Chi volesse, vada via, di doman non v'è certezza

Lo scorso 22 febbraio naufragarono i viaggi di tutti, naufragarono silenziosamente, coperti dalla fragorosa unanime vana illusione che tutto sarebbe ritornato alla normalità in qualche settimana, forse mese. Nemmeno una settimana prima eravamo tornati dallo scambio in Catalogna, pronti ad ospitare chi ci aveva tanto generosamente accolto: nessuno lo avrebbe previsto, tantomeno in quel clima di festa.

Analogamente furono stroncati gli altri scambi culturali e, successivamente, i viaggi estivi, privando numerosi studenti di formative esperienze che difficilmente potranno recuperare al di fuori della scuola superiore. Infatti difficilmente in seguito ci saranno tre mesi di quiete per loro in cui prendere parte ai diversi viaggi, che sia per i test di ingresso all’università o per le sessioni estive. Non che si potesse evitare di annullare viaggi e scambi, ma è comune che gli studenti, soprattutto i primi anni, si tirino indietro e rimandino le esperienze, perdendone alcune e sottoponendo all’incertezza del futuro le altre. Spesso non vale la pena aspettare tanto a lungo prima di sfruttare simili occasioni di socialità, divertimento e sviluppo personale, ma altrettanto spesso si è pietrificati dall’ipotesi che non siano riscontrate le aspettative e si lascia che tale corrente trascini le opportunità in abissi di timori, eventualità assai peggiore di una settimana mediocre. Inoltre prendere parte a queste iniziative permette di sviluppare, grazie a una piacevole vacanza, la propria indipendenza e comprendere meglio la concreta utilità della lingua, che tende a rimanere tanto astratta in classe.

Sono esperienze profondamente formative, fugaci occhiate a realtà più o meno diverse che tuttavia rimangono saldamente impresse in nostalgiche memorie. Sono brevi istanti intrappolati in eterni ambrati ricordi. Sono occasioni che non dovrebbero lasciare indifferenti.

Alberto Sarra, 5^C