"Librandosi" tra paura e coraggio

La letteratura è uno straordinario serbatoio di esperienze e ha la peculiarità di suscitare emozioni anche intense. Per questo l’atto della lettura può essere considerato simile a quello di un simulatore di volo: immedesimandoci nei personaggi che popolano i romanzi, vivendo le loro storie spesso estreme ci mettiamo alla prova e condividiamo le emozioni che essi stessi sperimentano. In altre parole, la narrazione offre l’occasione di attraversare esperienze forti rimanendo incolumi e, in tal modo, la letteratura produce a sua volta esperienza, aumentando la conoscenza profonda di noi stessi secondo una prospettiva anche emotiva. Per questo motivo la coppia di termini paura- coraggio che connota i tre suggerimenti di lettura che seguono è quanto mai interessante per il corollario di contrastanti emozioni che paura e coraggio portano con sé e, ancor più, per il modo speciale con cui l’intrepidezza può essere generata dallo sgomento.

Un grande classico del terrore, perfetto per ragazzi e adulti, è Edgar Allan Poe: nel cuore del XIX secolo, Poe racconta con stile onirico e visionario le ossessioni che popolano la sua stessa psiche. Bastano tre di queste storie - Berenice, Il gatto nero, Il rumore del cuore (clicca qui per l'audio libro) – per sperimentare la suggestione emotiva delle atmosfere claustrofobiche e gotiche dello scrittore statunitense.

Un romanzo che, fin dal titolo, fa della contrapposizione paura - coraggio il suo punto di forza è Io non ho paura di Niccolò Ammaniti (Einaudi editore). Pubblicato nel 2001, è diventato presto un “classico” per ragazzi: Michele Amitrano, il protagonista, vive in poche, decisive settimane estive le paure più grandi e il più grande coraggio, scoprendo la feroce verità che riguarda i grandi e, tra tutti, suo padre (clicca qui per vedere la scheda del libro). La capacità del bambino di convivere con il terrore mentre trova la forza d’animo per andare in aiuto del coetaneo Filippo determina un cortocircuito emotivo di grandissima efficacia.

I ragazzi della Nickel di Colson Whitehead - vincitore del premio Pulitzer 2019 – è un romanzo ambientato nell’America degli anni Cinquanta (Mondadori): la segregazione razziale è feroce e il protagonista, il giovane Elwood Curtis, la sconta sulla sua pelle. Rinchiuso ingiustamente in un riformatorio - la Nickel Academy, modellata sulla Florida School for Boys veramente esistita - dove violenza e corruzione la fanno da padrone e dove molti giovani non sopravvivono alle angherie subìte e vengono sepolti clandestinamente sulla cosiddetta “collina degli stivali”, Elwood e il compagno Turner trovano il coraggio di tentare la fuga che dovrebbe restituirli alla vita. Il romanzo sorprende il lettore per lo sdoppiamento dei piani temporali e riserva più d’una sorpresa. Un romanzo duro e avvincente che rimarca le condizioni di vita degli afroamericani – l’umiliazione, la paura, la violenza - ma anche il coraggio di riscattarsi per vedere riconosciuti i propri diritti.