Intervista a Eulero

Ognuno di noi prova felicità in contesti diversi: chi è felice disegnando, chi ballando, chi cantando, chi praticando sport, chi risolvendo qualche problema di matematica o fisica, e via dicendo. Tra gli ultimi, sicuramente è compreso Leonhard Eulero, definito da molti come il matematico più prolifico della storia, tanto da essere soprannominato "l'analisi incarnata". Il Liceale ha avuto l'onore di intervistarlo.

  • «Signor Eulero, che emozione averla qui! Mi sento davvero immensamente piccola di fronte a una personalità come la sua…»

«Buongiorno a voi! Ammetto che anche per me è strano essere qui oggi; non avrei mai immaginato di parlare con un'italiana del 2022; evidentemente in questi anni avete sviluppato tecnologie che non avrei mai creduto possibili! Per chi non mi conoscesse, sono nato nel 1707 a Basilea (in Svizzera) e ho vissuto i miei 76 anni di vita viaggiando anche tra San Pietroburgo e Berlino, le cui accademie spronavano la creazione matematica.»

  • «Ci racconti i primi anni della sua vita: trovo particolarmente interessante scoprire da dove è iniziato tutto.»

«Mio padre era un pastore calvinista e sognava che io seguissi le sue orme; nonostante mi fossi presto innamorato della matematica, cercai di renderlo felice e studiai teologia ed ebraico all'Università di Basilea. Fortunatamente, però, Johannes Bernoulli si accorse delle mie capacità in matematica e mi diede per un periodo una lezione a settimana; in quegli anni divenni amico anche di Daniel e Nicolaus Bernoulli, che riuscirono a convincere mio padre che la mia strada era strettamente legata alle scienze.»

  • «Abbandonò la fede o continuò a credere in Dio?»

«Non mi allontanai mai dalla mia fede. Pensa, durante uno dei miei soggiorni in Russia, la grande Caterina, preoccupata dal comportamento del filosofo Diderot che tentava di convertire i cortigiani all'ateismo, mi pregò di zittirlo in qualche modo. Non vedendo una via dimostrativa che lo potesse convincere senza dubbio, decisi di inventarmi una relazione che puntasse semplicemente a lasciarlo senza parole e che gli impedisse di rispondermi. Sapendo che non se ne intendeva molto di matematica, un giorno, quindi, davanti a tutta la corte dissi: "Signore, (a+b^n)/n = x: dunque Dio esiste; rispondete!". Diderot, non sapendo cosa dire, preferì ritornare in Francia. Ovviamente la mia dimostrazione non era così schiacciante, ma non credo che le attuali prove dell'inesistenza di Dio siano più convincenti!»

  • «Effettivamente non ho nulla da ridire. Ritornando alla sua passione: di lei, Arago (astronomo, fisico e biografo di scienziati vissuto tra il Settecento e l'Ottocento) disse: "Eulero calcolava senza sforzo apparente, come gli uomini respirano, come le aquile volano nel vento". Aveva ragione?»

«Beh, forse ogni cosa risulta meno complicata se ami farla. Adoravo l'intero mondo della scoperta e dell'insegnamento della matematica. Mi riusciva facile lavorare in ogni luogo e scrivevo spesso le mie dissertazioni con uno dei miei figli sulle ginocchia, mentre gli altri giocavano lì vicino: ero molto affezionato ai miei bimbi!»

  • «Sappiamo che perse quasi completamente la vista all'occhio destro e che una cataratta all'occhio sinistro peggiorò ulteriormente la sua situazione. Come affrontò questi problemi?»

«Dopo aver perso la vista all'occhio destro pensai: "Ora avrò minore occasione di distrazione". Riuscii comunque a proseguire i miei studi, senza rallentare più di tanto la mia attività; mi abituai a scrivere col gesso su una lavagna e dettavo alcune spiegazioni ai miei figli. Fortunatamente, poi, avevo sempre allenato la mia memoria: sapevo tutta l'Eneide e memoria e riuscivo molto velocemente anche nei calcoli mentali. Nel 1777 affrontai un'altra disgrazia, un terribile incendio nella mia casa; nemmeno questo, però, riuscì a fermarmi.»

  • «A questo punto mi sembra di capire che continuò a studiare fino alla fine…»

«Sì, perfino nell'ultimo giorno della mia vita mi sono divertito a schizzare sulla lavagna il calcolo dell'orbita del pianeta di Herschel, che voi oggi chiamate Urano.»

  • «La sua passione è ancora viva, glielo si legge negli occhi! Ma la matematica è infallibile? C'è qualcosa che non vi sia riuscito?»

«Posso risponderti con un esempio: i matematici hanno cercato invano fino ad oggi di scoprire un qualche ordine nella sequenza dei numeri primi, e abbiamo ragione di credere che sia un mistero nel quale la mente umana non penetrerà mai. Ah, io mi riferisco chiaramente ai miei anni; non credo, comunque, che ci siano state grandi evoluzioni…»

  • «Mmmh, interessante, mi informerò. Ci nomini ora qualche sua scoperta o invenzione; magari qualcosa che ha preso il suo nome.»

«Feci diversi studi in geometria; ad esempio avrete sentito parlare del cerchio, della retta e dei punti di Eulero in relazione ai triangoli o della relazione di Eulero sul cerchio circoscritto a un triangolo. Esistono anche il criterio di Eulero nella teoria dei numeri, gli angoli di Eulero nella meccanica, la costante di Eulero-Mascheroni nell’analisi matematica, il diagramma Eulero-Venn nella logica, tanto per nominare alcuni. Mi interessai anche di fisica e astronomia; ad esempio, determinai le orbite di numerose comete. Introdussi, poi, dei simboli che ancora oggi usate, come Σ per la sommatoria, o f(x) per indicare le funzioni.»

  • «Quante cose! E non sono nemmeno tutte! Parlare con lei è davvero appassionante, potrei ascoltarla ancora per ore, ma ormai è arrivato il momento di salutarci. La ringrazio infinitamente e, come tradizione, le chiedo se vuole darci un consiglio.»

«Un consiglio? Beh, state sempre in guardia, anche quando parlate con persone che sembrano autorevoli: in generale, la grandezza dell'ingegno non garantisce mai dall'assurdità delle opinioni abbracciate. Non dimenticate di ragionare con la vostra testa!»

Eulero (per le parti scritte in corsivo) e N.S., 4^D