La mia tavolozza

Colori. Colori ovunque. Mescolati, confusi, disordinati. Freschi, secchi, induriti. Ricoprono la superficie in legno liscio, si stendono su di essa come fili d'erba mossi dal vento, una folla lanciata in una danza stretta, casuale ma armoniosa, elegante ma fuori musica. Creano un quadro dai mille disegni, dalle forme infinite, come un vivace cielo estivo, allegramente rannuvolato. Aspettano, aspettano impazienti. Aspettano di essere raccolti come conchiglie, le quali si lasciano trasportare avanti e indietro, indietro e avanti dalle onde che, grandi pittrici, disegnano la battigia.

Il pennello corre, scivola, schizza. Si allontana, torna; prima dolce, poi amaro; nervoso, infine calmo. Un viaggio tra scie di sfumature, senza un inizio, senza una fine, alla ricerca della tonalità perfetta, sperando di trovarla senza conoscerla. Rincorre disperatamente le chiazze colorate su prati fioriti, tappeti siamesi, cieli stellati. Si getta sulla tela tra vette appuntite, acque splendenti, paesaggi sconfinati, accarezzando sabbie candide, rami affusolati, fragili petali. Abbraccia figure fluttuanti, dalla postura triste, colorandole di primavera.

Disegno e testo di A.B., 2^A