Il Galilei: c'è chi arriva e c'è chi parte

Dubbi, aspettative, entusiasmo e paure, sono tutti aspetti comuni al principio e alla fine delle strade che intraprendiamo, come la scuola; il nostro liceo è ogni anno nuovamente punto d’arrivo per alcuni, e trampolino di lancio per altri. Spesso però dimentichiamo che il primo e l’ultimo giorno non sono solo per noi studenti, ma anche per gli insegnanti, è il caso dei professori Sgarro e Bisco, rispettivamente al principio e al termine del loro percorso scolastico.

Al Galilei dal 13 settembre, il prof. Sgarro insegna educazione civica - o meglio, cinica - ha 31 anni, origini pugliesi, laureato in Giurisprudenza, alle spalle esperienze di avvocatura e giornalismo. “Avevo pensato, inizialmente, di fare l'insegnante di sostegno, perché durante la mia collaborazione con una Onlus, Psicodizione, ho aiutato soggetti con disabilità di vario tipo. Non ho potuto però accedere ai corsi per specializzarmi nel sostegno, non avendo esperienza come insegnante, e ho ripiegato sull’educazione civica”. Ad ogni modo, l’impatto con la scuola è stato migliore di quanto si aspettasse, nonostante rari casi in cui risulta più difficile gestire alcune classi.

Dal lato opposto, il professor Bisco, in pensione da quest’anno, 62 anni, ne ha dedicati 33 all’insegnamento di fisica e matematica con la voglia di contribuire alla formazione dei giovani e di trasmettere la sua passione. Ci racconta che fuori dalla scuola gli manca quel feeling particolare, quei bei legami che nel corso degli anni era riuscito stringere con alcune classi e alunni; in compenso, ha meno nostalgia dell’orologio, della fretta di una giornata scandita dai tempi di lezioni e riunioni. Del suo primo giorno di scuola ricorda: “La gioia del cominciare ma anche i grandi punti di domanda, come: sarò adeguato?” A dimostrarci che certe cose non cambiano mai.

Entrambi gli intervistati sono, ad ogni modo, d’accordo sulla funzione dell’istruzione, che non deve limitarsi a mere nozioni, bensì deve incentivare la riflessione e lo sviluppo di opinioni personali.

  • Avete un messaggio per i nostri lettori?

“Si dice che si vive una volta sola, ma è più corretto dire che si è giovani una volta sola. Cercate di avere meno rimpianti possibili”, è il suggerimento del professor Sgarro; mentre il professor Bisco aggiunge: “Andate al di là del dettaglio, pensate ai cinque anni di scuola superiore come palestra di formazione personale”.

Luna, Giulia Piran e Jamila Farsi, 5^L