Un magnifico difetto

Le diversità sono in grado di rendere unici, speciali.

Un occhio di colore diverso, una macchia sul viso di forma anomala o una qualche disabilità riescono a stupire le persone omologate alla massa. Possono anche essere fonte di ammirazione per coloro che riescono a superare le difficoltà grazie al coraggio e alla determinazione. Oltre alla tenacia, chi possiede una diversità deve sopportare le opinioni e i giudizi altrui, che spesso pugnalano direttamente al cuore e sono fonti di insicurezze. Tutto nasce per cause poco rilevanti, qualche chilo di troppo o un modo di comportarsi fuori dal normale, che vengono sottolineate, e ciò può portare a gravi conseguenze. Spesso coloro che si sentono diversi si chiudono in se stessi, isolandosi dal mondo esterno.

Oltre ai bulli “tradizionali” sono presenti anche i cyberbulli, ovvero chi utilizza i social per attaccare una persona, a volte anche solo per mettersi in mostra agli occhi dei propri amici.

Vi lasciamo ora alla lettura di un breve testo riguardante tale argomento.

NICOLO’

Tutto partì con l’inizio delle scuole medie, avevo solo 11 anni e mi chiamavo Nicolò.

Perché uso il passato? Beh, perché ormai una parte di me è scomparsa.

Non pensavo che il problema che mi accompagnava dalla nascita potesse influenzare così tanto la mia vita; finalmente ero riuscito ad accettarlo e forse ero convinto che anche gli altri fossero in grado di poterlo sopportare.

Sono nato con il labbro superiore immobilizzato nella parte destra, o almeno così lo definivano gli innumerevoli medici e chirurghi che mi avevano visitato.

Avevo da poco cambiato città, non conoscevo nessuno, perciò il primo giorno di scuola decisi di sedermi nell’unico banco singolo della classe; ciò cambiò radicalmente tutto.

Quando il professore mi chiamò per l’appello, alzai lentamente la mano e risposi: ”pReSenTe”. Allora sentii gli sguardi pungenti dei miei compagni rivolti verso ciò che mi rendeva unico. Da quel momento breve, ma ai miei occhi infinito, cambiò ogni cosa. Ormai se provavo a parlare sentivo delle risate di sottofondo che col passare del tempo per mie orecchie divennero sempre più martellanti.

Come ogni pomeriggio entrai sui social ma ciò che vidi mi apparve diverso: un video con sfondo nero in cui si sentiva solo la mia voce.

Ero stato registrato la stessa mattina a scuola durante un’interrogazione.

Le lacrime mi bagnavano le guance finché scorrevo gli insulti riguardanti il mio difetto sotto al post.

Le prese in giro sembravano non aver mai fine; non riuscivo neanche più a parlare a causa della paura e dell’imbarazzo che erano riusciti a prevalere sulle altre sensazioni.

Decisi così di prendere coraggio, superare l'angoscia e mostrare il video che era diventato ormai virale prima ai miei genitori e poi, sotto il loro consiglio, al preside.

I miei compagni vennero sospesi. Onestamente non me lo aspettavo, ma al loro ritorno sono riuscito ad integrarmi nel gruppo e col passare del tempo iniziai anche ad instaurare un rapporto coi bulli che avevano compreso i loro sbagli.

MATTIA

Ricordo ancora il momento in cui pubblicai quel video apparentemente innocuo, senza essere ancora consapevole delle conseguenze che avrebbero causato.

Era il primo giorno nella nuova scuola ed ero molto emozionato, fortunatamente io e i miei amici ci conoscevamo dalle elementari e sapevo che nessuno avrebbe provato a mettersi contro di noi.

Eravamo già tutti seduti in classe quando, per ultimo, arrivò un ragazzo accompagnato dalla madre; lui però non era come gli altri, ciò che mi colpì subito fu la sua bocca.

Appena lo notai io e i miei amici ci scambiammo uno sguardo divertito, come se già sapessimo ciò che ognuno di noi stava pensando. La parte superiore del suo labbro era immobilizzata e appena aprì la bocca per presentarsi ci fu una risata generale. Durante i primi giorni di scuola nessuno gli prestò molta attenzione, era abbastanza isolato e non ci preoccupavamo di stargli vicino.

Tuttavia, qualche settimana dopo, iniziarono le interrogazioni e appena Nicolò parlava faticava a pronunciare qualsiasi frase, per questo io e i miei amici iniziammo a imitarlo e deriderlo, ma il peggio avvenne quando, in diverse occasioni, cominciammo a registrarlo e ad inviare i suoi audio nel nostro gruppo di amici, attribuendogli nomignoli offensivi. Tali fatti tuttavia non avvennero soltanto una volta, ma si protrassero per molto tempo. Il culmine arrivò quando decisi di pubblicare su internet uno dei tanti video di Nicolò.

Dopo mesi di continue provocazioni, Nicolò decise di parlarne con i suoi genitori. La scuola ovviamente venne coinvolta e io e i miei amici fummo sospesi e poi costretti a svolgere dei lavori socialmente utili.

Durante la nostra sospensione riuscimmo a comprendere i nostri errori e tutto il male che avevamo causato a Nicolò.

Il giorno del nostro ritorno andammo da lui per poterci scusare e lo invitammo ad unirsi al nostro gruppo di amici.

Col passare del tempo abbiamo scoperto che Nicolò è un ragazzo molto simpatico, tuttavia non ci capacitiamo ancora di come lui sia riuscito a perdonarci nonostante tutto il male che abbiamo causato.

Sito cuori connessi:

https://www.cuoriconnessi.it/

Libro da scaricare:

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Libro in PDF:

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A.B., G.B., S.E., L.M., G.M., A.S., 1^C