Un complotto universale

Vi capita mai di tornare a casa certe sere e pensare: “L’Universo ce l’ha con me, non è giusto!”?

A me sì, più di quanto mi lusinghi ammettere.

Una giornata storta, un piano non rispettato o una speranza disattesa e subito, nella mia testa, quell’infinito ammasso di particelle e misteri acquisisce una coscienza naturalmente dotata di un innato senso del sadismo che, guarda caso, dev’essere sperimentato proprio su di me.

Chissà perché, il mio io melodrammatico lo trova assurdamente logico.

Ed ecco che tutto acquista una nuova luce: lancio occhiate sospettose in giro, intenta a smascherare il prossimo obiettivo della mia giornata che il nemico ha escogitato di colpire. La massima, indifferibile verità diventa prevedere le sue mosse. Dopotutto, c’è la mia serenità mentale in gioco, e l’unica, vitale priorità dev’essere di mantenerla il più integra possibile, spiego alla mia gatta. Non so se i suoi occhioni ambrati stiano esattamente seguendo il mio ragionamento o il lento scivolare delle crocchette nella ciotola, ma non ho tempo di distrarmi con queste frivole domande: il nemico è in agguato, ne sono più che certa. Stamattina d’altronde, non ha perso tempo per entrare in azione, e non è tipo da perder colpi, lui, per cui, senza bisogno di previsioni del tempo, posso aspettarmi un pomeriggio scoppiettante e una scomoda ruzzolata verso una serata ombrosa in pieno stile Tim Burton. “Nessun comportamento sospetto”, mi dico, “non deve sapere che la sua copertura è ormai saltata ed è solo questione di tempo prima che lo acchiappi”. Per cui, corro a riordinare la mia camera; è un comportamento normale, no? In più, devo assicurarmi che non rimanga nessun nascondiglio utile nella stanza: sotto il controllo della mia pelosa aiutante passo in rassegna la pila di vestiti, quella di libri… deve sparire tutto! Poi corro in cucina, perchè ho avuto un’idea geniale: fare una torta deliziosa per sorprendere la mamma quando tornerà a casa, che poi mangerò tutta io nei prossimi giorni facendo lavorare le mie mandibole masticando invece che ripetendo fisica, visto che di sport non se ne fa mai abbastanza. Lo so, è un gran rischio cucinare con la presenza subdola che sicuramente si aggira per casa, ma sto ben attenta che nessun veleno finisca nell’impasto, e per doppia sicurezza, faccio come predicano i grandi chef nei programmi di cucina: assaggiooo! 

Forse loro non si riferiscono a potenziali avvelenamenti, ma in ogni caso la procedura porta a molteplici benefici. Quando poi la mia augusta genitrice fa ritorno fra i muri domestici e mi chiede come ho passato il pomeriggio, nel raccontarglielo mi rendo conto di un’incredibile certezza: non è successo niente. Com’è possibile? Nessun avvenimento ha attentato alla mia tranquillità… che l’Universo si sia reso conto di quanto sono noiosa e sia passato a cavie più stimolanti? Chissà se invece ha imparato che tormentare le persone non è molto simpatico e ha deciso di restare al suo posto a farsi osservare, mentre la legge di Murphy si occupa del resto. In ogni caso, di una cosa sono sicura, accorgendomene o meno, questo è stato il pomeriggio più produttivo di tutta la settimana, e ci ho anche guadagnato una torta, che non guasta mai.

L.E., 3^L