Lumière

Poesia è svegliarsi la mattina cullati dal mite canto degli usignoli.

Poesia è avere la forza di un uragano ma saper dare una carezza con la dolcezza della brezza primaverile.

Poesia è un sorriso scambiato con qualcuno per strada. E’ uno sguardo curioso che incrocia il tuo.

È energia. È amore. È angoscia. Poesia è paura e coraggio.

La poesia è in tutto: è dono. La poesia è nelle cose più semplici: è vita.

Allora vi propongo di amare la poesia nella sua essenza più magica e concreta allo stesso tempo.

Vi chiedo quindi di prendere tutto il coraggio che avete. Cercate una pagina di un libro, una rivista, un giornale, una lista della spesa...è indifferente; ricordate: la poesia è in tutto. Basta il coraggio di andarla a cercare, passo dopo passo.

Ora che siete attrezzati è il momento di percepire la vostra paura e metterla da parte. Poesia è caviardage. (Non sai di cosa si tratta? Guarda la nota a fine articolo)

È semplice. Anzi...non è mai semplice. Si ha paura di sbagliare. Paura di non essere abbastanza. Paura di non essere in grado. Paura di essere derisi. Paura di non essere soddisfatti di se stessi. Paura di non farcela... Paura.

Ho imparato a mettere da parte la paura. La paura blocca, terrorizza, divora.

Serve invece coraggio. Bisogna fare un respiro profondo, chiudere gli occhi e avere fiducia. Tu, tu che stai leggendo. Sei abbastanza. Abbi il coraggio di aprire gli occhi la mattina e dirti che questa vita è per te, che tu sei poesia, che puoi farcela.

Vi svelo un segreto: io ho sempre paura. Ho imparato a conviverci. E’ dannatamente difficile: una lotta continua.

Lotta tra paura e coraggio. Chi vincerà? La paura perseguita. Il coraggio fortifica.

A volte bisogna avere il coraggio di urlare per scacciare la paura, altre volte occorre accoglierla per capire realmente chi siamo.

Vi chiedo di avere coraggio: dovete prendere il materiale richiesto all’inizio e non avere paura. Il resto verrà da se.

Avete davanti a voi una pagina piena di parole: troppe! Prendete quello che volete: pennarelli, matite, tempere, acrilici, penne...e tanta fantasia. Ed ecco cosa spaventa: cancellare. Dovete scegliere alcune di quelle parole per comporre la vostra poesia. Dovete avere il coraggio di scegliere (a me terrorizza sempre!), il coraggio di prendersi la responsabilità, il coraggio di apprezzare la vostra poesia.

Vi lascio qui quello che il mio coraggio ha creato.

E allora...lumiére!

Anna

Nota: Caviardage, ideato da Tina Festa deriva dal francese caviar (annerire). E’ un processo creativo che, partendo da un testo dato, consente di trovare le poesie in esso nascoste, evidenziando le parole di interesse e rendendo invisibili le altre, considerate inutili per la poesia.

Mandami le tue poesie e le tue creazioni con il Caviardage a:

alessandra.gallo@dadliceogalileogalilei.net

NEBULA

Nebula in latino significa nebbia.

La nebbia rende il nostro campo visivo meno esteso, a volte è talmente fitta che diventa difficile orientarsi. Il non poter capire dove ci si sta dirigendo porta al panico e quindi alla paura: è come un muro...impenetrabile.

Freddo, oscurità

il respiro affannoso

Il silenzio che avvolge tutto:

come una prigione

inaccessibile

Batte intenso

nel petto

il cuore,

martella nei timpani

costante

inarrestabile

Una sensazione ignota

Folle

Sconfinata:

La paura

A.V., 1^D

PAURA E DOLORE

Oscura e nascosta tra le cremisi membra, essa si nasconde,

arrogante e spavalda sempre più,

risolute radici pianta nella mia mente,

la rende vigliacca e insicura

oltremodo sorda e malinconica.

Come la vita,

dominata d'un oscura nota d'orgoglio,

priva di sentimenti, si inabissa

in un'oscurità che io stesso creai e,

come una picca penetrò nel mio cuore,

fino a renderlo vile e codardo al dolore,

al terrore della mia stessa esistenza;

io mi sento colmo di oscura paura,

che tra le mie flebili carni,

sature di menzogne, si nasconde,

dando vita ad un profondo dolore.

F.C., 1^C

ANIMO GIOVANE

Sono una ragazza giovane, impaurita e arrabbiata, come molti altri nel mondo. Ho paura di sbagliare e di soffrire e sono arrabbiata perché devo perennemente rendere i conti ad una società che però raramente fa altrettanto con me. Per fortuna però, sono una sognatrice. Sogno tanto, ma non per questo sono un’illusa. Conosco la delusione e il dolore, ma conosco anche il coraggio, e la speranza nel futuro.

Animo giovane,

animo impaurito,

impaurito di

non sapere quando, dove chi e perché.

Quando crescerà

Dove andrà

Chi diventerà

E perché.

Perché non potrà sempre scegliere,

perché dovrà sempre scegliere,

perché scegliere.

Animo giovane,

animo arrabbiato,

arrabbiato di

non sapere quando, dove, chi e perché.

Quando lavorerà

Dove vivrà

Chi amerà

E perché.

Perché dovrà lavorare,

perché dovrà vivere,

perché dovrà amare.

Animo giovane,

animo sognante,

sognante perché

non sa quando, dove, chi e perché.

Sogna l’oggi come il domani,

la città come la campagna,

il medico come il fioraio.

Sogna perché deve,

perché può,

perché vuole.

Sogna la carriera o la famiglia,

la Cina o il Brasile,

lo Spazio o la Terra.

Sogna la scienza o la letteratura,

la filosofia o la matematica,

l’ingegneria o la botanica.

Sogna perché è innamorato.

Innamorato del mondo,

della vita,

del futuro.

Sogna perché ha conosciuto il dolore,

ma non la sconfitta.

Animo giovane,

animo intrepido.

DIALOGO

Nella poesia libera “Dialogo”, la paura incita il coraggio, interpretato da una stella, ad essere temerario ed intraprendente in modo da guidare la “sua creatura”, l’essere umano, e regalargli il proprio destino.

Stella, io ti vedo fissa lì,

Nella dorata spirale di

Danze celesti. Ti ammiro qui,

Tra le fredde ombre, tra i girasoli,

Di notte.

Stella, ad attendere cuori dal cielo,

Ad ascoltare gli scintillii dei

Delicati petali, a stendere le

Nuvole con le dita, insegna

Alla tua creatura.

Stella, guidala, amala, guardala!

Io siedo intimorita su mortiferi fiori,

Pronti ad infuocarsi e a sparire

Con me, ad abbandonarla, a lasciarla,

Se tu lo vuoi.

Stella temeraria, corri nel cielo

E lasciami solitaria consumare

I miei giorni. Tu lascia che lei

Si specchi in te e dalle il suo

Destino, o stella…

Phoebe Crosara, 5^E

La paura, come la vita, ti coglie impreparato e nell’istante in cui la percepisci nel profondo capisci realmente cosa ha davvero importanza nella tua vita.

E DOPO?

Ci sono sempre nella vita di una persona dei momenti che segnano un prima e un dopo.

Un momento che è stato l’inizio di qualcosa di più grande, un cambiamento, uno stravolgimento improvviso.

Un’ora del giorno,

una sfumatura nel cielo,

un luogo, un sospiro.

Ti scontri, inconsapevole, con un sguardo

e poi sai.

E quando vivi un istante che segna il prima e il dopo come dimentichi tutti i dettagli che lo circondano? Non puoi.

Non puoi perché da quel momento e solo da quell’istante tu puoi parlare di un prima.

Cos’era quel prima?

Prima!

cos'era?

E il dopo?

Fa paura

Camilla Sabbion, 5^E

Come in una sinfonia, immagini che evocano il sentimento della paura nel cuore dell'uomo echeggiano al fianco di altre che invece vi instillano coraggio. Tutti i grandi eroi, che nell'immaginario comune sono ritenuti massimi esempi di coraggio, sono in realtà tormentati dalla paura; proprio in questo, nel combattere persino quando vengono pervasi dall'angoscia, sta la loro eroicità.

SINFONIA, MEMORIE DA ILIO

Coltri di tenebre e ombre

si mescolano, intrecciano, scavalcano,

rimbombando come l’eco

del battito del cuore nel petto,

che risale alla gola senza scorciatoie,

senza mezzi termini, senza esitazione.

Nel buio un pendolo rintocca

e tocca le fibre dei nervi nudi

esposti alla gelida tempesta

con la sua lugubre orchestra

di scandita malinconia, dilatata

nel vuoto della stanza che è ospite

di tanta oscurità sagace e informe.

Un bagliore squarcia le tenebre:

un incendio di colori prende vita

dove solo un istante prima una scintilla

solitaria sfarfallava timida

tra quell’oscurità di onde impenetrabili,

tentennando incerta sul da farsi.

Una corda di violino scocca

una melodia incalzante degna

di accompagnare le gesta

degli eroi più impavidi,

quelli che combattono contro una vita

che non è la loro, che li piega

ad essere diversi da come in realtà sono.

Un grido agghiacciante e grondante

di gelido ghiaccio dell’anima

infesta la testa già annebbiata da

immagini confuse e distorte

per via dell’angoscia che paralizza

i sensi e pietrifica il respiro.

Le pareti si avvicinano, incombono,

collassano col fragore del tuono

sul corpo accartocciato

nella solitudine di un attimo

che pesa quanto un anno, un decennio,

un secolo di polvere e sabbia

cristallizzata nell’ambra.

Nel silenzio un brivido di vita,

parole rassicuranti sussurrate appena

con la voce madida del recente torpore

incitano all’azione, quella vera,

quella che sgretola le montagne

e intrappola i venti che agitano

i mari al richiamo delle sirene,

quella che cavalca il fulmine

al fianco delle valchirie nel Walhalla.

Il calore delle mani accarezza

l’elsa della spada pronta a recidere

ogni minimo indugio che tormenta

l’animo del prossimo campione.

Il senso dell’assurdo permea

un mondo fondato sui forse

e sui magari, unica certezza

per vivere senza sentirsi persi.

Paradosso inderogabile e

fardello è superare il terrore dell’errore

umano grazie al coraggio

di guardare in faccia l’abisso

come fosse uno specchio

e non uscirne corrotti

dalla tentazione promessa

di non sentire più quell’inquietudine

che attanaglia il cuore

di tutti gli audaci, quelli più veri.

Chiara Lazzaretto, 5^E

A volte si deve avere il coraggio di abbandonare ciò che sembra darci forza e farci stare bene, capendo che in realtà ci sta corrodendo dall’interno. Chi ci riesce, sapendo che rimarrà da solo in un mondo indifferente, ignavo e senza scrupoli, è un eroe. Tuttavia c’è un lieve spiraglio di salvezza.

NARCISO

L’unico modo per conoscere

se stessi

è guardare in faccia l’amore,

e tu ne hai fatto esperienza.

Ma se questo amore

significasse ancora una volta perdersi

nell’indefinito?

Se portasse con sé un desiderio

di arresto,

di morte, propria e

del mondo al di fuori dell’interiore?

Forse stavi guardando in faccia il

nemico,

un amico che ti volta le spalle nel momento più dolce.

Ha l’elmo inciso

di rune germaniche:

parlano di guerra, gloria, eternità e tempo,

quei solchi intrisi d’antico sangue,

nero come l’inchiostro del poeta.

Ma saresti sempre pronto a

rischiare,

tuffarti nelle

tenebrose,

cristalline

acque dello specchio di te stesso,

dare onore a quell’amico che sai essere

nemico.

Sai di poterlo fare,

sei forte e impotente

davanti alla morte e alla quiete.

Ti infili nell’acqua

e nemmeno il fruscio del vento

tra le foglie e le onde

rendono omaggio alle tue

eroiche intenzioni;

sono indifferenti.

Te ne vai seguito

dal silenzio di un lontano

saluto.

Pietro Tanzola, 5^E

Hai 18 anni , hai paura di tutto per definizione. Da mesi che ogni giorno sembra lunedì, vivi alla giornata, la solita. Il futuro ti spaventa, ma quale futuro? Email per l’orientamento universitario affollano la tua casella postale, tu le schivi, hai imparato a essere selettivo, ma quando si parla di emozioni la selettività si trasforma in apatia. Ma senza il buio non c’è neanche la luce. E quella fiammella non si spegne mai, è giovane, scappa indisciplinata, tu impara a giocare con lei, lusingala e ricorda la solitudine non è mai la soluzione.

RESPIRA

Il cielo gorgoglia titubante,

la giornata è indigesta anche a lui

pensieri crepitano violenti

ricordi sfumati di sorrisi spezzati

occhi sbarrati

la pioggia non spegne quella fiamma

che brucia , che arde nel petto

Che cos’è ? La Paura.

Ma ingenuo e spavaldo si presenta Coraggio

La Paura zoppica incerta

ormai la speranza non è più un miraggio.

L’ aria vibra frizzante

il glicine mi sorride,

ti assomiglia sai,

si arrampica sul traliccio,

adorna il freddo cemento

che si sente corteccia viva

gocce leggere mi bagnano di vita

c’è profumo di venerdì.

Beatrice Tonello, 5^E

INVERNO NEL CUORE

Tremava

come tremano le foglie d’autunno

quando la brezza leggera le scuote interamente.

Tremava impaurita

stringendo con forza il lembo caldo della coperta

come quei delicati veli ambracei

che con tenacia rimangono ancorati al ramo

temendo ogni alito

ogni respiro del vento.

Sentiva il battito sordo del cuore

rimbombare nel petto

come cannoni in tempo di guerra.

E come fili d’erba nelle mattine invernali

bagnati dalle fresche gocce di rugiada

erano le sue guance

irrorate da grigie e pungenti lacrime.

Se ne stava sola.

Al buio

come una vecchia foto scivolata da una tasca

dimenticata sul ciglio della strada

mossa dal vento

bagnata dalla pioggia

calpestata dai passanti.

E tremava

Alice Zandonà, 5^F

Viviamo intrappolati in una società talmente assurda da non lasciarci liberi di essere noi stessi: basti pensare alla dilagante violenza e discriminazione perpetrata ai danni del “diverso”. Spogliarsi delle maschere è un gesto tanto coraggioso quanto necessario per abbracciare una vita piena e felice.

Rossetto

soffia via il soffocante fumo

punto di rottura:

non è più tempo

di avere paura,

di vivere nell’ombra

divorato dal dissidio.

scopre il volto

tenta il salto

porporino sorriso al

cielo oggi più blu.

finalmente libero di

essere

Eleonora Viola, 4^E

PAURA

C'erano occhi e luci,

sguardi ed emozioni,

cuori rossi di pudiche emozioni

brillavano sotto le stoffe.

Mi sentivo solo,

in balia del vento della vita,

preso in ostaggio dall'impetuosa paura,

che dimorava dentro di me padrona.

Piccole, lucide gocce di sudore

lentamente comparivano e coprivano il mio corpo;

sentimenti contrastanti e pieni di rancore

si battevano per la via del coraggio.

Battiti pretenziosi e martellanti

risuonavano nella mia solitaria mente,

che timorosa di sprofondare nell'orrore,

si chiudeva in se stessa silenziosa.

e così infine mi alzai,

dominato dal terrore di un imminente fallimento,

confuso e disorientato dalle circostanze

ma a fianco di un'energica esperienza.

F.C., 1^C

Conoscevo una ragazza che amava nessuno

Passava notti in camera piangeva e non la sentiva nessuno

Ma una sera sentì un lieve sussurro nel buio era nessuno

Le chiese come si chiamava rispose nessuno

Lui aveva il viso stanco e gli occhi rossi come il cielo

Lei labbra asciutte nessuno in testa ed il cielo non lo vedeva

Entrambi erano nessuno ma nessuno ama il silenzio

Parlavano del nessuno che speravano di essere

P.B., 3^A

LIMERICKS

ROSS THE LION

There was a big lion called Ross

which strutted and ruffled as a boss

but defending his herd

was as scared as a nerd

that fake coward lion called Ross

M.S., 3^E

THE POOR KNIGHT

There was a faint-hearted poor knight

who was never ready to fight

his name was Fear

his surname was Tear

that craven and coward poor knight

C.A., 3^E