Riflesso

Ho dato al mio specchio un nome speciale, tutto suo, ma non ve lo dico perché probabilmente lui se ne vergognerebbe e comincerebbe a programmare la sua vendetta personale. Secondo lui infatti fantastico troppo, e il suo nome bizzarro ne è la riprova. Sì, il mio specchio è un tipetto suscettibile, con un caratterino più altalenante delle molle di un vecchio materasso. Per questo sto sempre attenta a non offenderlo: non si sa mai cosa aspettarsi da lui.

Ma prima o poi arriva sempre il momento di affrontarlo.

In quelle occasioni, il mio sguardo diffidente avanza lentamente su quella fredda superficie piatta, scivola un centimetro per volta, ognuno rubato sospettosamente nella luce opaca del bagno.

Questa operazione spesso richiede molto tempo, allora lui si indispettisce e mi schiaffa in faccia la mia immagine riflessa assicurandosi che la luce sia pessima e mi disegni ombre scure sul viso, dandomi un tono minaccioso. Poi ammira la sua opera soddisfatto: conciata così, sembro proprio ostile. Ma quello sguardo truce direi che se lo merita, non dovrebbe essere così maleducato.

A volte invece, quando finalmente il suo umore si schiarisce delle sue nuvole tempestose, decide di comportarsi in modo quantomeno civile, ammorbidendomi le linee, ingentilendo il mio sguardo, facendomi apparire quasi bella addirittura. Quasi. Probabilmente il mio specchio vive nella costante convinzione che mettermi di umore eccessivamente buono possa nuocere alla serenità pubblica. “Davvero, chissà perché ancora non ho ricevuto una qualche medaglia”, lo si può sentire bisbigliare agli spazzolini, “sono un eroe nazionale, sapete?”.

Ma ormai sono abituata ai suoi modi, e mentre gli spazzolini sghignazzano, anche io mi concedo un sorriso: in fin dei conti, dopo tutto questo tempo il suo sarcasmo non mi tocca più, ci divertiamo a prenderci in giro, io e lui. Vi prego però, non pensate a niente di romantico, sarebbe davvero troppo.

Ciò che non smette mai di stupirmi, sono le persone che si vantano di essere in ottimi rapporti con i propri specchi. Non che sia impossibile trovare un compromesso accettabile con uno specchio, o che qualcuno sia più gentile di altri; ma sono fermamente convinta che sia nella natura di uno specchio essere insidioso, per via dell’impatto che può avere sulla nostra vita, spesso assediata dagli stereotipi sociali. Magari gli specchi più affabili sono così perché loro stessi non vanno fieri dei rischi del loro mestiere, e desiderano in qualche modo aiutarci.

Ma in che modo uno specchio potrebbe mai aiutarci? La domanda sorge spontanea, la risposta, forse, un po’ meno.

Quello che mi piace pensare è che l’aiuto più grande che il nostro specchio può darci non è trasformare il nostro riflesso per farcelo piacere di più, ma è renderlo vagamente trasparente, per mostrarci non soltanto “il bel musetto che piace tanto a nonna”, ma anche tutte le altre nostre qualità e le sensazioni che popolano il nostro cuore e ci rendono inequivocabilmente e meravigliosamente noi. D’altronde, perché dovremmo dare la priorità ad essere Attraenti, quando prima di tutto possiamo sforzarci ad essere Amorevoli, Affettuosi, Affidabili…e queste sono solo alcune delle parole che cominciano per A!

P.S. (dal mio specchio): “per quanto la riguarda, aggiungete pure Acida”.

L.E., 2^L

Foto di C.C., 1^E