Attivisti climatici

L'attivismo e la sua importanza

Al giorno d'oggi, prendendo come modello una generica società democratica occidentale, l'attivismo è un'attività molto diffusa. Infatti sempre più spesso le persone scelgono di protestare contro la politica o la società stessa,chi utilizzando metodi non violenti come scioperi o marce, chi attraverso atti di guerriglia urbana, come nel caso degli scontri fra il movimento dei Gilet Gialli e la Gendarmerie in Francia, quando gli scontri proseguirono addirittura per 18 settimane tra novembre 2018 e marzo 2019.

Sicuramente ogni cittadino libero ha il diritto di manifestare il proprio dissenso ma utilizzando la forza molto spesso non si arriva ad una soluzione, ma al contrario le parti in gioco si allontanano sempre di più tra loro. È quindi fondamentale che l'attivismo rispetti la legge e attraverso un dialogo pacifico possa essere realmente utile per migliorare la società.

Imbrattare per il pianeta

Negli ultimi tempi però, sempre più di frequente, gli attivisti prendono di mira dei soggetti che non hanno nulla a che vedere con il fine a cui aspirano. Ha fatto molto scalpore ciò che è successo ad ottobre a Londra, quando due attiviste ambientali del gruppo Just Stop Oil hanno scagliato contro "I girasoli" di Van Gogh, quadro in mostra alla National Gallery. Fortunatamente l'opera d'arte era protetta da un vetro, e non è stata danneggiata.

Il gesto vandalico però rimane, e non è il primo caso di attivismo che prende di mira l'arte;

Nel maggio 2022 al museo del Louvre uno dei dipinti più rinomati, la Gioconda di Leonardo da Vinci, fu imbrattata con una torta, fortunatamente anche in questo caso senza conseguenze per l'opera. Ma l'arte non è l'unica "innocente" ad essere colpita.

Ad esempio nel mondo dello sport avvengono molto spesso delle invasioni, di frequente volte a lanciare un messaggio politico o sociale; un caso che fa scalpore è quanto avvenuto durante la decima tappa del Tour de France 2022, la più importante gara ciclistica al mondo, quando 6 attivisti ecologici si sono stesi sulla sede stradale, bloccando la corsa. Anche in questo caso ad essere colpita è stata una manifestazione tra le più green del pianeta, la quale ha anche come obiettivo quello di sensibilizzare l'utilizzo della bicicletta come mezzo di trasporto.

Questi tre esempi stanno purtroppo a sottolineare come l'attivismo stia degenerando, in quanto sembra che gli attivisti colpiscano obiettivi scelti con il solo fine di ottenere visibilità mondiale senza rendersi conto che con le loro azioni vengono classificati dalla gente come vandali o invasori, senza riuscire a far passare il messaggio che vorrebbero trasmettere.

Come ottenere un vero cambiamento?

In sostanza quindi, se si vogliono veramente cambiare le cose è necessario un diverso tipo di approccio. Riguardo il tema dell'ambiente, divenuto sempre più importante negli ultimi anni, la situazione è sicuramente molto complessa. Infatti un cambiamento a livello globale potrà avvenire solamente se tutti gli stati del mondo (almeno quelli che più influiscono sull'inquinamento) riusciranno a trovare degli accordi volti al bene globale. Per far sì che ciò accada è necessario un attivismo concreto, che nel rispetto delle leggi sensibilizzi i cittadini e la politica, affinché si giunga ad un reale cambiamento. Ovviamente ciò è possibile solamente ove è presente la democrazia e in stati dove questa non è attualmente presente è molto difficile che ciò accada. Ad esempio in Cina, il paese che più inquina, l'industria si basa sulle centrali a carbone, e il regime autoritario che governa il paese non sembra avere intenzione di avviare un riammodernamento ed è impossibile per i cittadini far sentire la propria opinione, in quanto ogni manifestazione di dissenso viene repressa immediatamente.

Chiaramente la Cina non è l'unico stato che dovrebbe cambiare qualcosa: basti pensare che il fulcro della democrazia occidentale, gli USA, sono al secondo posto nella classifica dei paesi inquinatori. Se si vuole veramente cambiare qualcosa serve prima di tutto sensibilizzare il cosiddetto popolo, la gente comune, perché si sa, alla fine è volontà del popolo ad avere ragione. Ma fino a quando sarà solamente una fetta minoritaria della popolazione mondiale a preoccuparsi seriamente del nostro pianeta, allora sarà altamente improbabile cambiare qualcosa. Inoltre si deve partire dai giovani, in modo che la futura società sia più propensa a stravolgersi per il bene comune. Certamente la situazione rimane complicata e una soluzione in tempi brevi sembra sempre più lontana. Ma attraverso un attivismo serio si possono quantomeno poggiare le fondamenta per la società futura, che si spera possa avere a cuore maggiormente il bene del nostro pianeta e di tutti i suoi abitanti.