Five Lakes Premium

Bisognerebbe provare a nascere in Siberia, al confine tra le regioni di Novosibirsk e Omsk, ed essere fatte dell’acqua più pura della taiga e dell’alcol alfa, quello migliore che proviene dal grano. Quante distillazioni per arrivare al gusto più limpido e riuscire ad inebriare con facilità e delicatezza.

Bisognerebbe sì provare ad avere origini tanto nobili e poi ritrovarsi all’improvviso ad affrontare un viaggio terribile come il mio. Al buio, stipata in una cassa, con tante bottiglie vicine tutte uguali a me, ad ogni sobbalzo del camion tutte a gridare – Aiuto! Vado in frantumi! Ahi ahi! Vai piano! -

Un incubo che pareva non finire mai. Mi sembrava di essere come quei migranti clandestini nei rimorchi dei tir, che sentono passare sotto di loro chilometri e chilometri di asfalto. Riconoscono le voci delle guardie alla frontiera, e anche se non comprendono la lingua, lo capiscono dal tono che si tratta di polizia, policja, politsya, policjia, polizei, police, policìa. Sempre quella è. Solo che loro, i migranti, non possono gridare come noi, e non si sa se sia più la paura o il coraggio che li fa pregare in silenzio perché nessuno si accorga della loro esistenza. Trasparenti, come una bottiglia di vodka.

Per fortuna il mio viaggio è finito all’improvviso com’era iniziato. Mi sono abituata subito allo scaffale illuminato del negozio: tutti mi guardavano, mi sfioravano piano, cercavano di leggere qualcosa di me. Mi ero affezionata alla signorina che lavorava lì dentro, perché ogni giorno mi spolverava con delicatezza e mi riallineava alle altre bottiglie, tutte con etichette importanti quanto la mia. Quasi mi è dispiaciuto salutarla quando sono venuti quei ragazzi e mi hanno portata via.

Ma li ho sentiti dire che era per un’occasione importante, qualcuno di loro diventava maggiorenne, parlavano di mega-festa, sballo, grande figata. Chissà cosa volevano dire.

E ora sono qui, quasi emozionata, finalmente ad una festa. Intorno a me sul tavolo caraffe con liquidi colorati, bottiglie di vino ghiacciato, distillati trasparenti. E poi fette di limone, arance, fragole, foglie di menta, secchielli di ghiaccio. Tanti bicchieri scintillanti e vasi di fiori.


Ecco, ecco, arrivano le ragazze hanno vestiti bellissimi, capelli liscissimi e scarpe con tacchi così alti che camminano in modo strano. Cercano l’equilibrio dondolando quasi come me in quei giorni dentro al camion. Che buffe! E poi i ragazzi, con le camicie stirate, le maniche appena arrotolate, i pantaloni stretti e i capelli lunghi sulla fronte. Come sono eleganti tutti.

Guarda, guarda, un ragazzo con i pantaloni bianchi si avvicina proprio a me, e mi sceglie tra tutte! Un intenditore se ha subito capito qual è la vodka migliore. E poi mi passa ad un amico e poi ad un’amica, e poi lui di nuovo.

– Forza bevete – urla – nessun limite, nessuna paura questa sera, si sballaaaa! –

Ma che tipi coraggiosi, non temono di affrontare le sfide più estreme. Però piano ragazzi, fate piano! Così mi consumate tutta! E poi non mescolatemi con quegli strani intrugli colorati. Sono una vodka pura e nobile, la preferita degli zar per accompagnare il caviale. Non avete capito chi sono io? Un po’ di rispetto.

Non passatemi di mano in mano così in fretta, mi fate girare la testa, aiuto ruota tutto, sempre più forte che musica assordante. Non capisco più niente. Fermiiiii! Bastaaa!

Finalmente, appoggiata su di un tavolino, non capisco nemmeno dove, prendo fiato e ritrovo l’equilibrio. Mi guardo un po’ intorno e… ehi, ma che fa quel ragazzo di prima? Quello con i pantaloni bianchi, è inginocchiato a terra sta vomitando dentro alla piscina, che orrore, che schifo, alcuni gli passano vicini e per deriderlo lo prendono a calci. La sua amica è seduta sull’erba, ha rotto i tacchi delle scarpe, piange e non sa perché. Tutto il trucco è colato sotto agli occhi, i capelli da lisci sono diventati crespi, ha la testa che le scoppia e vorrebbe tanto essere al sicuro lontana da tutti. Ma dove è finita quella principessa coraggiosa che credevo di aver visto? Non sono i soli: tanti zombie senza dignità stanno dando uno spettacolo penoso dell’umanità.

Toh! si avvicina un’altra coppia e io mi sento tremare tutta perché mi stanno guardando. Lui mi afferra, ma lei lo ferma.

– No grazie, non bevo vodka, non amo gli alcolici, e poi devo guidare, berrò una coca cola, che mi terrà sveglia.

E con stupore, lo sento rispondere

– Io ne assaggerò solo un piccolo goccio, questa è una Five Lakes, la vodka degli zar, che nasce in Siberia, ed è fatta con l’acqua più pura della taiga.

Lei sta sorridendo, lui anche, ed io di fronte a tanto dignitoso coraggio sento che sto per commuovermi.

A.S., 4^C