A voi

Poche settimane fa ho letto un romanzo, uno di quelli vecchi. Raccontava la storia travagliata di una ragazza che a sette anni scopriva di non essere la figlia delle persone che da anni chiamava mamma e papà. Nonostante questo, e dopo molte peripezie, la protagonista riusciva quasi completamente ad accettare la propria storia e identità perché comprendeva la maggiore importanza del legame affettivo rispetto al legame di sangue.

Chiuso il libro mi sono chiesta come sarebbe potuto continuare il romanzo, quale la vita della protagonista, quali i suoi sentimenti. E ho immaginato che, forse, avrebbe potuto scrivere una lettera ai suoi genitori, una lettera così.

Cari…, oggi voglio parlarvi del raggiungimento della felicità. Di certo è possibile dire due cose su questo argomento: la felicità affascina molti e pare a tutti lontana. Tuttavia per essere felici a volte basta guardarsi intorno e dire: “La mia vita è bella così.”

Dopo tanto tempo e lacrime, l’ho finalmente capito. Sono passati tanti anni da quel giorno in cui sono bastate poche parole per farmi precipitare il mondo addosso, ma lo ricordo come fosse ieri. All'inizio ero solo confusa, forse troppo piccola per capire bene, ma poi ho cominciato a temere che, a causa di quello che avevo saputo, la mia vita non potesse mai più apparire così bella e spensierata come l’avevo vista fino ad allora. Eppure avevo scoperto la verità. Avrei dovuto essere in qualche modo contenta. Questa però, come sapete, non era una verità in grado di risollevare l’animo, ma solo di appesantirlo e tormentarlo.

Sapevo di non avere colpe, tuttavia mi sentivo un’estranea poiché mi ero intrufolata nella vita di qualcun altro ed ero circondata da persone che non avrei neanche dovuto conoscere. Credevo che trovarmi in mezzo a voi fosse un problema, poi ho riflettuto a lungo su tutto quello che ho perso senza averne colpa, su tutte le sensazioni che non sperimenterò mai e su quei ricordi che non faranno mai parte di me. Ho compreso che, in realtà, siete stati e sempre sarete la mia fortuna più grande. Ho capito che invece di pensare a ciò che non conoscerò mai (e che forse non mi sarebbe nemmeno piaciuto) era meglio concentrarmi su tutto quello che, senza neanche chiederlo, avevo guadagnato: affetto, supporto, persone su cui poter sempre contare, consigli preziosi, la possibilità di essere accettata per come sono e, perché no, anche una persona un po’ fastidiosa con cui litigare una volta ogni tanto. So che non lo dimostro mai abbastanza, (e questo accade perché non ho ancora del tutto imparato a convivere con le mie origini) ma sono grata della vostra accoglienza perché è solo grazie a questa se ho conosciuto gli amici, con cui ho condiviso alcune delle giornate più speciali della mia vita, e se ho la possibilità di coltivare le mie passioni.

Quindi, anche se non conoscerò la bellezza di quello che ho perso, ho finalmente riconosciuto la straordinarietà di quello che ho trovato e posso dire di aver conosciuto la felicità più genuina, che risiede nella famiglia, la mia famiglia, l’insieme delle persone a cui ho scelto di voler bene per tutto quello che mi hanno donato anche se non sarebbero stati tenuti a farlo.

Grazie.

La vostra…..