Intervista a Francesco Bettella

Abbiamo avuto l’onore di intervistare il campione paralimpico Francesco Bettella, ex studente del nostro Liceo.

  • A che età hai iniziato a nuotare e come ti sei avvicinato a questo sport?

Sono entrato per la prima volta in piscina all’età di tre, perché i miei genitori mi hanno portato ai corsi di scuola nuoto per imparare a nuotare. Poi quando avevo 15 anni, quindi in prima superiore, ho intrapreso la strada dell’agonismo grazie anche al mio fisioterapista e ho iniziato a fare i primi allenamenti e le prime gare.

  • Cosa hai provato alla notizia della convocazione alle Olimpiadi? Dopo la partecipazione nel 2012, le Olimpiadi di Rio del 2016 sono state un’esperienza diversa? Più o meno “spaventosa”?

Sicuramente essere convocato alle olimpiadi è un’emozione molto intensa, piena di soddisfazioni ma anche carica di molte aspettative. Le olimpiadi sono l’obiettivo più grande a cui un atleta che fa sport a livello agonistico può ambire quindi la possibilità di parteciparvi è un sogno che si realizza. Ma ne apre molti altri. Le olimpiadi di Rio 2016 sono state molto diversa rispetto a quelle di Londra 2012 per me, prima di tutto perché sapevo già cosa aspettarmi e avevo imparato che cosa significasse la vita nel villaggio Olimpico, con le sue dinamiche e i suoi ritmi. Non era più una sorpresa. Se da un lato ero un po’ meno spaventato, dall’altro la pressione e le aspettative di vincere qualcosa di importante che non ero riuscito a raggiungere a Londra non mi facevano poi stare così tranquillo. Avendo maturato però allo stesso tempo una maturità sia sportiva che personale che nel 2012 ancora non avevo, mi sento perciò di dire che le ho vissute con due stati d’animo molto diversi.

  • Come affronti la paura/ansia pre-gara? Hai un rito scaramantico particolare che fai prima delle gare importanti?

Cerco di non avere molti riti scaramantici, ma piuttosto dei rituali che ripeto allo stesso prima di ogni gara. Mi piace ascoltare la musica che mi dia la carica prima di scendere in acqua o che aiuti a rilassarmi quando ne ho bisogno. Prima di gare così importanti ci sono sicuramente molta ansia e tensione, cerco quindi di concentrarmi il più possibile su quello che devo fare, controllando la respirazione e ripassando mentalmente tutte le fasi della gara. Col tempo ho capito che è una cosa molto importante. Non è facile in quelle situazioni, e non sempre mi riesce bene… Prima della gara non ho la possibilità di parlare con il mio allenatore o con nessun altro, che potrebbe aiutare, quindi cerco di mantenere a freno le mie emozioni.

  • Tutte le persone che conosci hanno fatto il tifo per te. Come vivi questa cosa? È per te fonte di gioia e coraggio o hai paura di non soddisfare le aspettative?

La paura di non soddisfare le aspettative c’è, soprattutto quelle delle persone che hanno lavorato e fatto sacrifici con me durante gli allenamenti. Però cerco di prendere tutta la spinta possibile dalla consapevolezza di avere tanta gente che mi segue e che fa il tifo per me, mi dà la carica. Anche perché si sa che nello sport ci sono anche le sconfitte, ma so che tutti continuerebbero a sostenermi. Tanta gente ha fiducia in me e si aspetta sempre grandi risultati, quindi festeggiare insieme dopo una vittoria è ancora più bello. Finora sono state più le volte che ho mantenuto le aspettative, spero di continuare così!

  • In questi anni hai abbattuto tanti stereotipi e sei diventato un esempio per molti ragazzi, come ti senti a riguardo, sapendo che ti sei fatto valere sia nello sport che nella vita?

Mi piace molto portare la mia esperienza ai ragazzi, sia a scuola che fuori. Non tanto per raccontare le mie vittorie sportive o i miei successi, ci sarebbero molte altre storie più vittoriose delle mie, ma soprattutto per portare la mia esperienza di vita, la crescita personale che ho fatto come uomo attraverso lo sport. Cerco di trasmettere i valori che ho imparato e come questi mi sono stati utili per superare i momenti difficili della mia vita, anche al di fuori dello sport. Mi sento molto fortunato di avere questa possibilità e sono consapevole che è anche una responsabilità. Spero che ragazzi che magari stanno attraversando un momento delicato della propria vita possano prendere qualche piccola ispirazione per uscirne, questa sarebbe per me la soddisfazione più grande.

Grazie Francesco per averci dedicato del tempo e aver condiviso con noi la tua esperienza.

A.D.P., L.M., A.R., 4^C