L'anatomia dell'odio
Tutti noi almeno una volta nella vita abbiamo provato una forte antipatia nei confronti di qualcuno, o magari addirittura un profondo odio. Allo stesso modo, sicuramente almeno una volta siamo stati investiti da quel dolce calore dell’amore. Ma qualcuno di voi si è mai soffermato a chiedersi da dove provengano questi sentimenti?
È certamente una domanda complessa, ma il neurobiologo Semir Zeki e il suo gruppo di ricercatori dell’University College di Londra potrebbero aver risposto ad uno degli interrogativi di questo enigma. I risultati della loro analisi rivelano come le reazioni che amore e odio producono all’interno del nostro cervello siano molto più simili di quanto ci si possa aspettare.
Zeki e i suoi colleghi hanno mostrato ad un gruppo di 17 volontari la foto di una persona da loro detestata ed analizzato attraverso uno scan i cambiamenti nei loro cervelli. I dati registrati dimostrano che i circuiti cerebrali attivati dall’odio hanno molto in comune con quelli attivati dall’amore. Infatti, alla vista della persona detestata si attivano una serie di aree cerebrali, in particolar modo putamen e insula, che sono notoriamente legate anche all’amore romantico. Questo però non equivale a dire che i due sentimenti coincidano, sono comunque presenti delle differenze!
I lettori più assidui del nostro giornalino sanno già bene che quando si va ad analizzare l’amore è evidente come le zone del cervello che regolano il giudizio e la logica quasi non si attivino (se te lo sei perso, corri alla terza edizione e leggi “La chimica dell’amore”!). Per quanto riguarda l’odio, invece, non è proprio così: la corteccia prefrontale, centro di controllo della razionalità, dimostra un livello di attività non trascurabile. Forse, il motivo è che l’odio nasce da un sentimento più premeditato, ragionato. D’altronde, è più facile spiegare il perché dell’ antipatia verso qualcuno, che non l’innamoramento. Tuttavia, la scoperta del Dr. Zeki è comunque di grande rilevanza, in quanto potrebbe spiegare come alcuni individui siano in grado di compiere gesti estremi, sia in nome “dell’amore”, che “dell’odio”.
Come disse Friedrich Nietzsche: “Amore e odio sono le due grandi forze sulle quali si regge il mondo”.
Elleni Riccardo, 5^C e Palmieri Lucrezia, 5^A