L'origine della paura

La paura è uno stato d’animo che a seconda del termine utilizzato assume una connotazione differente.

Il termine a cui si fa riferimento solitamente per riferirsi alla “paura” in tedesco è “Furcht”. Con la parola “Angst” invece viene denominato uno stato di oppressione e angoscia. Ciò è dovuto all’aggettivo latino “angustus” da cui deriva. Il suffisso di appartenenza -st denota poi una condizione di ansia e tensione. L’espressione condivide inoltre la stessa radice indoeuropea del sostantivo “angor” latino, che indica un sentimento di stringimento e soffocamento.

Per quanto riguarda la lingua inglese, il termine più frequente per riferirsi alla paura è sicuramente "fear”, da cui deriva l’espressione "the state of being afraid”. Esso, stando all'etimologia, designa un pericolo o un attacco improvviso. Uno degli aggettivi più utilizzati per tradurre “impaurito” è “scared”, il quale venne introdotto nel 1906 per indicare “a timid person”. Il sostantivo “phobia” invece, derivante dal vocabolo greco “phobos”, esprime una paura irrazionale, una persistente ripugnanza verso cose o persone. Nel 1895 la parola “phobia”, già in uso in psichiatria, venne introdotta anche nella psicanalisi, in cui Freud congiunge il termine “phobia” con “anguish” e quindi “angoscia”.

Anche nell’etimologia della lingua francese i sinonimi riguardanti il campo semantico della paura possono risultare interessanti,soprattutto per il fatto che il 99% di questi termini francesi sono di genere femminile. “La peur” è il termine francese più utilizzato insieme al suo aggettivo “peureux” oppure “apeuré”. A “la peur” si può accostare facilmente “la crainte” dal verbo “craindre”. Per far riferimento a uno stato di paura maggiore, viene utilizzato il termine “la terreur” con il suo aggettivo “terrorisé”. Si ricorre infatti all’espressione “être terrorisé” per indicare un livello incontrollabile di paura. Ci sono moltissimi altri sostantivi, verbi e aggettivi per esprimere la paura, ma ciò che non cambia è quell’emozione più o meno intensa che tutti noi proviamo.

Sofia Faccin 4^A, Viviana Nevola e Margherita Toma 5^A