Se il coraggio e la paura fossero una persona

SE LA PAURA FOSSE UNA PERSONA

La paura non si può descrivere come una persona, una figura umana, ma come una sagoma astratta, un'ombra, anche invisibile. Può mimetizzarsi perfettamente con ciò che ci circonda, facendo percepire la sua presenza come normale o così lieve da non poter essere avvertita, almeno in un primo momento.

Questo perché lo spavento iniziale è un riflesso quasi inconscio del corpo, dettato da un istinto primordiale incontrollabile, che ha bisogno di alcuni attimi per essere interiorizzato. La vera paura entra in gioco in secondo luogo, quando il corpo realizza, il cervello elabora, creando un vortice di emozioni irrefrenabile, riassunto in un'unica condizione di completa instabilità: paura.

Si potrebbe immaginarla come una sagoma, con solo alcuni accenni all'aspetto umano, ma senza un'identità definita, senza un volto; attribuibile a una categoria temuta dall'essere umano: la categoria dell'ignoto. Una sagoma incolore, inodore, che non emette nessun suono, neanche il più flebile dei sussurri, ma la cui presenza sarebbe in grado di congelare l'aria, in una fredda e agghiacciante atmosfera irrespirabile.

Ma per quanto la parete ghiacciata possa sembrare impenetrabile, anche nell'essere più debole e fragile ci sarà sempre una scintilla di coraggio pronta per affrontarla.

A.B., 1^A

SE IL CORAGGIO FOSSE UNA PERSONA

Coraggio, difficile assegnare caratteristiche così precise ad una virtù con così tante sfaccettature. Il coraggio ha tanti volti, tanti corpi, si presenta nei modi più diversi, ma soprattutto è ad interpretazione personale.

Se si dovesse assegnare un volto al coraggio probabilmente sarebbe quello di un anziano vedovo, che ripensa all’ormai defunta compagna ma continua a vivere, o quello di una donna incinta che cerca di riservare un piccolo spazio nel mondo alla sua creatura, quello di un adolescente che viene schiacciato e oppresso dal troppo carico di stress e pensieri, ma continua a sorridere e lottare. O ancora il viso di un padre, che impegna tutte le sue forze per crescere i figli. Sono tante le situazioni e forme di coraggio.

Il coraggio potrebbe avere l’odore di un campo primaverile in fioritura, la sensazione di serenità che invade le narici ed offusca i sensi, avvolge completamente anima e corpo, facendo dimenticare ogni sorta di problema. Il coraggio è questo, è libertà, libera dalle paure e dall’insicurezza, sussurrando piano con voce profonda e sicura: “ce la puoi fare”.

Il materiale probabilmente più adatto al coraggio è la gomma, una pallina di gomma dura, può assumere dimensioni diverse, a partire dalla grandezza di una nocciola, fino ad arrivare a quella di una palla da basket. Può rimbalzare, quindi essere molto occasionale, o rimanere fissa, ferma in un posto, sempre presente.

Il coraggio potrebbe avere il gusto di una fragola matura, seppur sia di per sé dolce, vi è sempre quel retrogusto aspro che fa strizzare gli occhi, in questo caso la paura, bensì nascosta e soggiogata, è sempre presente, anche in minima parte.

L.P., 1^D