivi così alti, oppure era solo un “passatempo”? Ti saresti aspettata di arrivare ad essere campionessa del mondo nella tua categoria?

Quando ho iniziato non era un semplice passatempo, ma non avrei mai pensato di raggiungere questi livelli. Non mi sarei mai aspettata di diventare campionessa del mondo, gara svoltasi in doppio, nè campionessa nazionale dove, invece, ho gareggiato singolarmente. Sono molto sorpresa e orgogliosa dei risultati ottenuti, dal momento che erano molti gli avversari che ritengo tutt’ora molto forti. Sono davvero fiera di me stessa e dei traguardi raggiunti grazie alla mia tenacia e forza di volontà.

  • Lo sport che pratichi è poco conosciuto e talvolta viene associato ad altro. Cosa ne pensi a riguardo? E come ti sei avvicinata a questo sport?

Inizialmente anche mio padre e mia sorella associavano il mio sport ad altro. La lap dance non c’entra niente, questa disciplina fa parte della ginnastica acrobatica e sta per essere riconosciuta dal CONI. Dietro c’è tanta fatica e determinazione, non è ballare sul palo. Quando mi sono avvicinata a questo sport facevo ginnastica artistica a livelli agonistici, ma non riuscivo più a gestirmi con lo studio perché era troppo impegnativo. Una delle mie prime allenatrici aveva un’amica che tutt’ora insegna pole dance e così sono andata a provare. Da qui è nata la mia passione.

  • Sappiamo che serve molta forza fisica e mentale per raggiungere certi risultati. Come ti ha aiutata il tuo sport nella vita al di fuori della palestra?

La pole dance mi ha aiutata ad organizzarmi, soprattutto con lo studio, a credere di più in me stessa, nonostante io abbia ancora bisogno di un aiuto. Ora però sono molto più sicura, riesco a difendermi da sola, lo sport ti aiuta a sopportare con più determinazione fatiche, imprevisti e difficoltà e a diventare più forte. Mi ha insegnato ad ascoltarmi, sia mentalmente che fisicamente, prima ero abituata a provare e riprovare fino allo sfinimento, senza accorgermi dei segnali del mio corpo. Inoltre è un modo per sfogarmi e liberare la mente.

  • Negli anni in cui hai praticato questo sport hai raggiunto diversi traguardi, qual è la tua soddisfazione più grande? Ricordi anche una particolare delusione?

Una particolare delusione risale a due anni, in un campionato italiano, in cui sono caduta e invece di continuare come dovevo mi sono abbattuta e ho terminato male l’esibizione. Dopo questa sconfitta non mi ponevo più alcun obiettivo nè avevo il desiderio di perseguirlo ed ero veramente molto triste. La soddisfazione più grande è la vittoria al campionato italiano poiché è stato un anno difficile, mi sono allontanata da un rapporto di amicizia importante, ci sono stati diversi litigi, e penso di essermelo meritato. Sono stata ancora più soddisfatta di quando abbiamo vinto il mondiale, anche perché ero da sola ed è stato frutto delle mie sole forze.

  • Gestire l’ansia da prestazione e l’organizzazione sia della scuola che nello sport è fondamentale. Hai qualche consiglio da darci a riguardo? Hai qualche gesto scaramantico che fai prima di una gara importante?

Studiare e provare tanto fino a che non si fanno le cose quasi ad occhi chiusi. Credere in sé stessi e nelle persone che si hanno accanto. Bisogna essere consapevoli dei propri limiti, ma anche essere sicuri delle proprie capacità. Ho un braccialetto appeso alla borsa da quanto ha vinto il mondiale. Ho anche una bottiglietta di grip, polvere che utilizziamo per avere maggiore presa, che mi ha regalato la mia migliore amica e che uso nelle gare importanti. La cosa fondamentale è mangiare il sushi il giorno prima.

Grazie mille per averci raccontato la tua esperienza. Ti auguriamo di raggiungere tanti altri traguardi, non solo nello sport, ma anche nella vita.

Non siete curiosi di scoprire le passioni sportive di alcuni dei nostri professori? Lo sport è tanto necessario nelle vite degli studenti quanto in quelle dei professori. Di seguito un’intervista alla professoressa Valeria Vianini, docente di matematica e fisica del nostro Liceo Galileo Galilei.

  • Riesce ad illustrarci brevemente in cosa consiste la sua disciplina?

Non è facile descrivere il Taijiquan; per conoscere questa disciplina bisogna praticarla o almeno provarla per un certo periodo. Fondamentalmente consiste in due parti: la prima fase comprende esercizi che servono a sbloccare e a rendere il corpo flessibile, elastico, a dare scioltezza alle articolazioni; è una fase che cerca di mantenere una buona forma fisica e va a interessare soprattutto la parte profonda. La seconda parte è relativa a una sequenza, di circa 35-40 minuti, eseguita in scioltezza, con un certo ritmo e attenzione a come il corpo lavora in modo sottile. I movimenti si susseguono in fasi di tensione e di allungamento, alternati ad altre di rilassamento e di distensione. Si ottiene così una condizione di flessibilità del corpo e di costante ricerca di un nuovo equilibrio, perché i movimenti lenti permettono al praticante, ascoltandosi, di lavorare sui punti più rigidi per scioglierli. È una pratica sia mentale che fisica, armonizza l’interno e l’esterno, dà forza, libertà e quiete interiori. Così lo è per me.

  • Com’è nata la passione per la sua disciplina e da quanto la pratica?

Ritengo che il Taijiquan non sia una semplice passione, che si brucia e si esaurisce, ma una convinzione, che porto avanti dalla fine del percorso universitario. Per sciogliere lo stress accumulato da uno studio molto intenso mi avvicinai prima al mondo della corsa, che mi permetteva di liberare la mente. Con un’amica facevamo delle corse lunghe, qui a Padova, ma anche al di fuori, arrivando a cimentarci nella 100 km di Montagnana. Fra i momenti dello studio e quelli della corsa percepivo una frattura: o puro lavoro mentale o solo fisico, e mi mancava la loro unità. Grazie a una mia compagna di Università conobbi poi questa disciplina, che si è rivelata perfetta per connettere mente e corpo. Ho iniziato a praticare nel Settembre del 1983, sospendendo solo per un anno, in concomitanza con la gravidanza. La ricchezza che ho trovato in questa disciplina è la possibilità di rendere fluidi i movimenti consapevolmente; allo stesso tempo è cresciuta la mia capacità di adattamento alle diverse situazioni e relazioni con gli altri.

  • È sempre più raro trovare persone adulte che si appassionano ad uno sport o disciplina particolare, soprattutto per mancanza di tempo. Cosa l’ha spinta a continuare negli anni a praticare il Taijiquan? Cos’è diventata per lei questa disciplina?

In realtà penso che in passato ci fossero meno persone adulte che praticavano sport o discipline, o che comunque facevano attività fisica, rispetto a oggi. Il tempo si potrebbe trovare, ma molte persone non riescono a organizzarsi o mancano di motivazione. Applicarsi ad una pratica che aiuti a recuperare le energie mentali e fisiche permette poi di occuparsi dei propri impegni in modo più efficace. Dopo ogni allenamento mi sento meglio, ed è ciò che mi ha spinta a continuare in tutti questi anni. Questa disciplina non è al di fuori della mia vita: è intrecciata, ne fa parte.

  • Quanta importanza ha lo sport nella vita di una persona adulta? E come riesce a conciliare l’insegnamento con il Taijiquan?

Nella vita di una persona adulta lo sport è fondamentale, anche se fatto a livello elementare, per ricreare la mente e per mantenere una sana forma fisica. Mi ritengo ancora una studentessa di questa pratica, desiderosa di imparare e di migliorarmi. Conciliare le due cose non è impossibile; come ho già detto ho imparato a programmare le mie giornate inserendo, negli spazi liberi dall'impegno lavorativo, i momenti di studio della pratica e quelli ricreativi della vita.

Clicca qui per il Video del Maestro Gu Meisheng che pratica il Taijiquan.

Intervista curata da: A. D. P., L. M., A. R. 4^C

(Il sondaggio funziona solo con mail d'istituto, es: XXXX.XXXX@dadliceogalileogalilei.net)